Pratici e precisi

Dopo la grande rivolta della settimana scorsa, la voglia di libertà circola ancora nelle gabbie del Centro di Ponte Galeria. Una voglia di libertà che non è cosa astratta e lontana, ma progetto preciso e pratico da mettere in opera.

E così l’altroieri due reclusi arabi, vedendo avvicinarsi la data possibile della propria deportazione, hanno pensato bene di scavalcare le reti e tentare la fuga.

Putroppo, però, sono stati ripresi: uno di qua e l’altro di là dell’ultima recinzione.

Le guardie che li hanno catturati, inutile dirlo, sono nemiche della libertà, e lo sono non in astratto ma per mestiere e sulla base di un progetto altrettanto pratico e preciso di quello dei reclusi, ma contrario: e per non dar adito a dubbi sulla materialità di questa loro scelta di campo si son sentiti in dovere di lasciare un segno tangibile sui corpi degli aspiranti evasi, e li hanno riempiti di botte.

Quando “no” è “no!”

Dieci mesi passati tra Cie e carceri, dieci mesi di pasta col pomodoro e riso col pomodoro. E la prospettiva di passarne così ancora almeno altri due.
Oggi Joy ha detto “Basta!” e ha rimandato indietro, a pranzo e cena, la sbobba propinata al Cie di Modena.
Il risultato? La polizia è andata da lei con i militari, l’hanno chiamata in corridoio, da sola, chiedendole perché non volesse mangiare. Joy ha spiegato che non ne poteva più, dopo dieci mesi, di mangiare sempre le stesse cose. Alla domanda “Cosa vuoi fare?”, ha risposto che vuole morire, rifiutare il cibo e fare lo sciopero della fame fino a morire. Il consiglio che le viene dato dalla polizia è di battere la testa contro al muro fino a spaccarsela, di ammazzarsi così.
Ma Joy non demorde e li invita a picchiarla fino ad ammazzarla di botte.
Loro sanno bene cosa succederebbe dentro e fuori i Cie se questa cosa accadesse e, finalmente, se ne vanno…
E domani?

da noinonsiamocomplici

 

Leggi anche l’appello:

Mobilitiamoci perché non rubino a Joy altri mesi di vita!

e partecipa all’appuntamento dell’8 aprile.

Ingrid

Lunedì scorso, alle cinque del pomeriggio, Ingrid viene convocata dentro all’ufficio immigrazione del Cie di via Corelli, a Milano. «Si parte», le dicono. È tutto pronto per riportarla in Brasile. Lei però protesta perché, anche se è stanca di star rinchiusa dentro al Centro ed è disposta a farsi riportare indietro, vuol tornarsene a casa come fa la gente normale e almeno portarsi dietro le sue cose. I funzionari di Questura, bestie come sono, però non voglion sentire ragioni: si deve partir subito, senza neanche una sacca, così come si è vestiti. Ingrid se ne sta buona tutto il viaggio fino a Malpensa, ma all’ultimo momento si rifiuta di salire sull’aereo. Ne nasce un casino e arriva il comandante (l’aereo è della Tap, la compagnia di bandiera portoghese): lei gli parla, e lui si rifiuta di imbarcarla.

Così i poliziotti, infuriati, debbono riportarla al Centro, e il viaggio è rimandato a venerdì, quando Ingrid è pronta ed è disposta a partire. Ascolta il suo racconto, raccolto da Radio Onda Rossa:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/100402_corelli_ingrid.mp3]

Ieri, una ventina di antirazzisti milanesi sono andati a salutarla all’aeroporto. Non sono riusciti a vederla: solo raramente i deportati, infatti, passano per il ceck-in. Ne hanno approfittato, però, per informare passeggeri e personale di volo del fatto che tante volte sui voli c’è chi non avrebbe nessuna intenzione di partire e che qualcosa per aiutarlo si può sempre fare…

Leggi il volantino distribuito a Malpensa.

Bottiglie

Bottiglie (di plastica) contro gli agenti dentro al Cie di Corso Brunelleschi. Per protesta contro i modi della Polizia, che questo pomeriggio ha prelevato con la forza due reclusi dalle gabbie, per deportarli. Con la forza, e schierando preventivamente gli agenti con i manganelli e gli scudi, anche se uno dei due prigionieri non vedeva l’ora di lasciare l’Italia e tutti sapevano che mai avrebbe fatto resistenza. Ora i due sono dentro agli uffici dell’immigrazione, e tutti sperano che almeno li facciano tornare alle gabbie a prendere le loro robe.

Ascolta la testimonianza raccolta da Radio Blackout:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/bottiglie-che-volano.mp3]

Guardando Roma

Dopo settimane di sciopero della fame “a staffetta”, i reclusi del Cie di via Corelli  a Milano hanno ripreso a scioperare tutti assieme, in maniera compatta e determinata. Lo hanno deciso non appena hanno saputo della grande rivolta di Ponte Galeria, un po’ in solidarietà con gli arrestati di Roma e un po’ semplicemente seguendone l’onda. I motivi della mobilitazione sono sempre gli stessi, gli stessi dell’ultimo mese – che poi sono gli stessi  di tutte le  mobilitazioni da questa estate in avanti.

Questa volta, però, i reclusi avvertono: fino ad ora sono stati tranquilli, limitandosi a scioperare. Ma a forza di non essere ascoltati (né dalla Croce Rossa, né dalla Polizia, né dai politici) stanno per perdere la pazienza…

Ascolta questa intervista, raccolta da Radiocane all’interno delle gabbie di via Corelli:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/corellame.mp3]

 

Intanto sono arrivati a Torino tre dei reduci della sommossa di Ponte Galeria. Uno di loro era tra gli arrestati e, una volta “scarcerato”, è stato trasportato a Torino insieme ad un grosso gruppo di senzadocumenti provenienti dal Cie di Crotone. Altri, da Ponte Galeria, e da Regina Coeli sono stati portati nei Centri di Lamezia Terme e a Crotone.

Da cinque giorni, poi, tre prigionieri di corso Brunelleschi sono in sciopero della fame, e uno di loro è stato messo in isolamento.

 

L’Eni, Joy e le deportazioni

«Si sfruttano risorse naturali incuranti delle conseguenze locali, si produce un’ umanità in esubero, spossessata di tutto, anche del diritto di esistere.

Questa umanità si muove verso le cosiddette capitali economiche in cerca di fortuna.

La fortezza europa si nutre di uomini e donne , per poi evacuarli quando risultano inservibili attraverso la procedura del rimpatrio, maschera di una vera e propria macchina per deportazioni.

Ma c’è chi raccoglie informazioni, crea ostacoli, fa azioni ed intesse relazioni, per opporsi a tutto ciò, come ci racconta durante l’intervista una compagna da Londra, al termine della quale ci lancia una proposta sta a noi coglierla…»

le vespe

Ascolta lo speciale pubblicato da Radiocane:

[audio:http://radiocane.info/images/mp3/joyeni.mp3]

Il giorno dopo

Il giorno dopo la grande rivolta di Roma, inizia il processo per direttissima contro i 18 arrestati. Sarà una udienza lunga: la polizia ha presentato le proprie prove contro i rivoltosi ed ora il giudice li sta interrogando, uno per uno. Da questa mattina è in corso un presidio di fronte al Tribunale, e per questo pomeriggio è prevista una assemblea dei solidali per decidere le prossime iniziative.

Ascolta la corrispondenza dal presidio, registrata questa mattina da Radio Black Out:
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/roma-100331.mp3]

Intanto, dal Cie negano che ieri ci siano stati trasferimenti di massa di reclusi verso altri Cie. Su questo vi sapremo dire qualcosa di più preciso nelle prossime ore, ma sicuramente un trasferimento in ballo c’è: quello di Joy, che oggi verrà riportata nel Cie di Modena. Un passo che allontana la sua deportazione, senza dubbio; non sappiamo se legato a problemi strettamente legali, alla vasta mobilitazione in suo favore, o a tutte e due le cose assieme. Oppure, semplicemente, al fatto che ora come ora il Cie di Ponte Galeria non è certo il posto più tranquillo dove tenere una come Joy, che è molto conosciuta e che ha tutti gli occhi addosso.

Ascolta un commento sul trasferimento di Joy, trasmesso da Radio Onda Rossa:

[audio:http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/silenzioassordante/100331trasferimentojoi.mp3]

Aggiornamento ore 15,30. Finita l’udienza ma non il processo. Dei 18 fermati soltanto 3 – gli unici che hanno precedenti per resistenza – rimarranno in carcere. mentre gli altri 15 saranno “liberati”, vale a dire riportati nel Centro. Durante l’udienza uno dei poliziotti di guardia a Ponte Galeria ha ammesso di aver sparato tre colpi di pistola in aria perché si sarebbe ritrovato sul tetto proprio nel mezzo della sommossa, abbandonato dai suoi colleghi ed in compagnia esclusivamente dei rivoltosi…

Ascolta un racconto dell’udienza, in diretta ai microfoni di Radio Blackout:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/processo-ribelli-roma-31-marzo.mp3]

Leggi un report completo del processo.

Leggimi in lingua francese.

 

Ancora fiamme a Ponte Galeria

Quella di ieri sembrava una giornata come tutte le altre nel Cie di Ponte Galeria, con la maggior parte dei reclusi sedati che dormono fino a mezzogiorno e passano la giornata a letto. Nel centro c’è gente «di tutti i colori»: chi lavora in Italia da vent’anni, tossicodipendenti, alcoolizzati, diabetici, asmatici e malati di epatite.

«Qui ci trattano come cani»
Da dentro sempre gli stessi racconti. Qualche giorno fa un recluso ha sbattuto la testa contro il muro per la disperazione e un altro che protestava è stato picchiato tanto forte che gli hanno rotto i denti. Riempito di botte come quei ragazzi che avevano provato a scappare salendo sui tetti. Poi ci sono i casi di autolesionismo: ogni sera qualcuno ingoia una lametta. Se ti lamenti, minacciano di chiamare la polizia, l’esercito e i carabinieri. Se chiedi di essere curato o portato in ospedale, ti dicono che stai fingendo perchè vuoi scappare. Sequestrano shampoo, sapone e dopobarba, perchè bisogna usare solo quello che forniscono i gestori del centro, la Cooperativa Auxilium. Sequestrano tutto, soprattutto gli accendini: le guardie non vogliono incendi, come quelli della sommossa del 13 marzo scorso. Ma nello spaccio vendono i cerini, e forse non hanno capito che anche con quelli si può accendere un fuoco…

«Un casino della madonna!»
A mezzanotte di ieri arriva questo sms da uno dei reclusi del Centro. Da un’ora è scoppiata una rivolta: i materassi bruciano e ci sono due grossi fuochi che si alzano arrivando fino all’infermeria. Alcuni reclusi sono saliti sul tetto e altri hanno spaccato tre o quattro porte di ferro e hanno quasi raggiunto il muro di cinta. Tutto il centro è pieno di polizia: sono dappertutto ­in tenuta antisommossa, con manganelli, scudi e caschi. Intorno all’una e venti si sentono anche degli spari.

Ascolta le corrispondenze registrate da Radio Onda Rossa.

ore 1.10 – un recluso racconta quello che succede
[audio:http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/silenzioassordante/100330_pontegaleria_h.01.10.mp3]

ore 2.10 – un recluso spiega meglio le ragioni della protesta
[audio:http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/silenzioassordante/100330_pontegaleria_h.02.10.mp3]

Le ultime telefonate coi reclusi risalgono alle tre di notte, e raccontano di alcuni reclusi sono ancora sui tetti e di fiamme non ancora spente.

Da questa mattina nessun recluso risponde più al telefono, quindi non possiamo avere informazioni di prima mano. Ma qualche ora fa, la consigliera regionale Anna Pizzo ha cercato di entrare nel Cie, per verificare la situazione. Ovviamente, mancando il preavviso scritto, non l’hanno fatta entrare. Il direttore ha però ammesso che nella notte c’è stata una tentata evasione, seguita da una protesta, ma ha negato l’intervento della polizia. Secondo il direttore è stata una cosa da poco. Talmente da poco, che per sua stessa ammissione oggi nel centro mancano luce e acqua perchè durante la rivolta sono stati danneggiati gravemente l’impianto elettrico e quello idrico.

Aggiornamento ore 13.00. I prigionieri del settore maschile sono stati rinchiusi nella sala mensa e divisi in due gruppi: da una parte i “buoni” e dall’altra i “cattivi”. Le telecamere di sicurezza avrebbero ripreso tutta la rivolta ed è l’ora degli arresti. Da quel che si capisce, per ora i fermati – i “cattivi”, appunto – sono una quindicina. Nel settore femminile, invece, nessuna si è accorta di nulla: negli ultimi giorni, infatti, le medicine somministrate apertamente o con l’inganno dalla direzione sono particolarmente pesanti e, secondo alcuni racconti, le recluse passano il proprio tempo a dormire o a piangere. Alcune nigeriane questa mattina sono state portate via, e questo vuol dire che si potrebbe essere in preparazione un’altra deportazione.

Aggiornamento ore 13.45. In effetti gli arrestati sono 15, e sono stati portati probabilmente a Regina Coeli. Potrebbero essere processati per direttissima già domani.

Aggiornamento ore 20.00. Il bilancio della rivolta di stanotte nel Cie di Ponte Galeria è di 200.000 euro di danni alla struttura del Centro, quattro evasi, un numero imprecisato di reclusi (forse addirittura sessanta) trasferiti in altri Cie e diciassette o diciotto reclusi arrestati, che verranno processati per direttissima domattina. Ascolta la voce di un un recluso, che racconta ai microfoni di Radio Onda Rossa l’aria che tira stasera dentro al Centro:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/100330_pontegaleria_sera1.mp3]

Ed ascolta anche il racconto della nottata fatta questa mattina da un compagno romano ai microfoni di Radio Blackout:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/ponte-galeria-la-rivolta.mp3]

Domani mattina, dalle 8,30, ci sarà un appuntamento di fronte al Tribunale di Roma, in piazzale, in occasione del processo per direttissima contro i ribelli di Ponte Galeria.

Leggimi in lingua francese.