Fumetti

7 marzo. Moncalieri. Imbrattati nella notte numerosi manifesti del candidato sindaco del Pdl Stefano Zacà, in particolare nel quartiere collinare di Revigliasco, proprio quello dove vive il politico. Un fumetto diverso per ogni manifesto, questi alcuni esempi: «Siamo un gruppo di infami», «Mafioso? Si certo!», «Ogni mese ti tolgo lo stipendio».

Aggiornamenti sugli scioperi e testimonianze da Milano

A Milano, nel Cie di via Corelli, i detenuti e le detenute in sciopero della fame cominciano ad essere debilitati ed indeboliti. Ad alcune ragazze del reparto trans sono state fatte flebo di liquidi e una è stata portata in ospedale. I reclusi hanno chiesto invano di essere pesati e controllati costantemente da personale medico, come è prassi durante ogni sciopero della fame, ma questo. Tuttavia, nonostante le difficoltà, lo sciopero continua con determinazione, anche grazie alla solidarietà degli antirazzisti che continuamente portano acqua e succhi al centro e mantengono ininterrottamente i contatti.

A Roma, nel Cie di Ponte Galeria, una ventina di reclusi continua lo sciopero: i gestori portano il cibo e loro lo rimandano indietro. Alcuni che avevano iniziato autonomamente lo sciopero qualche giorno prima degli altri sono molto provati, perché oramai sono dieci giorni che non mangiano. A differenza di quanto accade a Milano, a Roma i reclusi sono pesati e monitorati regolarmente, ma la cooperativa Auxilium (subentrata alla Croce Rossa nella gestione del centro da una settimana) non permette che i solidali portino i succhi e le bevande dall’esterno. La dotazione giornaliera di liquidi per ciascun recluso è di un litro d’acqua, ma lo sciopero non si ferma.

A Torino, nel Cie di corso Brunelleschi, lo sciopero nell’area gialla prosegue a staffetta e oggi un recluso in sciopero della fame da parecchi giorni si è sentito male. I suoi compagni di gabbia hanno chiamato la Croce Rossa, il 118 e i solidali fuori. Dopo un’ora di pressioni – dall’interno e dall’esterno del centro – il ragazzo è stato portato all’ospedale per accertamenti.

Bologna invece è un caso a parte. Nel Cie di via Mattei lo sciopero si è interrotto dopo il primo giorno, e soltanto un recluso continua il suo sciopero della fame solitario, anche per motivi personali. La situazione nel centro è molto difficile, perché sembra che l’uso di tranquillanti in questo Cie sia più diffuso che in altri. Ogni volta che i solidali riescono a contattare i reclusi, questi rispondono del tutto intontiti ed addormentati, a qualunque ora del giorno e della notte.
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Su commissione?

7 marzo. “Calabresi farai la fine di tuo padre”, questa l’ennesima scritta comparsa nella notte sui muri della sede torinese del quotidiano “La Stampa”, in via Tiziano 62. Allertati dalla vigilanza privata, che aveva visto la scena grazie alle telecamere di videosorveglianza, i carabinieri fermano poco minuti dopo due ragazzi rumeni. In un cestino poco distante i militari avrebbero trovato uno zainetto, con dentro un biglietto con la scritta incriminata. Da qui la fantasiosa ipotesi che gli autori del gesto abbiano agito su commissione.

Solidarietà agli scioperi della fame nei Cie

Venerdì 5 marzo davanti al lager di via Corelli alcuni solidali hanno fatto un presidio per sostenere la lotta dei reclusi e le recluse in sciopero della fame, portando dentro al centro delle bevande che non siano “dopate”, a differenza di quelle somministrate dai gestori del centro.

Ascolta la corrispondenza da Milano registrata da Radio Onda Rossa:

[audio:http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/silenzioassordante/100305_presido_corelli_milano.mp3]

Scarica la corrispondenza

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Continua lo sciopero a Milano, e la protesta si allarga

Con grande determinazione continua a Milano, nel Cie di via Corelli, lo sciopero della fame iniziato ieri in tutte le sezioni (maschile, femminile e transessuale) contro il prolungamento della detenzione fino a sei mesi, contro le terribili condizioni di vita nel centro e in solidarietà con gli antirazzisti torinesi arrestati “solo perchè dicono la verità”.

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Siamo stanchi di non vivere bene

“Siamo stanchi di non vivere bene. Viviamo come topi. La roba da mangiare fa schifo. Viviamo come carcerati ma non siamo detenuti. I tempi di detenzione sono extra lunghi perché 6 mesi per identificare una persona sono troppi. Siamo vittime della Bossi Fini. C’è gente che ha fatto una vita in Italia e che ha figli qua, gente che ha fatto la scuola qui e che è cresciuta qui. Non è giusto. Non siamo delinquenti.
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I destini della sinistra

 3 marzo. Nel pomeriggio, in una sala in pieno centro a Torino, una elegante manica di sorridenti intellettuali, si è data convegno, alla presenza del bel sindaco Chiamparino, per discutere attorno ai destini della sinistra, tematica suggerita dalla presentazione di un libro. Destini della sinistra? Un gruppo di compagni antirazzisti, con in serbo alcune impressioni a riguardo, ha sentito l’urgenza, pur senza invito, di partecipare all’incontro, distribuendo volantini e aprendo uno striscione (di fatto disturbando). (more…)

Tentata fuga, rivolta, fiamme a Ponte Galeria

28 febbraio ore 22.00:

La Croce Rossa si incontra per il passaggio di consegna della gestione del Cie di Ponte Galeria con i dirigenti della Cooperativa Auxilium, che ha vinto la gara d’appalto e che già gestisce il Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Bari. La polizia fa da immancabile contorno a questo importante avvenimento.

Dalla parte opposta, nell’ala inaugurata pochi mesi fa, sfruttando il momento che vede concentrati vecchi e nuovi aguzzini su questo grande afffare, si tenta la fuga. Solo un ragazzo riesce a raggiungere il muro di cinta e a tentare il salto verso la libertà.
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Determinazione

1 marzo. Idrissa stava partecipando allo sciopero dei migranti, e forse non si aspettava che gli sbirri proprio oggi avrebbero provato ad arrestarlo per non aver ottemperato all’ordine di espulsione; gli sbirri forse non si aspettavano che arrestando lui il presidio colorato delle associazioni sarebbe diventato un corteo, che infine si sarebbe rifiutato di sciogliersi fino al momento della sua liberazione. Tra i tanti striscioni della manifestazione, anche quello dal balcone di Marco, ai domiciliari per via del suo antirazzismo, che recita «Fuoco ai C.I.E.». Davanti alle provocazioni di sbirri e PM razzisti bisogna agire, insieme, con determinazione. 

Saluto notturno

27 febbraio. Per qualche minuto un nutrito gruppo di antirazzisti urla slogan, esplode petardi e batte contro i pali della luce davanti al Cie di corso Brunelleschi, per poi dileguarsi prima dell’arrivo delle volanti. Sul muro imbiancato di fresco compaiono nuove scritte, tra le quali Complici con chi non abbassa la testa.