Di fronte alla mobilitazione partita a Como, ma anche a Brescia e a Mantova per ostacolare il rientro dentro ai Centri delle rivoltose di Corelli, gli uomini di Maroni hanno deciso di anticipare le mosse, “scarcerando” le recluse nel pieno della notte e dribblando così i solidali.
Di nuovo Cie, dunque, per Joy, Debby, Hellen, Florence e Priscilla. Oggi sarebbe dovuto “uscire” pure Mohammed, che come sapete ha preferito uccidersi nella sua cella di San Vittore per evitare di passare ancora sei mesi in gabbia.
Intanto, i solidali che si erano piazzati a Como ad aspettare Joy ed Hellen si stanno muovendo verso il Cie di via Corelli, a Milano, dove è previsto un presidio per le 12. A Torino, invece, l’appuntamento è per le 21 di oggi, di fronte al Cie di corso Brunelleschi.
Non sappiamo se i trasferimenti delle cinque siano ancora in corso o si siano già concludi. Da quello che sappiamo, le destinazioni sono: Milano, per Priscilla; Torino, per Debby; Roma, per Florence ed Hellen; Modena, per Joy.
Ascolta il resoconto della mattinata raccolto questa mattina da Radio Blackout…
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/trasferite-nottetempo.mp3]
…e quelli raccolti da Radio Onda Rossa e Radio Onda d’Urto.
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8 febbraio. Aziz è al quinto giorno di sciopero della fame, dentro a corso Brunelleschi. La settimana scorsa gli hanno notificato la terza convalida del trattenimento dentro al Centro, e lui non ce la fa più, così ha cominciato a lottare. Ha chiesto l’asilo politico, Aziz, ed aspetta una risposta: «Se volete portarmi via,» – dice – «preparate una bara per me. Da vivo non me ne vado.»
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7 febbraio. Nella notte qualcuno prende a mazzate una vetrata della sede del Pd di Mirafiori. Il vetro è antisfondamento e resiste ai colpi, ma l’iscritto al partito che in quel momento era nei locali si spaventa e telefona al segretario provinciale Cuntrò. Tirato giù dal letto, Cuntrò reagisce convocando i giornalisti e dichiarando che oramai la campagna elettorale è compromessa da tanta violenza e che il Questore e il Prefetto si dovrebbero decidere ad arrestare un po’ di anarchici.

Ascolta il racconto dei fatti di questa estate, e l’appello per la mobilitazione del 12 febbraio:
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/ribellarcigiusto.mp3]
Leggi anche il volantino sulla giornata, e scarica banner, adesivi e manifesti della campagna per Joy e Ellen.
(Venerdì scorso si è diffusa la notizia di come Joy, rinchiusa nel carcere di Como, abbia revocato l’avvocato che l’aveva difesa durante il processo per i fatti di Corelli e che la stava seguendo nel procedimento contro l’ispettore Vittorio Addesso. Una revoca spiegabile solo come frutto di un tentativo, da parte di terzi che allo stato delle cose ci sono ignoti, di isolarla dai compagni e di indebolire la sua denuncia contro i Cie. Appena ne sapremo di più ve ne daremo conto.)
4 febbraio. Dentro al circolo “Garibaldi” del Partito Democratico, a San Salvario, è in corso una noiosissima riunione pre-elettorale quando si affacciano sulla porta una quindicina di giovani abbastanza benvestiti. «Nuovi iscritti, finalmente!», pensa il coordinatore del circolo, «magari i rampolli di qualche famiglia di industriali o di magnati del cemento…». E invece no. Gli ospiti sono quei rompicoglioni degli anarchici, che aprono uno striscione e ricordano velocemente ai presenti le responsabilità del Pd nell’ondata di sgomberi della settimana precedente. Poi lanciano in aria alcune mazzette di banconote («così vi pagate il servizio d’ordine!»), salutano amabilmente e se ne vanno. Non avendo di fronte alla porta i gorilla della Hydra Srl a difenderli i militanti si rassegnano a chiamar la polizia e qualche giornalista. Poi ricominciano la riunione, in attesa di nuovi iscritti che, anche per questa sera, non arriveranno.
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Di nuovo manganellate dentro al Centro di via Corelli, a Milano. Le guardie, questa volta, se la prendono con i compagni di gabbia di Hassan, un recluso che da 20 giorni è in sciopero della fame e che, disperato, proprio ieri sera ha ingoiato un flacone intero di detersivo. I soccorsi ritardano, come sempre, e quando la Croce Rossa lo porta fuori dalla gabbia sembra più morto che vivo. I suoi amici sono furenti e assediano l’infermeria per avere sue notizie, e la polizia li respinge: «Marocchini di merda! Marocchini di merda!» – ripetono con garbo i poliziotti, mentre li bastonano stando attenti a non lasciare troppi segni.
Ancora a notte fonda gli uomini dell’ispettore Addesso si rifiutano di dare notizie delle condizioni di salute di Hassan: sembra però che non sia nemmeno stato portato all’ospedale. A presto aggiornamenti.

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Guarda anche le altre foto del contest di graffiti che si è svolto sabato di fronte a Lostile appena sgomberato.
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