Vacanze di Natale (a Torino)

Nella sua conferenza stampa di fine anno, il 29 dicembre scorso, il questore di Torino Aldo Faraoni ha dichiarato che Torino è tutto sommato una città tranquilla. Certo, ha aggiunto, per il 2010 sono previste senza dubbio alcune “criticità”, legate ai tre “sorvegliati speciali” dell’anno nuovo: «tifosi, centri sociali e no tav».

Saranno solo tre, i “sorvegliati speciali” torinesi del 2010? In realtà, ci pare proprio che con l’anno nuovo ce ne avranno ben di più da sorvegliare, il signor Questore e i suoi questurini. Almeno a giudicare da questa breve – e sicuramente incompleta – cronologia dei fatti occorsi in città durante le vacanze di Natale…
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Buon anno da Bari-Palese

«L’anno nuovo è arrivato. Come regalo ai gestori del Cie di Bari-Palese diffondiamo queste foto giunteci tramite una renna col doppiofondo. Diffondiamo queste foto in modo che tutti sappiano di che morte si “vive” all’interno di quella struttura. Diffondiamo queste foto non sperando che un giorno quel lager si dipinga di azzurro, o che, un giorno, gli “ospiti” possano finalmente mangiare su tavoli e sedie, o che un giorno, magari, arrivino letti e coperte, o che i militari di guardia non rispondano col manganello alle richieste dei reclusi.

Diffondiamo queste foto perché tutti sappiano che a Bari è in funzione un vero e proprio campo di concentramento. Ed è compito di tutti far sì che di questo posto rimangano solo macerie. Fuoco ai centri per detenzione per stranieri. Libertà per tutti.»

Alcune renne scorbutiche

Leggi anche l’articolo de la Repubblica di Bari.

Leggi e ascolta anche:

Cie di Bari: un po’ meglio

Cie di Bari: sempre peggio

 

Braghe

È bastato un altro giorno e mezzo di picchetto ai cancelli delle Fiege di Brembio per fare calare le braghe ai padroni. Dopo i fatti del 30, il picchetto e la serrata del 31, il nuovo blocco di lunedì mattina ha raccolto di fronte ai cancelli della fabbrica un centinaio di persone, tra operai e solidali arrivati un po’ da tutto il Nord Italia. La polizia, questa volta, si è tenuta lontana ed ancora una volta la Fiege ha dovuto interrompere la produzione. Di fronte a tanta gente e tanta determinazione – il picchettaggio, difatti, è continuato anche il giorno successivo – l’azienda ha capitolato, accettando tutte le richieste degli scioperanti. Spiazzati anche i sindacati confederali, arrivati all’ultimo minuto a rivendicare un pezzettino di “vittoria” e sonoramente fischiati. Ora, per i 35 di Brembio, è il momento della festa. Ma anche il momento per prendere la rincorsa e chiedere ancora di più.

 

Ascolta il racconto dell’ultima giornata di lotta, trasmesso dai microfoni di Radio Blackout:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/vittoria-a-brembio.mp3]

 

Guarda i video girati durante il picchetto del 30, con le minacce della polizia e i primi spintoni, oppure ascolta le testimonianze trasmesse da Radio Blackout.

Un appello da Parigi

Il 25, 26 e 27 gennaio prossimi si svolgerà al Tribunale di Parigi (Aula 16, Fermata “Cité” della metropolitana) il processo per l’incendio di Vincennes. Ve ne abbiamo già parlato a lungo, di quella rivolta, vi abbiamo parlato dell’apertura del processo in dicembre, e recentemente vi abbiamo anche tracciato una stimolante cronologia di questi ultimi mesi di lotta contro i Centri e contro le galere in Francia ed in Belgio.

Ora ci giunge un appello dalla Francia perché la settimana che precede le udienze – quella che va dal 16 al 24 di gennaio – si trasformi in una settimana di solidarietà con gli accusati, in una settimana di lotta contro i Centri e contro le frontiere. Eccovelo.

BRUCIAMO LE FRONTIERE!

La rivolta che ha portato all’incendio della più grande prigione per stranieri in Francia è una risposta concreta e storica all’esistenza dei centri di trattenimento e all’insieme della politica di controllo dei flussi migratori. Nei giorni 25, 26 e 27 gennaio, dieci persone saranno giudicate per questa rivolta nel Tribunale di Parigi (Metropolitana Cité). La nostra solidarietà deve essere all’altezza della posta in gioco: rilascio degli accusati e, inoltre, libertà di movimento e di insediamento.
Il 22 giugno 2008, il più grande CPT di Francia è bruciato. Tra giugno 2008 e giugno 2009, una decina di ex- trattenuti sono stati arrestati e collocati in detenzione preventiva – per la maggior parte da quasi un anno -. Sono accusati di danneggiamento, distruzione di edifici del centro di trattenimento amministrativo di Vincennes e/o violenza contro le forze dell’ordine.
Durante i sei mesi precedenti all’incendio, il centro di Vincennes è luogo di continui movimenti di protesta di coloro lì rinchiusi perché sprovvisti di documenti. Scioperi della fame, piccoli incendi, rifiuto all’appello, diverbi con la polizia, forme di opposizione individuali o collettive, si sono succeduti all’interno del centro per tutto questo periodo. All’esterno, manifestazioni e iniziative denunciano l’esistenza stessa di questi centri e sostengono gli atti di rivolta.
Il 21 giugno 2008, Salem Souli muore nella sua stanza dopo aver invano chiesto di essere curato. Il giorno dopo, una marcia organizzata dai detenuti in ricordo di quest’uomo, è repressa con violenza. Scoppia allora una rivolta collettiva e il centro di trattenimento brucia.

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Brembio

Dall’altro lato della macchina delle espulsioni, dovreste saperlo, ci sta un capannone che spunta dalla nebbia, con dei camion che entrano e che escono senza fermarsi mai. Ci stanno anche dei campi sotto al sole, per carità, o delle bestie da portare al pascolo, oppure ancora le urla di un mercato affollato, o soltanto entrate secondarie di ristoranti e rosticcerie. Ci stanno luoghi, insomma, dove la condizione servile è la condizione sociale diffusa.

Badate bene, non stiamo parlando per metafore: il legame tra contratto di lavoro, fedina penale e permesso di soggiorno fa riemergere rapporti sociali premoderni, feudali, perché è la fedeltà al Signore a garantire ai servi il proprio stato, con quel po’ di prerogative che questo comporta. Ribellarsi al Signore, non accettare più le condizioni di lavoro e di vita che questi ci propone vuole dire perderne la “protezione”, non essere più di nessuno ed essere messi al bando. «Il contratto di lavoro rende liberi»? Di più: «il contratto di lavoro ti mette al mondo», garantisce in qualche maniera il tuo posto nel mondo. Con il sigillo dei Centri e della macchina intera delle espulsioni, il capitalismo ultratecnologico fa l’occhiolino al feudalesimo, e lo fa senza tanti sensi di colpa: con buona pace della teoria liberale e di tutte le vecchie menate sui diritti.

Quando un uomo in divisa dice ad un operaio che blocca i cancelli «togli il picchetto o ti denuncio e addio permesso di soggiorno», lo sta richiamando alla sua condizione servile, senza tanti fronzoli e con schiettezza questurina. E quando il servo non si muove, insiste, e testardamente continua a tenere la posizione sta facendo qualcosa di più che portare avanti la sua lotta personale: sta facendo un discorso a tutti, ci sta in qualche maniera invitando a scendere in campo anche noi che guardiamo.

Tutto questo per invitarvi a Brembio. Dopo le cariche e gli arresti del 30 dicembre e dopo un picchetto che ha di fatto costretto la Fiege ad interrompere le operazioni di carico e scarico per tutta la giornata del 31, dopo la scarcerazione dei due arrestati ed un incontro in Prefettura durante il quale i sindacati confederali hanno riprovato a prendere il controllo della situazione rimangiandosi l’accordo-pacco di quandici giorni fa, i 35 di Brembio hanno lanciato un appello per un nuovo appuntamento di lotta, per le 5,30 di lunedì mattina. Sta a noi dar loro ascolto.

Leggi un riassunto della vicenda, con l’appuntamento e le indicazioni per raggiungere Brembio.

Ascolta il racconto e l’appello di Fabio, del Comitato antirazzista milanese:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/appuntamento-a-brembio.mp3]

Sorveglianze revocate

La Corte d’Appello di Torino ha revocato la sorveglianza speciale ai due redattori di //macerie (e storie di Torino)//, ribaltando così la sentenza di primo grado di due mesi fa. Un regalo di Natale agli anarchici? Simpatie per il conflitto sociale? Niente di tutto questo. Soltanto l’osservazione che la grande “massa di segnalazioni” presentata dalla Questura di Torino non vale un fico secco, visto che non ha portato a nessuna condanna definitiva. E mentre il Questore in persona proclama che ad essere “sorvegliati speciali” nel 2010 saranno in molti – ultras, no-tav e i centri sociali in testa – i cervelloni del Dott. Petronzi si stanno già dedicando alla ricerca di altre scorciatoie per regolare i conti con gli inguaribili rompi-coglioni.