16 marzo. Dopo il questore di Torino anche il comandante provinciale dell’Arma, Emanuele De Sanctis, ha deciso di lanciarsi nei tanto gettonati “controlli straordinari del territorio”, dispiegando una cinquantina di agenti tra Barriera di Milano, Aurora e Campidoglio. Le compagnie Oltredora e Mirafiori, supportate da un elicottero del nucleo di Volpiano, hanno identificato 56 persone, controllato 27 auto e anche alcuni esercizi commerciali. Un uomo di Rivoli e un torinese sono stati arrestati per dei definitivi da scontare , rispettivamente per furto e rapina. Quattro persone sono state arrestate per reati contro il patrimonio, un ragazzo senegalese è stato arrestato per spaccio. Sei tossicodipendenti segnalati alla Prefettura e due persone denunciate per guida in stato di ebbrezza e possesso di arnesi da scasso.
16 marzo. Il Comune di Torino ha deciso di installare dieci telecamere a riconoscimento facciale tra i giardini Madre Teresa di Calcutta e la Circoscrizione 7 di corso Vercelli. Un’interevento da tempo sbandierato, assieme alla volontà di chiudere i giardini con grosse inferriate per controllarne meglio gli accessi, che inizia a prendere forma.
15 marzo. Continua a cambiare la Torino post-industriale: dove una volta la Fiat Ferriere si inglobava un intero pezzo di quartiere tra via Ceva e corso Mortara, riemerge oggi la Dora Riparia, abbattuta definitivamente la soletta di cemento che aveva permesso l’estensione di suolo su cui edificare la vecchia fabbrica. All’interno di questo progetto per rendere il quartiere “più allegro e moderno”, mentre a due passi su corso Pincipe Oddone impazzano le retate straordinarie del questore Messina, la Spina Centrale si sta aprendo a nuovi orizzonti: entro l’estate si completerà infatti anche il tratto compreso tra piazza Baldissera e via Breglio.
15 marzo. Continuano i “controlli ad alto impatto” voluti dal questore di Torino Francesco Messina. In serata cinquanta poliziotti sono piombati all’incrocio tra via Montanaro e via Scarlatti, già teatro di numerose retate, bloccando gli accessi alle strade con le camionette. Un ragazzo senegalese è stato rincorso in via Calvi e arrestato per spaccio. Cinquanta le persone controllate, 16 delle quali trasportate all’Ufficio Immigrazione per accertamenti. Dieci, infine, sono state espulse. Anche alcuni locali sono stati controllati, spiccando multe fno a 12.000 euro e, per un locale in via Palestrina, la sospensione della licenza per due settimane.
14 marzo. Un’ottantina di persone si sono radunate alla frontiera tra Italia e Francia, davanti alla PAF (polizia di frontiera francese), per protestare contro il fermo di Benoit e l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina affibiatagli. Appena pochi giorni prima, infatti, Benoit era stato sorpreso da un posto di blocco francese a poche centinaia di metri dall’ospedale di Briancon mentre trasportava una donna incinta in pieno travaglio, suo marito e i due bambini. La donna è stata accompagnata all’ospedale ma Benoit è stato fermato e il resto della famiglia rispedito indietro a Bardonecchia.Durante il presidio si è deciso di bloccare a intermittenza la strada, creando fastidio alla mobilità di forntiera, sotto gli occhi di Gendarmerie oltralpe e Digos nostrana.
12 marzo. Una donna di trent’anni sorpresa senza biglietto sulla linea 49, in via Bologna, si è ribellata ai controllori e ai due agenti della Polizia Municipale in servizio sul mezzo all’interno del progetto “Linea sicura”. Nel tentativo di fuggire la ragazza avrebbe preso a morsi i due agenti, senza però riuscire a divincolarsi. Al momento si trova in stato di arresto con le accuse di: resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e rifiuto di fornire le generalità.

Fiumi di parole sono già stati spesi riguardo le nuove forme di lavoro basate sull’utilizzo delle digital platform. Le famigerate App stanno sostituendo e anzi integrando la vecchia organizzazione del lavoro, per atomizzare e gestire al meglio chi ogni giorno suda tra gli scaffali dei magazzini Amazon o tra le strade delle città a misura di delivery. Proveremo ora a dar conto di queste trasformazioni a partire dai cambiamenti introdotti ultimamente da una specifica azienda, già ampiamente chiacchierata nelle pagine di questo blog e non solo: Deliveroo Italia. Avendo sullo sfondo la piccola esperienza di lotta accumulata fino ad ora, degli scioperi torinesi di maggio e settembre scorsi e di altre iniziative in giro per la penisola, cercheremo di capire la portata delle contromisure prese dai padroni (o manager, che dir si voglia) e l’impatto che queste potranno avere sulle possibilità organizzative di future lotte dei rider. A partire dall’attacco diretto al sacrosanto principio del lavorare con lentezza che, almeno in quel di Torino, una buona parte della flotta ha sempre cercato di osservare con fermezza.
Presentata come una risposta alla richiesta di flessibilità del 92% dei lavoratori di Deliveroo, stando alle arcane fonti degli uffici di Milano, la nuova App Rider consente all’azienda di migliorare l’efficienza, per massimizzare i guadagni, e la disciplina, per assicurarsi fattorini affidabili e sempre pronti ad eseguire un ordine. Il tutto senza che i dirigenti debbano muovere il sedere dalle loro poltrone, né sguinzagliare cani da guardia nelle strade.
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12 marzo. Dopo la manifestazione di domenica in solidarietà alla resistenza curda contro l’attacco di Erdogan, un gruppo di persone ha nuovamente portato l’attenzione su quanto sta accadendo ad Afrin srotolando uno striscione dalla Mole.
12 marzo. Un detenuto del blocco C del carcere delle Vallette ha aggredito quattro secondini, poi ricoverati al pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria. I motivi non sono ancora chiari
11 marzo. Manifestazione in solidarietà ad Afrin e alla resistenza curda contro l’attacco turco. Durante il corteo sono state vergate alcune scritte sulla sede della Microtecnica s.r.l. di piazza Arturo Graf, responsabile della fabbricazione di componenti elettronici per gli elicotteri usati dal presidente Erdogan. Inoltre i vetri dell’ingresso dello stabile sono stati distrutti.