Senza fronzoli

Abbimamo letto qua e là su internet un testo bello, che parla chiaro, senza fronzoli ideologici, riguardo ad alcuni avvenimenti dell’ultima settimana di maggio. Ve lo riproponiamo con piacere

Razzismo. Martedi mattina ero indeciso su cosa fare durante la giornata. Ancora assonnato scendo al bar sotto casa per prendere il caffè e leggere il giornale, e tra me e me penso di dedicare un po’ di tempo all’università e un po’ all’allenamento, alla mia vita insomma. Ma fingere di non vedere il mondo che ci circonda è oramai sempre più difficile. “Dovete essere puliti per entrare qui! Ma perché non andate lontano, in un altro bar?”, dice un italiano a uno zingaro: “Il parco non è vostro, ve ne dovete andare! Uno di questi giorni vi brucio tutti col lanciafiamme!” Nella mia testa scorrono come un lampo i più drammatici fatti di cronaca degli ultimi tempi, rispondo al razzista per le rime, ed offro la mia amicizia ai nomadi che si sono accampati lì vicino. Dentro di me penso che di queste cose ne ho veramente le palle piene, che minacciare di dare fuoco a qualcuno non deve essere una normale chiacchiera da bar: anche oggi troverò il modo di manifestare contro i responsabili di questa situazione, i dispensatori di odio e paura che stanno al governo, che con le loro politiche xenofobe e securitarie stanno eliminando anche le ultime parvenze di libertà che questa civiltà morente sapeva ancora offrire.

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Ritmo

3 Giugno. Ennesimo corteo razzista per le strade di Aurora-Valdocco:  tocca ancora alla Lega, in chiusura di campagna elettorale, sfilare blindata per una parte del quartiere. E fino a qua nulla di nuovo, purtroppo. La novità è un’altra: questa volta alcuni abitanti della zona, antirazzisti e con amici al seguito, escono da un portone e si mettono a sfilare per le strade del quartiere alla ricerca dei leghisti. Non hanno chiesto il permesso a nessuno e presto vengono bloccati dalla celere schierata. Ma poco male: il piccolo corteo improvvisato intanto si è un po’ ingrossato e cambia rotta. Girerà per qualche ora il quartiere, facendo tanti discorsi alla gente affacciata ai balconi e sulle porte dei bar, dicendo «no!» alla propaganda razzista e raccogliendo appoggio, ammiccamenti ed applausi. Il tutto al ritmo irresistibile della samba.

Venaria

3 giugno. Brillante operazione dei carabinieri di Venaria, sempre in prima fila nella lotta contro le più tremende ingiustizie. Questa volta sono riusciti a fermare ben cinque stranieri, colpevoli di non avere i documenti in regola.

Convincente

3 giugno. Dopo cinque giorni di sciopero della fame, una ragazza nigeriana rinchiusa dentro al Cie di corso Brunelleschi ha dato un fuoco ad un materasso per protesta. Stava male da giorni, e nessuno si degnava di curarla. Dopo aver spento il rogo, i crocerossini hanno subito trasferito la ragazza all’ospedale: per curarla, appunto.

Sorvegliateci i Maroni

Finalmente, dopo giorni di estenuanti ricerche, siamo in grado di pubblicare il testo dei volantini lanciati martedì scorso nella sede della Lega Nord di Largo Saluzzo. Lancio che è costato a quattro compagni ben tre giorni di galera con l’accusa di “violenza privata”: si dice che le coronarie di una vecchia camicia verde ne abbiano risentito. Ma la notizia non sembra verosimile: i leghisti, notoriamente, sono gente senza cuore.

Signori, vi vediamo preoccupati. Vedete con i vostri stessi occhi che questa società è in pericolo. Per una volta, siamo d’accordo con voi: da qualunque parti la si guardi, la situazione è effettivamente fuori controllo, e vi sta esplodendo tra le mani, qualunque cosa tentiate di fare.

Parliamo di cose concrete: mentre l’economia va a rotoli, mentre i padroni ingrassano, gli sfruttati sono disposti letteralmente a tutto per un posto di lavoro. Recentemente, a Napoli, alcuni disoccupati sono arrivati a dar fuoco a un autobus per protesta. Guardiamoci in faccia e diciamoci la verità: a parte parlare ossessivamente di sicurezza, voi non sapete che pesci prendere.

Ci presentiamo: noi siamo una piccola parte di questo mondo che esplode. Diciamo che ci conoscete già, o per meglio dire ci conosce quel Maroni che ci ha fatto piazzare sotto al culo questa cimice. Noi ve la restituiamo, con la preghiera di riportargliela. Voleva sentire cosa diciamo? Non c’è problema, ve lo abbiamo sempre detto in faccia e ve lo ripetiamo adesso: siete solo dei razzisti di merda. Ripetetelo pure al Ministro degli interni.

In questi giorni, inoltre, il Questore di Torino ha richiesto la sorveglianza speciale per due nostri compagni. La polizia, che voi oggi comandate, vorrebbe che per quattro anni non possano uscire da Torino, che rimangano in casa dalla sera alla mattina, che non partecipino a manifestazioni. Dite anche questo al signor Ministro: ce ne sciacquiamo le palle delle vostre minacce e delle vostre intimidazioni.

A dire il vero c’è solo una cosa che ci preoccupa: che la vostra sporca propaganda razzista riesca a incanalare la rabbia sociale in una guerra tra poveri, in una guerra ai più poveri: gli stranieri, i senza casa, i senza lavoro. Chi è cattivo con i clandestini, chi è contro una società multietnica, è in realtà a favore di qualcosa di simile alla Iugoslavia.

D’altro canto, statene certi: noi ci adopereremo in ogni modo affinché lo schianto di questa società, ormai inevitabile, sia di tutt’altro segno: quello della guerra di classe degli sfruttati contro gli sfruttatori. E non siamo soli in questa fatica.

Per questo motivo, ve lo diciamo chiaramente: sorvegliateci i Maroni.

Ed ecco una fotografia della microspia in questione, prima di essere distrutta e restutuita al mittente

la microspia

Se vuoi dire direttamente al ministro Maroni quello che pensi di questa storia di sorveglianza speciale, puoi stampare e spedire queste cartoline. Scarica prima il fronte, e poi il retro.

Comizi

1 giugno. Neanche ad Orbassano la Lega ha vita facile. In serata è atteso Borghezio per un comizio ma già da prima dell’appuntamento un gruppo di residenti accoglie a male parole e sputi le due macchine di propaganda leghista che girano per il paese scandendo slogan contro immigrati e zingari. Quando, poi, Borghezio comincia a parlare degli antirazzisti fanno irruzione nella sala dove si tiene il comizio, e lo interrompono con fischi, slogan ed esponendo uno striscione.

Matto?

1 giugno. Sono appena concluse le prove della parata del 2 giugno in piazza Castello, quando un passante (con cagnolino) comincia ad inveire contro i soldati e contro la polizia. Gli agenti di una volante gli si scagliano contro, lui fa un’ostinata resistenza, e alla fine il lunotto posteriore della volante si incrina contro la testa del contestatore.  Poi arriva l’ambulanza e lo trasporta in ospedale.

Tricolori

30 maggio. Alla fine di una festa antimilitarista ai Giardini reali, un gruppo di senzapatria dà fuoco pubblicamente ad un tricolore.

Merda

29 maggio. Eccolo finalmente sfilare il tanto annunciato corteo dei Comitati del quartiere Aurora, organizzato in prima persona dalla consigliera di circoscrizione del Pdl Patrizia Alessi. Ma chi si aspettava la marcia su Palazzo di Città di un intero quartiere è rimasto deluso. E sì perché a sfilare strette strette c’erano un centinaio di persone. E se a questi cento si tolgono i portavoce dei Comitati (Pino Lamendola, Domenico Panetta e Carlo Verra, tra gli altri) con familiari a seguito e i politici (Petrarulo, Ghiglia, Ventriglia, Ravello, Borghezio, Carossa…) con relativi guardaspalle e portaborse non è che rimangono grosse masse. Un po’ di gente del quartiere c’è, certamente, ad urlare contro bivaccatori, clandestini, tossici e anarchici rovesciatori di cassonetti. Ad urlare contro i propri vicini di casa, insomma, visto che in Aurora ci vive anche molta gente che ama bivaccare in strada, o che non ha il permesso di soggiorno, o che ama sostanze illegali… E ci bazzicano anche vari anarchici che, quando sono incazzati, arrivano pure a rovesciar cassonetti.

Sta di fatto che, sin dalla partenza, i manifestanti sono costretti a sfilare ben protetti dalla polizia. Un gruppetto di contestatori urla loro “razzisti!”, altri li guardano stupiti, altri ancora li deridono. Quando da un balcone piove un petardo, la polizia ammanetta un ragazzo maghrebino un po’ a caso, poi lo molla. Alla metà percorso, da un angolo, il corteo viene sfiorato da un rapidissimo lancio di merda e i soliti bivaccatori del quartiere, ai lati, se la ridono.

Il corteo termina tristemente di fronte al municipio, non senza avere raccolto contestazioni anche da qualche balcone di Porta Palazzo, dove sin dal giorno prima erano comparsi i manifesti che seguono. (more…)

Bombardieri

29 maggio. Nella notte, la strada di accesso allo stabilimento dell’Alenia Aeronautica – tra Caselle torinese e Malanghero – viene sbarrata. Cartelli stradali e transenne riportano le scritte “Strada chiusa. Pericolo assassini”, “Pericolo fabbrica di morte”. E poi uno striscione “NoF35. No fabbriche di guerra”.