Identità

5 maggio. L’estate scorsa, fermato dai Carabinieri di fronte all’entrata delle Poste di un paesino del Canavese, aveva mentito sul suo vero nome e cognome. Processato e condannato, ora è alle Vallette, dove dovrà restare per un anno.

Razzisti in marcia

4 maggio. Due manifestazioni hanno attraversato la zona corso Principe Oddone. Due manifestazioni, ma con le stesse parole d’ordine: “onore al carabiniere morto” e “no alla moschea di via Urbino. Due manifestazioni, ma a ben guardare, con le stesse facce brutte, livide e rancorose di commercianti e cittadini razzisti. Due manifestazioni, ma in fondo una sola. Prima, in più di 100  hanno sfilato dietro lo striscione del CCST, in una manifestazione “apartitica” che è confluita subito dopo in quella organizzata dai partiti del Pdl.  Qualcuno, per strada e dai balconi, ha gridato “razzisti” ai razzisti. Qualcuno aveva provveduto a ricordare che, prima di questo carabiniere, sono morti più di una decina di stranieri inseguiti dalla polizia. Ma forse non basta.

Per una volta

4 maggio. «Sbirri assassini, per una volta tocca a voi». Questa e altre scritte sono comparse sui muri in zona corso Principe Oddone, accompagnate da una serie di necrologi per tutti quegli stranieri  morti, affogati o colpiti da un colpo di pistola, durante gli inseguimenti di polizia. Qualcuno ha anche provveduto a rimuovere il mazzo di fiori deposti alla memoria del carabiniere morto investito da un treno la notte del 24 aprile, e a far sparire il tricolore che corredava l’altarino.

Polpastrelli

4 maggio. Fermato per un controllo, dichiara subito la propria identità ai Carabinieri. Che lo arrestano lo stesso, però, perché non riescono a trovare le impronte digitali sui suoi polpastrelli

Sovraffollamento

4 maggio. Due secondini al pronto soccorso dopo un animato diverbio con un detenuto ghanese, nel padiglione “B” delle Vallette. A quanto pare, le guardie pretendevano di buttare nella cella già sovraffollata dove era rinchiuso l’uomo ancora altri reclusi.

Un successone

3 maggio. Alla fine ce l’hanno fatta. I giovani de La Destra sono riusciti a sfilare in centro a Torino. In cinquanta, di domenica mattina e super scortati dalla celere: non un gran risultato, per un corteo (nazionale!) “contro la violenza rossa”.

Facce

1 maggio. Lungo le vie del centro compaiono numerosissimi manifesti con le facce di alcuni dirigenti di Gioventù italiana, l’organizzazione giovanile de La Destra, indicati come un pericolo per la città. I fascisti, preoccupati, dicono di non essere affatto spaventati.

Il viaggio

Mezz’ora di chiacchiere insieme ad un antirazzista milanese sulle giornate di Bruzzano. L’occupazione dell’albergo da parte dei profughi, l’arrivo della solidarietà “esterna”, poi lo sgombero e la resistenza. Mezz’ora di racconto, e perse nel racconto domande e parole buone per intere giornate di discussione.

L’autorganizzazione delle lotte può essere infiacchita dalla “solidarietà militante”? Quale è il rapporto che lega la stanchezza, anche fisica, e l’apertura alle dinamiche del recupero? E poi l’atto del correre, la corsa collettiva ed imprevista come marchio costante di diversi momenti di questa annata milanese.

Ultimo, su tutti, il tema del viaggio. Ostinato, attraversa metropoli e continenti, non si lascia intrappolare dal nostro sguardo ragionevole ma trova tutte le sue ragioni sul terreno della lotta e dentro alla biografia – quella personale e quella di gruppo – dei suoi protagonisti.
Siediti, e ascolta l’intervista a Luca:

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/luca-su-settimana-milanese.mp3]

Discarica

29 aprile. Grossa confusione tra i giovani fascisti de “La Destra”, dopo che sul loro stesso sito web compare la notizia della revoca del corteo del tre maggio, sostituito invece da due presidi: uno al “Museo del rifiuto” e l’altro alla discarica. Seguono smentite e controsmentite, e i soliti inviti a non farsi intimidire.

Spifferi

28 aprile. Qualche migliaio di euro di danni e molti litri di bile per i militanti de “La Destra” di Beppe Lonero, che hanno visto crollare nella notte le vetrine della sede di corso Francia 35/b. «Non ci faremo intimidire», ha dichiarato Lonero. Di non volersi fare intimidire quelli de “La Destra” lo ripetono da un bel po’, ma sembra vero piuttosto il contrario. Partiti in quarta il mese scorso annunciando in pompa magna un corteo (contro la “violenza rossa”) che sarebbe dovuto sfilare di sabato pomeriggio per le vie del centro, hanno abbassato la cresta alle prime notizie di contro-presidi, rimandando l’iniziativa ad una più tranquilla domenica mattina. Pure il Congresso regionale del movimento giovanile, inizialmente indetto nella sede dei repubblichini dietro al Ponte Mosca, l’hanno trasferito zitti zitti in corso Francia – non appena si sono resi conto che in mezzo al crocicchio che unisce Aurora con Porta Palazzo si sarebbero trovati in pieno territorio nemico. Per non parlare delle magre figure rimediate all’Università e a Chieri. Il nuovo millennio, almeno alle nostre latitudini, sembra produrre fascisti non particolarmente arditi, insomma. Semmai infreddoliti, visti gli spifferi che passano dalle vetrine di corso Francia.