Tentata evasione da corso Brunelleschi

«Evasione, libertà!». È questa la parola d’ordine che arriva da corso Brunelleschi, ogni giorno più forte. Questa mattina, un nuovo tentativo di fuga. Le notizie sono ancora frammentarie, ma da quello che sappiamo ci hanno provato in tanti, forse in venti tutti assieme. Tra loro solo quattro riescono ad arrivare alla strada, ma vengono ripresi quasi subito. La gente dentro viene pestata, in particolar modo quelli che avevano passato le prime recinzioni. Dopo una mezz’ora dal tentativo di evasione un ascoltatore di radio Blackout segnala una lunga fila di camionette che si allontanano dal Centro. A chi non è neanche riuscito ad allontanarsi dalle gabbie, alpini e poliziotti dicono: «Siete fortunati che ci sono le telecamere e i crocerossini, altrimenti vi faremmo la festa». Da parte loro i crocerossini non servono il pranzo, né consegnano i pacchi portati dai familiari, perché «oggi non vi meritate niente». Più volte interpellato, l’ufficio stampa della Questura nega di saperne qualcosa e alla fine il funzionario non risponde più al telefono. Dopo qualche ora si scopre che c’è gente all’ospedale, tra gli aspiranti evasi. Non si sa quanta, ma si teme che dopo l’ospedale venga portata alle Vallette. Gli altri, quelli rimasti dentro, sono all’esasperazione, e promettono gesti estremi.


Solo in serata, la Questura pubblicherà una nota, tramite l’agenzia Ansa, che specifica che su venti che hanno tentato l’evasione in cinque sono stati portati alle Vallette, per resistenza e lesioni. Scriviamogli in carcere, per dimostrare loro la nostra solidarietà:
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“Tutta la polizia sta venendo contro di noi, con i bastoni!”

Intorno alle 22,30 di oggi i detenuti del lager di via Corelli a Milano si ribellano e salgono in massa sui tetti dei gabbiotti nei quali sono rinchiusi. Uno si arrampica su un palo. La rivolta è per i motivi di sempre: contro le condizioni di vita, contro la nuova legge dei sei mesi… per la libertà!

La polizia interviene decisamente sin da subito e li tira giù dal tetto. Venti minuti dopo, proprio mentre sono in diretta con Radio Blackout, la polizia li carica di nuovo, senza motivo e selvaggiamente. Secondo le prime testimonianze da dentro gli agenti non erano armati solo di manganelli: per menare hanno usato anche “i fucili”, forse gli attrezzi per lanciare i lacrimogeni.

Nel momento in cui scriviamo, la situazione dentro sembra più calma. La polizia è ancora schierata e sta prendendo gli immigrati a gruppetti per portarli nella sala colloqui. Ascoltate le testimonianze da dentro che abbiamo registrato con la radio.

Ascoltatele bene, e poi date retta ai vostri nervi, al vostro cuore e alla vostra voglia di libertà.

Ascolta la prima diretta, durante le cariche
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/diretta_cpt_milano_1.mp3]
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Ascolta la seconda diretta, dopo le cariche
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/diretta_cpt_milano_2.mp3]
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//Macerie su macerie// giovedì 2 aprile

Napoli: dalla caccia ai fasci in stazione alla caccia ai clandestini in ospedale, denunce e presidi. Ne parliamo con un compagno del Collettivo Universitario Autorganizzato. E poi Milano: anche i ricchi tremano, è caccia ai manager. E a Torino: alpini e carabinieri in amore a Porta Palazzo? E, seriamente, sull’evasione dal Cpt di lunedì: la libertà si conquista. Infine, una bella lettera da Lampedusa. C’è una sola guerra, e noi ci siamo.

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/macerie_2_aprile.mp3]

Oppure scarica il file mp3 [9MB]

Guarda l’archivio delle trasmissioni… clicca qui.

Sulla fuga di ieri dal Cpt di Torino

Dopo aver tergiversato un po’, questa mattina, la questura è stata costretta ad ammettere la fuga di ieri sera dal Cpt di Torino, mentre fino ad ora aveva parlato soltanto un “maldestro tentativo di evasione”. I poliziotti hanno anche comunicato che cinque degli evasi sono stati pescati nelle ore successive nei dintorni del Centro e riportati nelle gabbie. Ovviamente i funzionari hanno dimenticato di divulgare un piccolo particolare: come da tradizione, gli evasi hanno pagato il proprio amore per la libertà con un bel pestaggio. I conti, comunque, non tornano. Due degli evasi sono ancora liberi, in culo alle gabbie e alla questura.

Ascolta una diretta con un recluso del centro di corso Brunelleschi. Ascolta la sua coscienza di sfruttato totale (“crocerossini, senza di noi voi non lavorereste”, “è tutto un business”) e la sua voglia di libertà e la chiarezza sui metodi per riconquistarla (“gli scioperi della fame non servono, servono cose più efficaci”, “ci saranno altri tentativi”). Sempre, ovviamente, su Radio Blackout 105.250.

[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/brunelleschi_31_marzo_2009.mp3]

Leggi anche cosa scrive la Stampa online

Fuga di notizie (e non solo) dal Cpt

30 marzo. Fuga di notizie,e non solo, dal Cpt di Torino. Verso le 8 di sera, al termine di una giornata tesa con nuovi atti di autolesionismo e proteste contro l’estensione del tempo di permanenza, 5 o 6 ragazzi detenuti sono riusciti a scappare, addirittura dal cancello principale lasciato inavvertitamente aperto dalle guardie, mentre venivano portati alla “terapia”. Inutile attendere conferma da fonti “ufficiali” come giornali, questura o croce rossa: queste cose succedono molto più spesso di quanto si sappia, e vengono tenute nascoste un po’ per evitare brutte figure, ma soprattutto per far credere che la fuga sia tecnicamente impossibile, una follia. E invece no: ancora verso mezzanotte le strade attorno al centro erano pattugliate incessantemente, ed evidentemente invano, da volanti a passo d’uomo. Bypassando questi controlli, qualche amante della libertà in vena di scherzi è perfino riuscito ad accendere la miccia di una confezione di fuochi d’artificio, illuminando così le facce sorridenti dei reclusi, e quelle esterrefatte dei poliziotti che non riuscivano proprio a far tornare i conti.

Impalcature

30 marzo. Tre operai finiscono all’ospedale, a Pianezza, per il crollo dell’impalcatura sulla quale lavoravano.

Contro i Cpt, oggi più di ieri

Continuiamo con gli estratti audio della giornata di sabato. Oggi vi proponiamo le dirette con alcune delle iniziative che si sono svolte in Italia, in collegamento telefonico con Radio Blackout 105.250.
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Una giornata contro i Cpt

Sabato 28 maggio si tengono in tutta Italia una serie di iniziative contro i Cpt. Iniziative piccole e grandi, presidi fuori dai centri o volantinaggi in città. Un “passaggio importante”, come si dice in gergo, perché l’idea è quella di comunicare ai reclusi che la resistenza al razzismo e alla macchina delle espulsioni c’è, e costituisce una rete diffusa di individui e gruppi organizzati solidali con chi lotta. Che se ancora non c’è la forza necessaria ad abbattere quelle mura, c’è una forza sufficiente ad amplificare le lotte grandi o piccole che possono nascere al loro interno. E a mantenere alta l’attenzione anche quando dentro, apparentemente, la lotta langue.

Radio Blackout 105.250 ha contribuito in maniera decisiva a questa giornata, funzionando da vero e proprio ponte radio tra le varie iniziative, e da una parte all’altra delle mura, attraverso collegamenti telefonici con Torino, Trento, Bologna, Roma, Milano, Firenze, Lampedusa. Speriamo che presto possa uscire un CD che documenti questa giornata. Nel frattempo, vi mettiamo a disposizione qualche estratto.
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Navi

29 marzo. Nella notte, alle finestre dell’ingresso della Azimut di Avigliana compaiono due striscioni: «No alle produzioni di morte, no all’industria della guerra» e «In memoria dei 106 morti della Kater I Rades». Insieme agli striscioni, un manichino sanguinante e delle scarpe vecchie – come quelle che arrivano a riva sopra alle onde, dopo i naufragi. In effetti, la Azimut di Avigliana produce, nei suoi differenti stabilimenti, sia lussuosi yacht per far galleggiare ricchi in vacanza che pattugliatori della Marina Militare per intercettare, respingere e – se del caso – affondare i poveracci in fuga dalla guerra e dalla povertà. E in effetti, ancora, fu proprio alla fine del marzo di dodici anni fa che la nave militare italiana Sibilla speronò la Kater I Rades, riempiendo il canale di Otranto di cadaveri.

Presidi e retate

28 marzo. Proprio mentre una bella fetta degli attivisti antirazzisti faceva baccano sotto le mura del Centro di corso Brunelleschi in solidarietà con i senzadocumenti reclusi, la polizia concentrava le proprie forze nei quartieri di Aurora, Madonna di Campagna e San Donato rastrellando le strade, irrompendo nei bar, nei phone center e nei negozi “etnici”. Cinquecento (500!) le persone controllate, trenta delle quali trasportate in questura perché senza documenti (e quindi candidate ad essere trasferite proprio in corso Brunelleschi) e quattro portate direttamente alle Vallette, sempre per aver violato le leggi sull’immigrazione. Già il giorno precedente, parecchia gente aveva assistito basita ai controlli alla fermata del 4 a Porta Nuova, con i passeggeri del tram fatti scendere in blocco dai mezzi per essere controllati.

Sul presidio sotto al Centro leggi (e ascolta)
Una giornata contro i Cpt
Contro i Cpt, oggi più di ieri