Sui muri di Torino…
…dopo il corteo del 28 febbraio.
…dopo il corteo del 28 febbraio.
28 febbraio. Fiocco rosa nel mondo dei posti occupati torinesi: il “Velena”, in corso Chieri. Il sindaco, da parte sua, digrigna i denti e chiede subito lo sgombero.
28 febbraio. Al corteo contro il pacchetto sicurezza indetto dalla Rete Migranti hanno preso parte circa un migliaio di persone. Gli antirazzisti dell’Assemblea Antirazzista di Torino si sono dati appuntamento in piazza della Repubblica, dietro il Palafuksas, nell’area che ogni domenica ospita il mercato abusivo degli immigrati. Da lì, dietro allo striscione “contro il razzismo, azione diretta”, hanno fatto il giro della grande piazza, raccogliendo numerosi immigrati, prima di raggiungere corso Giulio Cesare, dove era fissata la partenza.
Il corteo si è diretto in centro attraversando piazza della Repubblica. All’angolo con corso Regina c’era Carossa, esponente di punta del Carroccio torinese, che si riparava dietro ad un folto nugolo di agenti in tenuta antisommossa. Dallo spezzone dell’Assemblea Antirazzista sono partiti slogan e cori finché il leghista non si è allontanato. Carossa non è nuovo a questi show, fatti per dimostrare ai media l’intolleranza dei suoi oppositori. Peccato che abbia poco da dimostrare: l’intolleranza al razzismo ha forti radici sotto la Mole. Lungo il percorso sono stati affissi manifesti di informazione sul pacchetto sicurezza e numerose “informazioni proletarie” per difendersi da retate e controlli di polizia. Svariate telecamere sono state oscurate per dimostrare che i meccanismi di controllo possono essere inceppati. In piazza Arbarello la polizia guidata dal vicequestore Mortola, che ha fatto carriera a Genova nel 2001, ha cercato di isolare e caricare lo spezzone dell’Assemblea Antirazzista, schierando la truppa in mezzo al corteo. La provocazione è rientrata subito: il resto dei manifestanti è accorso in coda ed il corteo è proseguito. Numerosi manifestanti si sono aggregati agli antirazzisti dell’Assemblea. In piazza Castello esponenti della Rete Migranti hanno attuato un’azione simbolica lanciando scarpe di gommapiuma contro i fantocci di Maroni e Berlusconi. Il corteo è poi tornato alla partenza.
Il pacchetto sicurezza e le altre leggi razziste possono essere bloccate tramite l’azione diretta quotidiana nei nostri quartieri. La lotta continua ogni giorno…
Guarda alcuni dei manifesti apparsi lungo il percorso del corteo.
28 febbraio. Gazzella dei carabinieri circondata in piazza Bengasi da un gruppo di magrebini che cercano di salvare dal fermo un proprio compaesano. Un carabiniere dichiara di essere stato preso a calci e di essere stato salvato solo dai rinforzi, giunti sul posto a sirene spiegate. La preda dei militari, catturata nonostante il tafferuglio, è un fiorario agli arresti domiciliari attardatosi al bar sotto casa oltre l’orario che gli era stato imposto dal giudice.
27 febbraio. In mattinata un gruppo di antirazzisti occupa l’ufficio di Mauro Maurino, presidente del consorzio Kairòs e membro del consiglio direttivo di Connecting People. Connecting People è un gruppo di cooperative sociali che sta partecipando all’appalto per la gestione del Cpt di corso Brunelleschi. Appena entrati nell’ufficio, Mauro Maurino si è attaccato al telefono ed ha chiamato la polizia. Mentre lui parlava con i poliziotti gli antirazzisti hanno appeso dalla finestra uno striscione giallo dove campeggiava la scritta “Mauro Maurino aspirante aguzzino”. Di fronte all’ingresso della palazzina veniva aperto un altro striscione “No CIE, no espulsioni”.
Maurino, non pago di aver chiamato la polizia, ha accusato falsamente gli antirazzisti di aver spinto la segretaria, intimandole nel contempo di non parlare con gli occupanti. Un piccolo padre e padrone che minaccia un’impiegata suggerendole la favola da raccontare: la ragazza, dopo l’intimazione del capo, è scoppiata in lacrime. Il ricatto del lavoro è forte ovunque.
Di fronte al perdurare dell’occupazione Maurino e alcuni suoi collaboratori sono diventati loquaci, rivendicando l’intenzione di gestire
in modo umanitario un lager, come già fanno le cooperative del consorzio impegnate con i detenuti delle carceri. La solita “sinistra” solfa: “meglio noi di altri”, “qualcuno lo deve fare, svolgiamo un servizio”.
Peccato che i loro servizi non siano richiesti, perché l’unica aspirazione degli “ospiti” del Cpt è la libertà.
Nel frattempo arriva la digos ed identifica gli antirazzisti che volantinano di fronte all’ingresso. Numerosi lavoratori di Kairòs, che non
vogliono trasformarsi in secondini, esprimono solidarietà e appoggio. Dopo due ore gli occupanti lasciano l’ufficio. Ma è solo un arrivederci: chi si candida a gestire un lager li troverà ancora sulla sua strada.
26 febbraio. Due cinquantenni italiani denunciati per taccheggio al supermercato Panorama di Settimo. A coglierli sul fatto un agente di sorveglianza della Ferdi investigazioni, che li ha subito consegnati ai carabinieri.
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25 febbraio. Completamente distrutte da un incendio doloso alcune delle strutture dello zoo di Cumiana. Gli animali che vi erano prigionieri, ora, sono liberi.
25 febbraio. Va a fuoco nella notte la serranda di una gastronomia rumena. Secondo molti si tratta di un attentato razzista: in effetti, sul marciapiede sono rimasti disegnati una croce celtica e, in questa sequenza, le lettere D, U, C ed E.
25 febbraio. A detta del Coisp, una delle mille sigle del sindacalismo poliziesco, i rimpatri da corso Brunelleschi sarebbero fermi già da qualche giorno per mancanza di fondi per le scorte.