Dopo sei mesi
Larry, Beppe, Antonio, Fran e Cam sono di
nuovo liberi !
Gli ultimi tre, tuttavia, saranno ancora costretti a firmare tutti i giorni a causa di un altro procedimento in corso.
Larry, Beppe, Antonio, Fran e Cam sono di
nuovo liberi !
Gli ultimi tre, tuttavia, saranno ancora costretti a firmare tutti i giorni a causa di un altro procedimento in corso.
4 febbraio. Interrotta la messa nella chiesa di San Tommaso, via Monte di Pietà. Circa quindici persone hanno esposto uno striscione contro il presidente turco Erdogan, in visita istituzionale a Roma per incontrare, tra gli altri, anche il Papa. L’azione era in solidarietà al popolo kurdo e in particolare alla resistenza contro l’attaco turco ad Afrin.
3 febbraio. Rubata la cassaforte negli uffici di LiberaMensa, all’interno della Casa Circondariale ‘Lorusso e Cutugno’. La cooperativa gestisce il servizio bar interno alla struttura, e un servizio di catering esterno. Mentre la polizia penitenziaria conduce le indagini, il segratario Osapp afferma: “[…] una politica svolta solo all’assoluta tutela dei detenuti, chiunque siano e qualsiasi reato abbiano commesso, induce logicamente a non migliorare e semmai addirittura a peggiorare le attitudini al crimine dell’utenza detentiva”.
3 febbraio. Tornano in pista i cavalieri dell’Associazione per la Riqualificazione di Aurora, questa volta armati di scopa e paletta. Un presidio pomeridiano con l’obiettivo di ripulire la zona delle ex-Ogm, proprio a due passi da quei giardinetti così spesso malfrequentati da loschi figuri in divisa. Il presidente dell’associazione si recherà in Comune per verificare lo stato dei progetti che incombono sulla zona, in primis il nuovo polo di e-commerce taggato Esselunga. Infine, a proposito delle scritte contro la riqualificazione apparse sull’appena ritinteggiato Ponte Mosca, non manca a farsi sentire il presidente della Circoscrizione 7 Luca Deri, auspicando che venga messa fine al più presto a questi atti di vandalismo.
Uso civico dei beni comuni. Questo il titolo tutt’altro che accattivante di un dibattito che si terrà lunedì 5 febbraio a Torino in via Verdi 9, e che con ogni probabilità non avrebbe attirato granché la nostra attenzione se la location non fosse quella della Cavallerizza Reale e le guest stars invitate all’evento non fossero la sindaca torinese Chiara Appendino e il suo collega partenopeo Luigi de Magistris. Al centro della discussione le regole da rispettare nell’utilizzo di spazi come quello di via Verdi 9 così che possano essere vissuti come beni comuni e, visti gli ospiti della serata, come un bene per i Comuni. Sotto questo punto di vista l’esperienza sicuramente più significativa è quella napoletana, e non a caso, domenica pomeriggio, è previsto un incontro in cui i cavallerizzi chiederanno qualche consiglio utile sul che fare? ai loro colleghi partenopei. Il felice connubio tra Giggino ‘a manetta e una parte consistente dei centri sociali napoletani ha fatto scuola: il primo ha fornito garanzie contro lo sgombero e i secondi si sono adoperati per sostenere l’ex magistrato alle elezioni.
Nell’aiutare Giggino a far campagna elettorale, molti centri sociali napoletani hanno contribuito a diffondere l’immagine dell’Anomalia-Napoli città accogliente verso tutti, a dispetto del pugno di ferro mostrato dall’amministrazione partenopea contro venditori abusivi, rom e altre categorie inadatte a comparire in primo piano su una cartolina turistica. Fornire qualche voto e tentar di soffocare qualsiasi critica teorica e pratica è sicuramente un’attività già degna di nota, ma la loro riconoscenza per la Giunta non si è fermata al piano dell’immaginario e hanno quindi tentato di confrontarsi anche con quei problemi materiali che, specie in tempi come questi, un Comune si trova a dover affrontare. Abbandonando il terreno ormai antiquato del conflitto, il carrozzone pro-de Magistris ha deciso di rinunciare a qualsiasi contrapposizione e lavorare in sinergia con il Comune, destinando una parte degli spazi da questo garantiti, alla fornitura di qualche servizio e prestazione – come l’accoglienza, la formazione linguistica, l’assistenza sanitaria e l’attività culturale – che oggi il pubblico non riesce più a fornire con l’ampiezza di un tempo. Nessuna velleità di farla finita con il capitalismo o per lo meno di contrastarne l’avanzata, ma l’idea di poter partecipare al suo sviluppo, fornendo un’assistenza tout-court ad alcune categorie svantaggiate di persone e contribuendo in questo modo a definire i contorni dell’esclusione sociale. Nessuna lotta, nessuna crepa nell’attività di chi governa. Solo partecipazione.
2 febbraio. Scritte comparse sulla sede Pd di Pinerolo, recitano: “Pd razzista e complice dei potenti”, e il classico ever green “MERDE”.
2 febbraio. Già dallo scorso novembre a Nichelino sono state installate telecamere in varie zone della città per contrastare l’abbandono di rifiuti. Piccolo traguardo dell’ingegneria del controllo, le telecamere sono collegate direttamente alla Centrale Operativa delle Municipale, inviando le immagini abbinate ad un alert sonoro ogni qualvolta si registra il passaggio di un mezzo. Nei soli mesi di gennaio e febbraio sono state 8 le persone identificate.
2 febbraio. Blitz dei carabinieri della Compagnia Oltre Dora e dell’unità cinofila di Volpiano, ormai una ricorrenza ai giardini Madre Teresa di Calcutta, tra corso Giulio Cesare e corso Vercelli. Imboccando da entrambe gli ingressi gli agenti hanno controllato 40 persone, di cui due portate in caserma per ulteriori accertamenti, e sequestrato 500 grammi di cannabinoidi.
Questa mattina è andato in scena il terzo tentativo di espulsione di Tarik: dieci poliziotti lo hanno avvolto nelle coperte e portato a Caselle. Per resistere all’imbarco forzato Tarik ha ingoiato due lamette, che però non hanno fermato gli agenti né hanno impedito che fosse portato immediatamente a Roma. Una volta sceso dall’aereo Tarik è riuscito a fare due telefonate, una alla moglie e una al fratello, ma subito dopo gli è stato tolto nuovamente il telefono. Dovrebbe arrivare intorno alle 18:00 in Egitto e da lì cercheremo di avere notizie riguardo le sue condizioni di salute, visto anche lo sciopero della fame che portava avanti da 25 giorni.
Ieri pomeriggio, invece, nell’area viola un detenuto ha ingoiato un cacciavite di 23 cm davanti a poliziotti e guardia di finanza. Si è poi rifiutato di farsi visitare all’interno del Cpr e nemmeno in ospedale, per paura di ricevere delle terapie troppo pesanti. Nel frattempo sia i compagni di reclusione sia i solidali fuori, hanno chiamato più volte un’ambulanza che non è mai arrivata.
Al terzo tentativo degli agenti di entrare nell’area per portarlo in infermeria, un ragazzo si è parato davanti al compagno per difenderlo, chiedendo spiegazioni ai poliziotti. Questi ultimi non hanno esitato a prenderlo per la bocca e trascinarlo fuori dall’area, dove è stato poi inseguito dagli agenti. Tutti i detenuti dell’area viola per protesta si sono rifiutati di rientrare nelle stanze e hanno rifiutato la cena.
Qui il video dell’inseguimento da dietro le sbarre del centro.