Assolto antirazzista

19 settembre. Durante lo sgombero della casa occupata da alcune famiglie rumene, avvenuto il 17 luglio, un antirazzista italiano era stato arrestato con l’accusa di resistenza e lesioni. Nella loro relazione, i poliziotti parlavano di calci, pugni e gomitate sferrati contro gli agenti. Disgraziatamente, le riprese della scientifica hanno dimostrato che le accuse erano del tutto false e calunniose, e il giudice oggi è stato costretto ad assolvere l’antirazzista, con grande disappunto della digos. Meno male che l’imputato, anarchico, non ha l’abitudine di controdenunciare… (more…)

Alpini in azione /2

19 settembre. Sottopasso di corso Regina bloccato per ore, ma non è l’ennesima protesta degli antimilitaristi. Al contrario, a intoppare il traffico è stato un camion degli alpini, in panne.

Alpini in azione

19 settembre. Una pattuglia interforze di vigili urbani e alpini multa una donna italiana che suonava la fisarmonica a Porta Palazzo, di fronte a una quarantina di spettatori che mormoravano il loro disappunto nei confronti dell’operazione.

Niente militari

19 settembre. I consigli di circoscrizione di San Salvario, Porta Palazzo e Barriera bocciano le mozioni che chiedono l’invio di militari in quei quartieri. Ma questi pronunciamenti valgono ben poco: la decisione spetta infatti sempre a prefetto e questore.

Carrefour

19 settembre. Al Carrefour di Moncalieri un peruviano è stato arrestato per aver tentato di rubare due videogiochi Nintendo. Al Carrefour di Burolo una coppia rumena è stata arrestata per aver tentato di rubare profumi e prodotti di bellezza.

Sei condanne

19 settembre. Il tribunale di Torino ha condannato – con pene che vanno dai 4 ai 12 mesi di carcere – sei compagni accusati di aver occupato il Fenix il 1 maggio del 2006.

Pestaggio a San Salvario

18 settembre. Sono le tre di notte, quando la gente dei palazzi che affacciano su Torino Esposizioni – in piena San Salvario “bene” – viene svegliata da uno sgommare di pneumatici e poi da urla disperate. Sul lato del parcheggio di Torino Esposizioni, nell’ombra, c’è qualcuno che grida in una lingua straniera mentre dall’altra ci sono tre pattuglie parcheggiate di fronte alle case. Intanto due poliziotti trattengono sul selciato un ragazzo di colore mentre gli altri agenti lo massacrano a manganellate e calci. Solo un agente non partecipa al pestaggio: sta facendo il palo, si guarda in giro per essere sicuro che nessuno si avvicini troppo alla scena. Ma il pestaggio dura troppo, la gente si affaccia ai balconi e poi, dalle case, qualcuno urla agli agenti di smetterla. Velocemente, i poliziotti trascinano il ragazzo dietro un angolo, si sente ancora il rumore di qualche colpo e poi lo caricano in macchina. Prima di andare via, un poliziotto scruta per terra, si piega, tocca il selciato. Al mattino dopo, sul marciapiede, rimangono ancora delle chiazze di sangue. (more…)

Aggressione

17 settembre. Due operai rumeni vengono aggrediti da una banda di ragazzi italiani in piazza della Vittoria, attorno alle 11 di sera. Dopo insulti razzisti, spintoni e botte, la banda ha costretto i due a consegnare cellulari e portafogli. Dopo di che, si sono allontanati.

Nella tempesta

Tempesta

«L’acqua nerastra ormai spazzava senza tregua il ponte, e pesanti ondate colpivano le fiancate della nave come bordate sparate da una nave da guerra. La terra non si vedeva più, nascosta dalla pioggia che ci sferzava il volto come pallini di piombo, e non ci volle molto perché accadesse quel che doveva accadere. Precipitando nel cavo di un’onda che pareva sprofondare negli abissi, il timone perse la presa e la Lady Mary finì di traverso in balia dei marosi. Poi prese a rollare sempre più forte, più di quanto qualsiasi nave possa sopportare, e attraverso il rombo della tempesta, il fragore delle onde, il crepitio della pioggia e l’ululato del vento, sentimmo il primo schianto della zavorra che iniziava a spostarsi nella stiva.

«Bowles, quel miserabile uccello del malaugurio, gridò che era la fine e cadde di nuovo in ginocchio a mani giunte. Mi stavo già dirigendo verso l’albero maestro, afferrandomi come una scimmia al pavese dal lato sopravvento, quando vidi il capitano Wilkinson fare la stessa cosa dal lato sottovento, brandendo un’ascia. E lo vidi anche prendersi il tempo di alzarsi e con quell’ascia colpire Bowles in modo tale da farlo sparire fuori bordo, con le sue mani giunte e tutto il resto. Era quel che si meritava, pensai, e vidi che gli altri la pensavano come me. Non è giusto che chi si è già arreso debba trascinare con sé nell’abisso quelli che ancora lottano per la loro vita, tanto più nel nome di dio.»

Long John Silver

Baseball

17 settembre. Un uomo ha aspettato per ore l’assessore alla casa Roberto Tricarico, in compagnia di una mazza da baseball: voleva una casa popolare. L’assessore, chissà come mai, non s’è fatto vedere. Stufo di attendere, l’uomo se n’è andato.