13 settembre. Alcune decine di antimilitaristi si danno appuntamento sabato mattina a Porta Palazzo per l’oramai consueta battuta di caccia all’alpino. Moltissimi lavoratori del mercato segnalano la presenza di militari, ma solo in mattinata. Putroppo, nonostante l’appoggio promesso nei giorni scorsi dei commercianti più esagitati, i militari non si fanno trovare. Nel frattempo, mentre una numerosa rappresentanza della Digos oramai in straordinario perpetuo vigila sui cacciatori, ignoti tendono indisturbati una catena agli ingressi del sottopasso di corso Regina, lasciando sul posto un cartello che ricorda agli automobilisti coma la città stia diventando piano piano una “zona militare”.
La lotta, al di là dell’obiettivo specifico che si persegue e dei nemici che di volta in volta si combattono, è anche un modo di vivere la città, un modo per attraversarla, un modo per conoscerla. Anzi, potremmo dire che la lotta è il solo modo per conoscere veramente una città.
Chi non lotta rischia di rimanere abbagliato dalla propaganda o dall’ideologia, di rimanersene solo con il fantasma ufficiale di un mondo in mano alla microcriminalità o con il fantasma alternativo di un mondo di pecore mansuete incapaci di ribellarsi.
Per fortuna nostra e di chi ci sta a fianco, la realtà sarà sempre più appassionante e sfaccettata di quanto ci potranno mai dire la lingua di ferro della paura e quella legnosa delle idee fisse.
La città è grigia, nessuna salvezza sembra essere alle porte, niente sembra esser degno dei nostri sogni. Eppure, scintille di impossibile sono sparse nel tessuto urbano: solo scuotendone energicamente la trama è possibile ritrovarle, a condizione di lasciare fuori dalla porta quei moralismi da primi della classe che esclusivamente certi anarchici riescono ad argomentare.
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12 settembre. La Fondazione Rebaudengo in via Modane ospita una mostra su “modelli utopistici di celle di reclusione”, ovviamente progettate da architetti di fama internazionale. Qualcuno ritiene la trovata poco spiritosa e nella notte verga sui muri della sede due scritte a caratteri cubitali: “Vergogna avvoltoi” e “Fuoco a tutte le galere”. La mattina dopo, la Fondazione chiede al comune una bella recinzione.


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8 settembre. Controlli anti immigrazione effettuati dai carabinieri di Venaria. 8 clandestini denunciati e tre arrestati. Come sempre, si tratta di operazioni “straordinarie”, benché praticamente quotidiane.
8 settembre. Due rumene di 25 e 48 anni sono state arrestate per tentato furto e resistenza dai carabinieri di Moncalieri: stavano tentando di tagliare con un tronchesino l’etichetta antitaccheggio in un negozio all’interno del 45o parallelo.
8 settembre. Eugenio Plezotta, capogruppo della Lega alla circoscrizione 2, chiede lo sgombero di un insediamento abusivo di rom in strada del Portone. Si tratta di una trentina di persone, per lo più bambini.
8 settembre. Svastiche e scritte contro l’armistizio sono comparse sui muri delle chiese gemelle di p.za San Carlo, mentre sulla cancellata della Palazzina di Stupinigi è stato lasciato uno striscione firmato Base Militante Progetto Torino.
7 settembre. Nella notte tra sabato e domenica un giovane che indossava una maglia di Radio Bandiera Nera, organo dell’associazione neofascista di Casapound Italia, è stato aggredito al grido di “Fascisti di merda!” da un gruppo di ragazzi, almeno sei, armati di bastoni. Il fatto è avvenuto in corso Dante angolo via Saluzzo, ed è stato denunciato da Marco Racca, coordinatore regionale di Casapound, che a Torino ha sede presso l’Asso di Bastoni in via Cellini 22.