19 agosto. Battitura, mortaretti ed urla sotto alle mura del Cpt di Corso Brunelleschi. Un presidio lampo accolto dalle urla e dai fischi entusiasti dei reclusi, che solo due sere prima erano insorti decisamente contro le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere.
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Nella notte tra il 17 e il 18 agosto, una breve sommossa fa di nuovo tremare le gabbie del Cpt di corso Brunelleschi: è la prima volta, da quando, esattamente due settimane fa, oltre ai cancelli è arrivato l’esercito. Questa la cronaca, raccolta in diretta da alcuni antirazzisti solidali.
Durante la consegna serale della terapia un detenuto dell’area rossa fa notare all’infermiera di turno che gli sono stati consegnati dei farmaci sbagliati. Lei gli intima di smetterla di protestare e poi – come del resto pare sia abituata a fare – lo insulta un po’. La tensione sale fino a che l’infermiera non ordina a tutti di «mettersi in fila» e di andare a prendersi la terapia direttamente in infermeria. I reclusi dell’area rossa obbediscono. Il primo della fila è proprio il ragazzo che aveva discusso poco prima con l’infermiera: al riparo da occhi indiscreti viene pestato violentemente e – uscito dall’infermeria – cammina a fatica. È un poliziotto in particolare ad accanirsi su di lui, fino quasi a spaccargli una gamba.
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14 agosto. Si impossessa delle offerte della Sacra di San Michele ma rimane intrappolato nel santuario – fino a quando non arrivano i carabinieri. Un ladro decisamente sfortunato: a soli venti anni ha collezionato quarantatre denunce per furto.
14 agosto. Fermato dai carabinieri con l’accusa di aver rubato creme solari nell’Auchan di Venaria, ha dichiarato di averne bisogno per poter andare in vacanza, al mare. Purtroppo, dopo un rapido controllo, i militari scoprono che il ladro avrebbe dovuto essere chiuso in casa, agli arresti domiciliari. E così lo fanno traslocare alle Vallette.
14 agosto. Polemiche estive tra sindacati di polizia ed esercito. Secondo il Sap gli agenti di pattuglia a Parco Stura in queste due settimane starebbero perdendo un sacco di tempo a «far da balia» ai loro nuovi colleghi in grigioverde, ragazzoni che non sono né portati né preparati per i compiti di ordine pubblico e che peraltro vengono pagati molto di più dei poliziotti. Problemi anche all’interno del Cpt, dove i soldati non possono intervenire né per sedare proteste, né nei casi (frequenti, a detta del Sap) di autolesionismo dei reclusi, né per accompagnare gli internati all’ospedale quando serve: tutti casi nei quali i soldati devono chiamare il 113, e aspettare l’arrivo della pattuglia.
13 agosto. Fitti controlli della questura nei locali di Barriera di Milano. Tre stranieri arrestati per aver fornito false generalità e altri due perché sul loro capo pendeva già da tempo un ordine di espulsione.
12 agosto. Da quando è entrato in vigore il nuovo “pacchetto sicurezza”, alla fine di luglio, moltissimi stranieri sono stati arrestati con l’accusa di aver fornito “false generalità” agli agenti che provavano ad indentificarli. Buona parte degli arrestati, però, sono clandestini e senza documenti – gente senza identità. E come può fare la Legge a riconoscerti addosso una falsa identità se è lei stessa a privarti di quella vera nel momento stesso in cui ti spinge nella condizione di clandestinità? Un paradosso radicale, senza dubbio. Talmente radicale da riuscire a disarmare un giudice torinese quando ha dovuto convalidare l’arresto di tre degli arrestati di questi giorni.
Al momento del fermo, infatti, i tre avevano declinato generalità differenti da quelle che sono poi risultate dalle loro impronte digitali. Ma le generalità appiccicate su quelle impronte erano altrettanto aleatorie di quelle dichiarate al momento del fermo – e di quelle, ancora differenti, appiccicate sopra ad altre impronte ancora.
Quale delle tante è la loro vera identità? Quale è quella falsa? Quando hanno mentito? E se, delle differenti identità sul tappeto, quella vera fosse proprio l’ultima, quella per la quale sono stati arrestati? – queste sono le domande che, a detta delle scandalizzate gazzette torinesi, si è posto il giudice. Che non ha potuto fare altro che scarcerare i tre, facendo andare su tutte le furie il Procuratore capo e, forse, anche un certo ministro degli Interni seduto sopra a lontanissime poltrone romane.
11 agosto. Un pregiudicato di mezza età è stato arrestato con l’accusa di aver investito la settimana precedente un ispettore della questura e di non essersi fermato a soccorrerlo. Il questurino era in vespa mentre il pregiudicato, secondo l’accusa, guidava una Punto rubata.
10 agosto. Sotto il sole battente del primissimo pomeriggio, una ventina di Vigili urbani si travestono da comuni cittadini e partono alla caccia dei pericolosissimi ambulanti abusivi che popolano le strade dell’estate torinese. Il pattuglione cala prima su via Garibaldi, dove fa incetta di borse e cinture taroccate e poi si sposta al parco Carrara, dove sequestra un bel carico di lupini – arrivati via nave dalla Sicilia poche ore prima. Sette i fermi, venti i verbali per la merce sequestrata e un arresto per resistenza a pubblico ufficiale: con buona pace di Padron ‘Ntoni, Bastianazzo e della “Provvidenza”.
8 agosto. Su invito del consigliere comunale dei Moderati Giuseppe Torchia i Vigili urbani di Nichelino entrano nel campo nomadi di Tetti Rolle e tentano di mettere i sigilli a due abitazioni costruite abusivamente. Nel giro di pochi minuti, però i Sinti si organizzano, circondano gli agenti ed occupano gli edifici contestati, così i Vigili, dopo un po’, sono costretti a ritornarsene al comando con le pive nel sacco.