Pittarello

1 agosto. Ennesima vittima al “Pittarello” di Settimo. Un giovane rumeno è stato arrestato con l’accusa di aver rubato un paio di scarpe e di aver opposto resistenza al fermo.

Vetro

1 agosto. Incidente sul lavoro a Leinì. Un operaio marocchino di 22 anni si lacera braccio e avanbraccio con la pesante lastra di vetro che stava trasportando.

Torino-Milano, dentro una gabbia

Il 10 luglio passato, una detenuta transessuale viene pestata dalla polizia dentro al Cpt di via Corelli a Milano. Un episodio come mille dentro le gabbie, ma l’aria è già carica di tensione da settimane ed esplode la rivolta – e insieme alla rivolta la solidarietà da fuori. Il giorno dopo la detenuta verrà liberata, a calci, perché Croce Rossa e Polizia sono ansiosi di liberarsi di una rompiscatole e sperano che gli animi di tutti si plachino. Ma lei, da fuori, vuole continuare a lottare e, tra le altre cose, denuncia le violenze subite dentro.

Un episodio della lunga lotta dei detenuti di via Corelli contro la gabbia che li rinchiude e – contemporaneamente – una occasione per noi di fare una lunga chiacchierata con l’avvocato che la difende. Il racconto di quella sera, le violenze della polizia, la connivenza della Croce Rossa, l’utilizzo delle telecamere nei Cpt: un “modello” di violenza permanente che accomuna, fin nei dettagli, Milano e Torino. E poi, ancora, a ruota libera sulla prossima venuta dell’esercito nei Cpt, sulla condizione degli apolidi e su altro ancora.

Intervista all’avvocato Eugenio Losco [17’58”]
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/intervista-avvocato-losco.mp3]

Leggi l’articolo apparso su Affaritaliani.it
Viado denuncia la polizia: “Nel Cpt la Polizia mi ha picchiato con calci e pugni”. La storia choc

Sulle lotte in via Corelli vedi anche:
Un appello da Milano
Sciopero della fame
Il rumore del mare

Strada provinciale

1 agosto. Retate continue in questi giorni tra Carignano e Saluzzo contro le prostitute che lavorano lungo la strada provinciale. Decine le ragazze controllate, quattro delle quali sono state rimpatriate in Nigeria e una arrestata perché non aveva ottemperato ad un precedente ordine di espulsione.

Una vita normale \ 2

Qualche mese fa, ricorderete, vi abbiamo raccontato da queste stesse colonne la storia tremenda di Abderrahim B., infermiere marocchino. Sappiamo che molti tra i lettori di \\Macerie (e storie di Torino)\\ e altrettanti tra gli ascoltatori di \\Macerie su macerie\\ ne sono rimasti stupiti e toccati. A torto, visto che il lato veramente “tremendo” della storia di Abderrahim B. è che sia una storia “tremendamente torinese”; che sia – come dire? – inscritta nell’ordine stesso della città, obbligatoria. Una di quelle storie, insomma, che un occhio veramente attento sulla città avrebbe potutto raccontare ancora prima che essa stessa si svolgesse.
Per caso, l’altro giorno, ci siamo imbattuti di nuovo in Abderrahim B. e nella sua storia: raccontata da altri, con altri toni e in altra forma, dai microfoni di un’altra radio.
Eccola di nuovo a voi, allora.

Ascolta
«Legge 30: vita di Abdel», su Radio Onda Rossa. [26’00”]
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/la-storia-di-abdel.mp3]

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Una vita normale

Una vita normale \ 2

Qualche mese fa, ricorderete, vi abbiamo raccontato da queste stesse colonne la storia tremenda di Abderrahim B., infermiere marocchino. Sappiamo che molti tra i lettori di \\Macerie (e storie di Torino)\\ e altrettanti tra gli ascoltatori di \\Macerie su macerie\\ ne sono rimasti stupiti e toccati. A torto, visto che il lato veramente “tremendo” della storia di Abderrahim B. è che sia una storia “tremendamente torinese”; che sia – come dire? – inscritta nell’ordine stesso della città, obbligatoria. Una di quelle storie, insomma, che un occhio veramente attento sulla città avrebbe potutto raccontare ancora prima che essa stessa si svolgesse.
Per caso, l’altro giorno, ci siamo imbattuti di nuovo in Abderrahim B. e nella sua storia: raccontata da altri, con altri toni e in altra forma, dai microfoni di un’altra radio.
Eccola di nuovo a voi, allora.

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«Legge 30: vita di Abdel», su Radio Onda Rossa. [26’00”]
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Qualche mese fa, ricorderete, vi abbiamo raccontato da queste stesse colonne la storia tremenda di Abderrahim B., infermiere marocchino. Sappiamo che molti tra i lettori di \\Macerie (e storie di Torino)\\ e altrettanti tra gli ascoltatori di \\Macerie su macerie\\ ne sono rimasti stupiti e toccati. A torto, visto che il lato veramente “tremendo” della storia di Abderrahim B. è che sia una storia “tremendamente torinese”; che sia – come dire? – inscritta nell’ordine stesso della città, obbligatoria. Una di quelle storie, insomma, che un occhio veramente attento sulla città avrebbe potutto raccontare ancora prima che essa stessa si svolgesse.
Per caso, l’altro giorno, ci siamo imbattuti di nuovo in Abderrahim B. e nella sua storia: raccontata da altri, con altri toni e in altra forma, dai microfoni di un’altra radio.
Eccola di nuovo a voi, allora.

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Qualche mese fa, ricorderete, vi abbiamo raccontato da queste stesse colonne la storia tremenda di Abderrahim B., infermiere marocchino. Sappiamo che molti tra i lettori di \\Macerie (e storie di Torino)\\ e altrettanti tra gli ascoltatori di \\Macerie su macerie\\ ne sono rimasti stupiti e toccati. A torto, visto che il lato veramente “tremendo” della storia di Abderrahim B. è che sia una storia “tremendamente torinese”; che sia – come dire? – inscritta nell’ordine stesso della città, obbligatoria. Una di quelle storie, insomma, che un occhio veramente attento sulla città avrebbe potutto raccontare ancora prima che essa stessa si svolgesse.
Per caso, l’altro giorno, ci siamo imbattuti di nuovo in Abderrahim B. e nella sua storia: raccontata da altri, con altri toni e in altra forma, dai microfoni di un’altra radio.
Eccola di nuovo a voi, allora.

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Per caso, l’altro giorno, ci siamo imbattuti di nuovo in Abderrahim B. e nella sua storia: raccontata da altri, con altri toni e in altra forma, dai microfoni di un’altra radio.
Eccola di nuovo a voi, allora.

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Per caso, l’altro giorno, ci siamo imbattuti di nuovo in Abderrahim B. e nella sua storia: raccontata da altri, con altri toni e in altra forma, dai microfoni di un’altra radio.
Eccola di nuovo a voi, allora.

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