
Chi fuori sta sostenendo la protesta di Anna e Silvia si sta domandando come far da megafano alla loro situazione, come battere il chiodo affinché la situazione muti.
Giovedì sera nel duomo torinese si celebrava una messa extraordinaria, in ricordo del miracolo eucaristico, ossia quando un’ostia trafugata rimase sospesa in aria, nel lontano 1453 a Torino. Sull’altare a fare la predica era presente l’arcivescovo Cesare Nosiglia, il signore che spesso si è riempito la bocca dei problemi dei poveri in città, esortandoli a fare una coda a una mensa oppure in attesa per un posto in dormitorio, apparendo in pubblico in abiti ricamati d’oro ad accompagnare i governanti di turno.
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6 giugno. Lo sportello dello Specchio dei Tempi, sito in via Santa Maria, è stato ricoperto di manifesti in solidarietà con la protesta di Silvia e Anna.
6 giugno. Dopo tre anni di indecisioni viene rilanciato il progetto Open for Business, ideato all’indomani della vittoria di Chiara Appendino. Si tratta di un piano strategico per favorire l’insediamento di nuove imprese e l’arrivo di investimenti in aree vuote e in zone ex industriali. Gli assi di sviluppo sono gli stessi definiti ai tempi della giunta Fassino: Thyssen, Manifattura Tabacchi, Moi, Palazzo del Lavoro, ex Gondrand, Tne, ex Toroc, ex Superga, Regaldi, Officine Grandi Motori, Motovelodromo. In Comune, l’assessore Sacco ha firmato una delibera affidando al Ceip, il Centro estero per l’internazionalizzazione, 100 mila euro per organizzare una serie di missioni nelle quali provare a “vendere” le aree dismesse.
5 giugno. “Prodotti di ottima qualità, parte destinati alle bancarelle della Crocetta” venivano assemblati e cuciti in un laboratorio abusivo di corso Regina 162. Etichette del marchio e di certificati di qualità contraffatti venivano aggiunti a giacche, abiti e scarpe. Gli agenti del commissariato Dora Vanchiglia hanno denunciato il “sarto” per ricettazione e contraffazione, messo sotto sequestro il locale, le macchine da cucire e la merce.
5 giugno. Il negozio Freedhome, concept store di prodotti provenienti dall’economia carceraria, viene ricoperto di manifesti in solidarietà a Silvia e Anna, contro la differenziazione dei detenuti, contro lo sfruttamento lavorativo dentro le carceri. Così si presenta il negozio contestato: “Questo spazio è di proprietà del Comune di Torino. Con generosità e lungimiranza è stato messo a disposizione del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria che lo ha dato in uso a Extraliberi, cooperativa che lavora nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino. Grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo, alla dedizione di Monica Cristina Gallo, garante per i diritti dei detenuti del Comune di Torino e all’impegno della rete delle cooperative presenti all’interno dello store Freedhome, questo concept store è diventato realtà. Più che un semplice luogo, Freedhome è lo straordinario risultato della collaborazione tra istituzioni, professionisti, cooperative, manager, agenti di polizia penitenziaria, detenuti e volontari: storie diverse, a volte opposte e contrarie, che qui si incontrano sulla stessa strada.” Qua il volantino distribuito per strada.
Riportiamo qui le parole di alcuni compagni di Milano che, dopo essere entrati nella redazione di Radio Popolare e aver creato un po’ di scompiglio, hanno ottenuto di poter leggere il comunicato dello sciopero della fame di Anna e Silvia.
“Martedì 4 giugno alle ore 19 un gruppo di compagni e compagne è entrato nella redazione di Radio Popolare a Milano, come azione di solidarietà e per diffondere in diretta il comunicato delle nostre compagne Anna e Silvia, a quasi una settimana dall’inizio del loro sciopero della fame nel carcere di massima sicurezza de l’Aquila; attualmente a loro si sono aggiunti 6 compagni reclusi ad Alessandria, Ferrara, Lucca e Sollicciano. Dopo circa mezz’ora di discussione con i redattori, che volevano posticipare e modificare l’uscita della notizia, risoluti nel voler leggere subito il loro comunicato, siamo andati in onda alle 19.45.”
Questa la diretta.
4 giugno. In questa eterna campagna elettorale, pre e post elezioni, non manca Casa Pound che, nelle parole del suo esponente Matteo Rossino, torna a lamentarsi con la sindaca Appennino per la sua negligenza nei confronti delle periferie. Ancora una volta il punto su cui fare perno è lo spaccio, in particolare tra le case Atc di via Sospello nelle quali i fascistelli avrebbero anche esposto uno strisicone di protesta. Rossino termina la sua invettiva invitando i residenti di zona ad unirsi a loro in questa crociata.
3 giugno. Una trentina di riders si sono incontrati questo pomeriggio in piazza Solferino per ricordare a gran voce chi sono i responsabili dei colleghi morti in strada nell’ultimo anno, in diverse città d’Europa. Al concentramento si sarebbero affacciati anche un paio di consiglieri pentastellati, subito mandati via dai fattorini perché “forse è il caso che inizino ad abituarsi questi personaggi al livore di chi hanno tradito o usato come passerella politica.” Hanno poi attraversato la città passando davanti all’Ispettorato del lavoro e al complesso di Mac Donald e Burger King di Palazzo Nuovo, presidiati dalla polizia.
2 giugno. Il Movimento 5 Stelle dichiara di voler aprire per la prima volta due sedi fisiche nella città di Torino. Si tratterebbe di una sorta di sportelli, aperti tutto il giorno, con la possibilità anche di ospitare convegni. In questo modo i pentastellati vorrebbero provare a colmare il vuoto di consensi che hanno riscontrato in quest’ultima tornata elettorale europea, a partire dalle periferie. Le due sedi infatti apriranno a Torino nord e sud, per ora stanno cercando i locali adatti.
4 giugno. L’ennesimo autobus Gtt prende fuoco a Moncalieri. Si contano centoquindici pullman in autocombustione nell’arco dell’ultima decade, con una frequenza in impennata negli ultimi due anni. Nei 21 giorni appena trascorsi sono 3 i pullman andati a fuoco.