Beppe ai domiciliari

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Ieri è arrivata la risposta positiva del giudice sull’istanza fatta da Beppe per modificare la misura custodiale del carcere con gli arresti domiciliari. E in serata si sono finalmente aperte per lui le porte delle Vallette dove era rinchiuso da settembre. Ora Beppe attenderà ai domiciliari senza restrizioni l’inizio del processo che lo vede imputato insieme a Cam, Fran, Lerry e Antonio per aver tentato di disturbare una retata di polizia. La prima udienza sarà venerdì 26 gennaio presso il tribunale di Torino e sarà anche l’occasione per chiedere una revisione delle misure cautelari che ancora rinchiudono in casa i cinque compagni.

Scritte in Aurora

24 gennaio. Comparse alcune scritte per le vie di Aurora contro: la riqualificazione del quartirere a cui “rispondere con le lotte”, le minacce di sgombero dell’Asilo Occupato, e contro sfratti e polizia. L’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli ha colto l’occasione per ribadire l’urgenza di liberare i locali occupati di via Alessandria, mentre la scritta che ha suscitato più scalpore è stata ritrovata all’angolo tra via Aosta e via Pavia: “ALESSI CAMBIA CASA”.

Fuori dal Gobetti

22 gennaio. Intonaco delle scale che cade, trenta euro di contributo spese “facoltativi” ma che vengono chiesti alle famiglie come se fossero obbligatori: queste sono alcuni dei motivi che oggi hanno spinto 200 studenti del liceo Gobetti, via Maria Vittoria, a rifiutarsi di entrare e rimanere in presidio davanti all’ingresso. Si sono poi radunati in palestra per redigere un documento con le varie richieste.

Maestre con la fiaccola

20 gennaio. Tornano in strada per una fiaccolata notturna organizzata dalla CUB – Scuola, le maestre radiate dalle liste a esaurimento a causa di una sentenza del Consiglio di Stato. Un’altra iniziativa dopo i recenti scioperi che erano stati messi in campo per protestare.

Spina Reale

18 gennaio. Sono scesi in strada alcuni residenti della Spina Reale, quella striscia di città che parte da largo Giachino per arrivare fino a via Lucento, in un corteo notturno organizato dal gruppo facebook “Quelli della Spina di via Stradella“. Anche loro hanno deciso di infilarsi nella battaglia a questo (costantemente) riscoperto nemico comune della tranquillità di quartiere: lo spacciatore. È già la seconda iniziativa in questa direzione, partecipata da qualche centinaia di persone (a dire dai giornali), e contano di fare un’altra manifestazione il 16 febbraio, scortati come sempre dalla polizia.

Storie di pulizia sociale

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Cosa sia questa guerra quotidiana che attraversa le strade di Aurora, lo vediamo tutti i giorni. Ma sulla pelle dei tanti sfruttatti che abitano questo pezzo di città, sono incise le cicatrici di numerose battaglie addietro. Le sponde della Dora cantano l’ira dei fratelli di Abdelkabir, caduto dal terzo piano di via La Salle 5 nel lontano 2000 per scappare a una retata di Carabinieri. La crosta dei muri racconta di interi palazzi messi a nudo, setacciati a caccia di abusivi e clandestini.

La riqualificazione è una grande operazione di pulizia sociale, di cui è importante comprendere la mole e il dettaglio. Un’operazione che proviene dal centro città e che affonda una buona parte delle sue radici nel tessuto urbano di Porta Palazzo.

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Pedalare … in corso Ciriè

17 gennaio. È Giovanni Gola, fu professore dell’ex Istituto Baldracco di corso Ciriè 7, ad aver proposto al Comune un proficuo e compiacente modo per riportare alla normalità la vecchia scuola ad oggi occupata. Da anni ci vivono persone e famiglie sfrattate e senza casa, che il professor J. Megele vorrebbe sottoporre a un diabolico esperimento sociale: un percorso di professionalizzazione per rendere finalmente queste famiglie “autonome”. Il tutto avverrebbe tramite un’associazione di ex-allievi e professori, con lo sperato beneplacido dell’ assessore al welfare Sonia Schellino, che intanto valuta “un recupero del fabbricato e un reinserimento sociale”. Come a dire: “Donne e uomini di corso Ciriè, volete una casa? Pedalare !”

Operazione rientro

16 gennaio. Cento controllori della Gtt sono piombati dalla mattina nei bus e nei tram delle linee 18 e 4. Durante tutta l’operazione speciale a caccia di portoghesi sono state controllate 15.000 persone, di cui 500 beccate senza biglietto. Di sicuro non ci voleva la “rivoluzione” informatica del BIP, a palesare il tasso di ‘autoriduzioni’ sulle linee che collegano alcune delle zone più povere di Torino. Un’operazione che emana dritta dritta dal piano di rientro dell’azienda, tanto vociferato negli ultimi mesi. Risanare una parte del bilancio sulla pelle, e le tasche, dei più poveri.

Groviera

16 gennaio.  Sono 60.000 le case sfitte e vuote in tutta Torino, ancora in aumento rispetto agli anni precedenti soprattutto se rappoprtate al generale decremento demografico. Ce lo rivela l’Osservatorio sulla Condizione Abitativa, che però non manca di ricordare che, a fronte dei tanti sfratti e della generale diminuzione di investimenti nelle politiche sociali legate alla casa, le compravendite immobiliari sono comunque aumentate.