28 giugno. Alle sette e mezza di sera, mentre le bancarelle di Porta Palazzo stanno sbaraccando, un poliziotto in borghese insegue un ragazzino arabo dopo un tentativo di scippo. Da lì in poi, un quarto d’ora di sommossa. Prima un gruppo di persone salta addosso all’inseguitore, lo blocca e, dopo avergli assestato un bel po’ di calci, tenta rubargli la catenina. Poi, quando i soccorsi arrivati in aiuto del malconcio poliziotto riescono ad arrestare due degli aggressori, le gazzelle vengono circondate dalla folla e prese a calci. Dopo un po’ gli agenti riescono a forzare il blocco e a scappare. Due arrestati sul momento e un poliziotto all’ospedale. Un terzo ragazzo verrà arrestato due giorni dopo, perché identificato tramite le foto scattate durante il rito funebre in ricordo di Abder, il ragazzo marocchino ucciso dalla Guardia di Finanza un anno fa.
28 giugno. Alle sette e mezza di sera, mentre le bancarelle di Porta Palazzo stanno sbaraccando, un poliziotto in borghese insegue un ragazzino arabo dopo un tentativo di scippo. Da lì in poi, un quarto d’ora di sommossa. Prima un gruppo di persone salta addosso all’inseguitore, lo blocca e, dopo avergli assestato un bel po’ di calci, tenta rubargli la catenina. Poi, quando i soccorsi arrivati in aiuto del malconcio poliziotto riescono ad arrestare due degli aggressori, le gazzelle vengono circondate dalla folla e prese a calci. Dopo un po’ gli agenti riescono a forzare il blocco e a scappare. Due arrestati sul momento e un poliziotto all’ospedale. Un terzo ragazzo verrà arrestato due giorni dopo, perché identificato tramite le foto scattate durante il rito funebre in ricordo di Abder, il ragazzo marocchino ucciso dalla Guardia di Finanza un anno fa.
28 giugno. Alle sette e mezza di sera, mentre le bancarelle di Porta Palazzo stanno sbaraccando, un poliziotto in borghese insegue un ragazzino arabo dopo un tentativo di scippo. Da lì in poi, un quarto d’ora di sommossa. Prima un gruppo di persone salta addosso all’inseguitore, lo blocca e, dopo avergli assestato un bel po’ di calci, tenta rubargli la catenina. Poi, quando i soccorsi arrivati in aiuto del malconcio poliziotto riescono ad arrestare due degli aggressori, le gazzelle vengono circondate dalla folla e prese a calci. Dopo un po’ gli agenti riescono a forzare il blocco e a scappare. Due arrestati sul momento e un poliziotto all’ospedale. Un terzo ragazzo verrà arrestato due giorni dopo, perché identificato tramite le foto scattate durante il rito funebre in ricordo di Abder, il ragazzo marocchino ucciso dalla Guardia di Finanza un anno fa.
27 giugno. Solo nel pomeriggio si viene a sapere dal Cpt di due espulsioni avvenute in mattinata e del pestaggio avvenuto la sera precedente di due reclusi, successivamente arrestati dalla polizia. (more…)
27 giugno. Al Centro polifunzionale della Croce Rossa militare di Settimo torinese sono in arrivo ottanta aspiranti profughi, appena sbarcati a Lampedusa. La Croce Rossa si affretta a puntualizzare che il Centro di Settimo non sarà trasformato in un Cpt, che il cancello sarà sempre aperto e che non ci sarà né filo spinato né vigilanza armata. (more…)
27 iunie. Doar de dupămasă apare ştirea de la Cpt a două expulzări petrecute de dimineaţă şi de bătaia din seara precedentă a doi captivi, apoi arestaţi de poliţie. Căldura face încă insuportabilă detenţia şi Crucea Roşie, când catadicseşte să dea haine celor care nu au, le furnizează pe toate bleu, prea greu pentru a fi utilizate. Baldacci, pe secţiunea lui, face un tur printre cuşti de trei ori pe săptămână, zâmbeşte tuturor, se face că chiamă pe nume, ascultă lamentările şi apoi dispare fără nici o schimbare.
La centrala de la Centru, între timp, au elaborat o strategie inedită: la fiecare telefon, răspunde un individ care, ridicând cornu, urlă insultând într-o limbă misterioasă, sperând să intimideze antirasiştii care protestează.
27 iunie. La Centrul polifucţional de la Crucea Roşie militară din Settimo torinez sunt în aşteptare optzeci de aspiranţi refugiaţi, tocmai debarcaţi la Lampedusa. Crucea Roşie se grăbeşte să puncteze că Centrul din Settimo nu va fi transformat într-un Cpt, ca bariera va fi totdeauna deschisă şi că nu va fi nici sârmă ghimpată nici vigilenţă armată. De restul, se ocupă unul, din Cpt, procurând deja destule grâne. Politicienii locali, din contră, încep deja să se lamenteze: barierele vor fi întotdeauna deschise, nu va fi sârmă ghimpată nici vigilanţă armată. Cu alte cuvinte, ei ar prefera un Cpt. Şi refugiaţii? De ei, care şi-au riscat viaţa în războaie, pustiu şi mare în furtună, pare să nu conteze pentru nimeni.
26 giugno. Due antirazzisti di Torino e provincia vengono svegliati all’alba dagli agenti della Digos. I segugi di Petronzi sventolano un mandato di perquisizione relativo a un’inchiesta per presunte minacce nei confronti della sig.ra Margherita Occhetti, grande fan del pm superstar Andrea Padalino e della sua proposta di punire col carcere chi si abrade i polpastrelli. Tuttavia nella foga gli investigatori si dimenticano della Occhetti e sequestrano esclusivamente materiale sulla Croce Rossa e il suo colonnello Antonio Baldacci. A uno dei due perquisiti, inoltre, che dormiva sonni profondi non essendo neanche indagato, sfondano la porta di casa e sequestrano il computer.
Tentativo di intimidazione contro la fastidiosa lotta contro i Cpt? Di sicuro. Ma anche e soprattutto un preoccupante sintomo della cronica mancanza di fantasia che opprime la questura di Torino, i cui astuti strateghi preferiscono ricorrere al vecchio trucco di manovrare un’inchiesta in avanzato stato di archiviazione (e relativa a fatti risalenti a 2 anni fa), non sapendo letteralmente più che pesci pigliare contro le incursioni antirazziste dell’ultimo mese.
26 giugno. Non finiscono mai le lamentele dei baristi del centro. Dopo essersela presa con i venditori abusivi di birra, partono all’attacco degli ambulanti senegalesi e addirittura dei chioschetti dei panini. Contro tutti coloro, sostengono, i vigili non fanno mai abbastanza.
26 giugno. Cambio della guardia ai vertici della Guardia di Finanza regionale. Esce di scena il generale Giuseppe Mango ed entra il generale Mauro Michelacci.