Strage

10 giugno. Un operaio di 56 anni muore schiacciato da una pesante lastra di metallo dentro ai capannoni di una azienda di trasporto a Madonna dell’Olmo.

Rastrellamento

9 giugno. All’alba, diverse camionette fanno irruzione nel campo nomadi di Via Lega, residenza storica di alcune famiglie di sinti piemontesi. Gli agenti, in tenuta antisommossa, costringono tutti ad uscire dalle proprie abitazioni e a raggrupparsi al centro del campo. Poi, uno per uno, controllano gli abitanti.

Sciopero della fame al Cpt

8 giugno. Un nuovo sciopero della fame in Corso Brunelleschi da parte di un detenuto arrivato da quattro giorni, che protesta perché – pur essendo malato di cuore – vogliono espellerlo e si rifiutano di ricoverarlo in ospedale per non ritardare l’espulsione. Nell’infermeria del Cpt – dove è stato trasportato dopo essere svenuto al quarto giorno di sciopero della fame – i medici gli hanno detto che se continua così rischia il collasso. Moltissimi solidali protestano telefonando al centralino del Centro (011.5588778-011.5589815) o alla Croce Rossa di via Bologna (011.2445497 – fax 011.2475012) o alla Croce Rossa Militare (011.8959719) ma per ora i crocerossini negano tutto e fanno finta di non sapere. Bisognerà insistere?

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Torino, presunte violenze ai danni di un immigrato del Cpt

Iscritta o non iscritta?

7 giugno. Si infittisce il mistero attorno all’esame di Augusta Montaruli, la nota esponente del Fuan a Palazzo Nuovo. Chi dice che non fosse iscritta all’esame; chi dice che non potesse neanche provare a darlo (l’appello era riservato agli studenti del vecchio ordinamento, mentre la giovane Augusta è iscritta al nuovo); chi dice che fosse là, al centro di un presidio di camerati, col proposito di provocare la reazione degli antifascisti. Comunque sia, tra tutte le dichiarazioni di solidarietà piovute addosso alla fascistella in carriera manca quella della segreteria dell’università, l’unica a sapere la verità sul suo diabolico piano (di studi).

La vera storia della Croce Rossa

7 giugno. Un manipolo di antirazzisti, abilmente travestiti, riesce ad introdursi tra gli stands di Torino Comics proprio mentre è in corso la presentazione di The story of an Idea, il volume dedicato da Moebius alla storia della Croce Rossa. Mentre uno di loro prende il microfono dalle mani dell’oratore e ricorda allo scarsissimo pubblico le responsabilità dell’organizzazione umanitaria rispetto alla morte di Hassan, gli altri diffondono un fumetto che la storia della Croce Rossa la racconta per davvero. Poi, se ne vanno tutti indisturbati. E gli uomini del vicequestore Petronzi? Sempre a bordo della famosa Stilo Blu, sono arrivati anche questa volta con una mezzora di ritardo.

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Baldacci atto II

6 giugno. Settimo. Un gruppetto di antirazzisti solidali con i reclusi del Cpt sta volantinando davanti al novissimo centro polifunzionale della Croce Rossa, inaugurato quella sera stessa con un’operetta teatrale dal vago sapore wagneriano diretta dal colonnello Baldacci in persona. Per evitare prevedibili disordini, sono tenuti a debita distanza da svariati carabinieri e tre segugi della Digos, tutti gongolanti per essere arrivati – per una volta – prima dei contestatori. Ma alle loro spalle, due volti stranoti del movimento sovversivo torinese, opportunamente sbarbati e profumati, riescono ad entrare tranquillamente in sala, dall’ingresso principale. I due si siedono tra il pubblico e, non appena calano le luci e si alza il sipario, non gli par vero di poter saltare sul palco per interrompere il discorsetto del colonnello di cui sopra, chiedendogli perché mai non parlasse della tragica morte di Hassan. Prima di essere portati alla locale tenenza dei carabinieri per gli accertamenti di rito, trovano il tempo di srotolare uno striscione conto i Cpt, gettando diversi volantini sul pubblico, indignato da tanta sfacciataggine. Verranno ovviamente rilasciati in serata, senza ulteriori conseguenze. Ma la vendetta della questura non si farà attendere: pare ci siano gli estremi per denunciare gli antirazzisti per circonvenzione di incapace. Nel frattempo, gli incapaci della digos saranno mandati assieme agli altri a dirigere il traffico ad Albenga. Baldacci, dal canto suo, pare che sia ormai sull’orlo di una crisi di nervi.

Un (normale) controllo

6 giugno. I carabinieri fermano un giovane Rom in un parco, per un “normale controllo”: ammanettato con le mani dietro la schiena, viene preso a pugni e sbattuto più volte contro il muro, visto che non ha i documenti con sé. Però vive in una struttura di accoglienza e, quando i carabinieri lo trasportano lì, all’operatore basito che li accoglie dicono: «Ora il clima è cambiato, vi facciamo chiudere. La prossima volta che lo troviamo senza documenti
lo arrestiamo per resistenza a pubblico ufficiale.» Poi se ne vanno, senza lasciare verbali.

Insalate e bombardieri

6 giugno. Blitz antimilitarista a Caselle, che trasforma un osceno monumento al militarismo made in piemonte in un monumento, pur temporaneo, di denuncia di chi sulle guerre lucra. In mezzo a una rotonda di accesso al paese, infatti, da qualche anno è piazzato un vecchio aereo da parata, regalato al Comune dall’Alenia – che lì dietro collauda i propri bombardieri – e dal “PennyMarket” che lì davanti vende le proprie insalate. Dopo aver acceso alcuni fumogeni, gli antimilitaristi appendono alcuni striscioni sopra all’aereo (“No a tutti gli eserciti” e “Alenia fabbrica guerre”) e sotto piazzano manichini insanguinati: gli aerei dell’Alenia fanno la guerra e la guerra vuol dire sangue, fumo e morti.

Visite

6 giugno. Due giorni di calma piatta al Cpt di Corso Brunelleschi, a parte uno scarcerato ieri mattina e un nuovo internato oggi. A movimentare un po’ l’ambiente una delegazione di Rifondazione Comunista che ha fatto il giro delle gabbie ad ascoltare i racconti dei reclusi. Durante la visita uno degli internati ha chiesto ai politici se erano in aula al momento del varo della Turco-Napolitano – la legge che dieci anni fa ha istituito i Cpt. Imbarazzati, i rifondaroli hanno negato.

Gtt complice di…

6 Giugno. Circolano alcune notizie di grosse retate sui mezzi pubblici di trasporto, in pieno giorno, al capolinea del 67 a Moncalieri, o sul 4. Funzionari della Gtt assieme a diversi poliziotti chiedono i documenti, non il biglietto. Separano gli stranieri dagli italiani, le donne dagli uomini, e li caricano su mezzi blindati.