Garanzie?
30 maggio. Una sentenza della Cassazione stabilisce che gli ordini di espulsione contro i clandestini sono validi anche se emessi in seguito a perquisizioni senza mandato.
30 maggio. Una sentenza della Cassazione stabilisce che gli ordini di espulsione contro i clandestini sono validi anche se emessi in seguito a perquisizioni senza mandato.
29 maggio. Sono le 10,20 quando arriva una telefonata dal Centro: “stanno espellendo quattro dei nostri”. Uno di loro è Said, il ragazzo che nella notte tra venerdì e sabato aveva tentato la fuga e ne aveva guadagnato un duro pestaggio da parte delle forze dell’ordine. Ora ha il mento rotto, il corpo pieno di lividi e non riesce a camminare. Tra l’altro, pochi mesi fa si era operato proprio ad una gamba, a Lucca, ma è bastato un breve soggiorno nel Cpt di Torino per farlo ritornare zoppo.
Anche gli altri tre espulsi, da quello che sappiamo, erano testimoni dei fatti di venerdì notte, della morte di Hassan e del pestaggio di Said. Le autorità avevano promesso che non avrebbero espulso i testimoni… Da subito parte la solidarietà.
Nel giro di un’ora una quindicina di antirazzisti si materializzano ai cancelli, con striscioni, fischietti, pentole e martelli. Intanto il centralino del Cpt viene tempestato di telefonate indignate, da Torino e da tutta Italia. Dopo un po’ il numero è intasato, inservibile. Molte proteste anche ai telefoni dell’Air Maroc. (more…)
29 maggio. Alcuni solidali di ogni dove chiudono con l’acciaio liquido la porta del Centro Turistico Studentesco, la struttura che ha preso il posto del Fenix occupato dopo lo sgombero ordinato dal Comune per ripulire la città prima delle Olimpiadi. L’iniziativa viene dedicata ai migranti in lotta nel Cpt.
Sabato prossimo, un presidio sotto le mura di corso Brunelleschi e, nello stesso momento, un corteo per le vie di San Paolo – anche questo fino al Cpt.
Noi saremo al presidio, e sarà il terzo in una settimana di lotta dei reclusi. Tutte iniziative belle e sconsolanti – nello stesso tempo.
Belle perché da oltre le sbarre ci hanno riconosciuti come fratelli, senza aver sentito il bisogno di vederci in volto. E belle pure perché le nostre urla hanno regalato davvero forza e ostinazione e coraggio per continuare a lottare a chi è rinchiuso e non può neanche raccontare dove ha giocato da bambino. E poi belle perché essere svegli e solidali fa bene alla pelle e al respiro.
Sconsolanti perché ci hanno gridato, con tutto l’entusiasmo e la speranza nei polmoni: «siete venuti a liberarci!». Sconsolanti perché non era vero che eravamo andati lì per liberarli.
Ci manca ancora pazienza e ancora forza. E poi fantasia e pure determinazione. Routine e impotenza sono lì dietro l’angolo, sono la strada più facile.
Coraggio. Se vi può servire, vi regaliamo una vecchia trasmissione dagli archivi di Radio Blackout.
I radiodrammi di Radio Black Out, nona puntata: “Soltanto nei fine settimana”.
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/soltanto-nei-fine-settimana-3109.mp3]
28 maggio. Una giornata tranquilla, e senza deportazioni. Visti i fatti della settimana nel Cpt si entra soltanto, ma nessuno viene espulso. Anzi, alcuni dei protagonisti delle proteste vedono la propria situazione legale migliorare ora dopo ora. C’è ancora un piccolo gruppo che prosegue lo sciopero della fame. Dopo una giornata di trattative, il personale della Croce Rossa riesce ad entrare in tutte le sezioni per eliminare i brandelli di materassi, sacchi e cuscini, souvenir della rivolta di domenica.
27 maggio. La nottata, in corso Brunelleschi è stata tranquilla. Solo alcuni reclusi continuano lo sciopero della fame ma tutti sono entusiasti che fuori si ricominci a parlare di “chiudere i Cpt”: hanno visto i telegiornali e hanno saputo dei titoli dei quotidiani dedicati alla loro lotta. In mattinata, la Croce rossa pone loro l’aut-aut: «o smettete tutti di lottare, oppure non vi consegniamo i pacchi che parenti e amici vi stanno lasciando al portone.» Ancora peggio: quando qualcuno si sente male, viene lasciato senza cure perché «è in sciopero della fame». Polizia e crocerossini, però, fanno male i proprio calcoli. Nel giro di pochi minuti queste notizie varcano il portone e il centralino del centro viene subissato di telefonate di protesta.
In serata, centocinquanta solidali si danno appuntamento sotto le mura del centro. Musica, striscioni, slogan e fuochi d’artificio. I migranti urlano da dentro e al telefono fanno circolare nuovi particolari sui fatti di venerdì notte. Sono entusiasti della solidarietà: «Siete venuti a tirarci fuori!». Ma il presidio non basta a liberarli, e dopo un po’ la gente se ne torna a casa.
27 maggio. Chivasso. Un trentenne disperato, disoccupato da quando due anni fa è fallita la ditta per la quale lavorava come progettista elettrico, si getta nelle fredde acque di un canale artificiale.
27 maggio. In seguito a un blitz dei carabinieri di Leinì, 7 clandestini cinesi dipendenti della lavanderia “Yan” di Mappano sono stati rinchiusi nel Cpt di Torino in attesa di essere espulsi. I titolari della ditta, cinesi in regola col permesso di soggiorno, sono stati arrestati per favoreggiamento e sfruttamento dell’immigrazione clandestina.