Serrande
13 maggio. “Merda ai preti”: scritta notturna sulla serranda della cartolibreria “cattolica” di via Barbaresco.
13 maggio. “Merda ai preti”: scritta notturna sulla serranda della cartolibreria “cattolica” di via Barbaresco.
13 maggio. Si apprende che la prossima festa annuale dell’Esercito si celebrerà a Venaria, il 24 e il 25 maggio.
Negli scorsi giorni sono apparsi sui muri torinesi questi manifesti.
Un piccolo putiferio – sul web e sui giornali. Tutti a chiedersi se siano frutto dell’eccesso di zelo di qualche giovane leghista ancora in tirella per i recenti risultati elettorali oppure se si tratti di un falso neanche tanto ben congegnato.
(more…)
12 maggio. Alessandro Benvenuto, segretario della Lega Nord a Venaria denuncia la comparsa in città di scritte “ingiuriose” contro il suo partito.
12 maggio. Il comandante dei Vigili urbani di Alpignano è stato denunciato per aver puntato la pistola di ordinanza contro due persone e contro una bimba di pochi mesi durante un serio diverbio in strada, alla fine di aprile.
12 maggio. Un operaio siciliano di quarant’anni occupa un appartamento Atc a Trofarello insieme a moglie e figli. La famiglia è arrivata da Palermo da neanche un anno.
In tempi di guerra ognuno deve fare il proprio dovere. Chi combatte in prima linea, chi prepara i rifornimenti, chi conta dentro alle proprie tasche quanto ne è venuto di buono.
In tempi di guerra la voce che urla è la voce della propaganda, il martellare dei luoghi comuni dell’odio per il nemico.
In tempi di guerra come sono i nostri, la patria la si può servire anche standosene in poltrona, nel proprio ufficio, impugnando matite e pennarelli: fuori tanto morirà qualcun altro, vittima magari della violenza di qualche testa pelata o delle voglie incendiarie di qualche giovane razzista di periferia.
10 maggio. Inaugurata dopo una costosa operazione di restyling la piazza di Tetti Francesi, a Rivalta: parcheggi, giochi per bambini e verde. Peccato, però, per il nome. La piazza, infatti, è dedicata ad Andrea Filippa, militare di carriera ucciso dalla resistenza irachena a Nassiriya.
10 maggio. Un corteo parte da San Salvario e si dirige verso il Lingotto per protestare contro l’invito dello Stato di Israele come ospite d’onore alla Fiera del Libro. Il corteo è numeroso e variegato, ma non prova neanche ad arrivare ai cancelli della Fiera.
È ormai sera quando una coppia non più tanto giovane sbuca all’improvviso da sotto i portici di via Nizza. Sono stranieri del nord, del nord Europa. Incuranti del semaforo rosso, attraversano di corsa le strisce pedonali verso la stazione. Si trascinano dietro i loro trolley – nero lui, rosa lei – status symbol della classe turistica cui sono fieri di appartenere. La classe che non ha nulla da perdere, se non l’ultimo treno per Venezia, prossima tappa del loro viaggio romantico in Italia. E non possono di certo permetterselo.
Vanno di fretta i due, e non si accorgono nemmeno che nello stesso istante altre due persone attraversano di corsa le strisce pedonali, ma in direzione opposta. Scappano dai portici della stazione per rifugiarsi sotto quelli di via Nizza. Anche loro non più tanto giovani, e stranieri, stranieri del nord. Del nord Africa, però. E anche loro si trascinano dietro i loro trolley, a scacchi bianchi e verdi. Dentro non ci tengono vestiti o cosmetici o souvenir, ma pane, un sacco di pane. Quel pane che tutti i santi giorni vendono tra Porta Nuova e via Nizza, per la strada, ma di nascosto dai poliziotti e dai vigili. Tre pagnotte, cinquanta centesimi. Ed è per questo che scappano, dai poliziotti e soprattutto dai vigili, che forse non gli chiedono i documenti, ma se li beccano sequestrano loro il pane, una cosa che non possono di certo permettersi.