Gas precario
8 maggio. Una sessantenne di Volvera si barrica in casa e minaccia di far saltare col gas il palazzo perché il figlio non riesce a trovare un lavoro stabile e a quasi trent’anni è ancora precario.
8 maggio. Una sessantenne di Volvera si barrica in casa e minaccia di far saltare col gas il palazzo perché il figlio non riesce a trovare un lavoro stabile e a quasi trent’anni è ancora precario.
8 maggio. Un giovane peruviano prova ad uscire dal “Pittarello” di Settimo con due paia di scarpe nel giaccone, ma i carabinieri lo intercettano e lo arrestano.
8 maggio. Si consegna all’alba un giovane disoccupato di Cambiano, ricercato da qualche giorno perché individuato dai Vigili urbani come colui che avrebbe dato il via alla rivolta di Piazza Vittorio. Altri due, da quel che si sa, i denunciati a piede libero. Sarebbero stati individuati grazie ai filmati delle telecamere presenti in zona, alle testimonianza dei Vigili aggrediti ma soprattutto a causa delle targhe delle proprie macchine visto che durante la rivolta il libretto delle multe è rimasto ben saldo nelle mani degli agenti. Un elemento su cui riflettere, per la prossima volta.
8 maggio. Arrestato a San Mauro un giovane di Borgaro torinese, accusato di aver tentato di rubare un lettore Mp3 in un negozio di informatica.
8 maggio. Cinque arresti in due giorni al Carrefour di Grugliasco. Mercoledì, tre albanesi sono stati fermati per aver rubato dei vestiti e un giovane rumeno due lettori Mp3. Giovedì, invece, un altro rumeno ci ha provato con una telecamera.
8 maggio. Apre i battenti la Fiera del Libro dedicata al sessantesimo compleanno dello Stato di Israele. Un gruppetto di contestatori prova ad intercettare il presidente Napolitano, ma viene respinto facilmente dalla polizia. Durante tutta la sua durata, la fiera sarà presidiata da Digos, Mossad e reparti di Celere. Nonostante questo, la presenza di contestatori ai cancelli sarà costante.
Una città di fantasmi che uccidono. Questa è Verona. Una città che rischia di far da battistrada a tante altre. Una città in cui un gruppo di neofascisti massacra di botte e ammazza un ragazzo. Una città in cui la polizia pesta e arresta chi s’incaponisce a commettere e a difendere quel grave crimine che è diventato bere una birra all’aperto.
Perché accomunare due fatti così apparentemente distanti?
8 maggio. Si inaugura oggi a Torino il primo «laboratorio sulla governance della sicurezza e sulla prevenzione del terrorismo internazionale». Il laboratorio è organizzato da Sandro Calvani, il direttore dell’Istituto interregionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia.
Mi sveglio con dentro alle orecchie il rumore di cingoli che schiacciano i rami ed il terreno. Mi affaccio ed è vero: c’è una ruspa dall’altra parte della strada che sta buttando giù la casa del mio vicino. Avanti e indietro, avanti e indietro. Prima c’era una casa, ora c’è un cumulo di macerie.
A vederla da fuori, questa scena è anche noiosa. Non succede nulla. Sarebbe tutto più appassionante se qualcuno si mettesse in mezzo, se ci fosse un «no!», oppure un urlo. O almeno un pianto. Invece niente: avanti e indietro, avanti e indietro.
A vederla da fuori, questa scena che vedono i miei occhi è solo una ruspa che mette ordine in una discarica, con della gente attorno che guarda – avanti e indietro. Ma quella gente che guarda sono io, io che mi sono appena alzato, e gli occhi che guardano sono i miei, ancora assonnati.
E i miei occhi – e pure gli occhi di mio padre che è arrivato adesso e quelli di mio fratello piccolo che anche stamattina non è andato a scuola – vedono ancora una casa, piccola e con un cortiletto, e vedono ancora la vicina che spazza la polvere fuori dalla porta.
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8 maggio. Si avvia alla conclusione l’operazione “esodo” contro il campo rom abusivo di via Pastrengo, a Moncalieri. Il comune annuncia che presto le ultime roulotte saranno trasferite e l’intera area sarà spianata per lasciar spazio a un complesso residenziale.