Individui o cittadini?

«[Uomini senza mondo] erano e restano coloro che sono costretti a vivere all’interno di un mondo che non è il loro (…) all’interno di un mondo per il quale sono presenti e in funzione del quale sono certo pensati e utilizzati,
ma i cui modelli, scopo, linguaggio e gusto non sono comunque loro, né sono loro concessi»
(Günther Anders)

INDIVIDUI SENZA MONDO, SIAMO SOLI CON NOI STESSI.
I nostri critici, scuotendo la testa davanti ai nostri scarsi risultati, ci rimproverano la nostra poca disponibilità. Ma alla fine, diciamocelo, uno si annoia. Possibile che non ci sia un angolino al sole anche per noi? Se l’estremismo è considerato da molti una malattia infantile, lo è in virtù di questa banalità: solo da giovani ci si sente in grado di rifiutare il mondo, questo mondo che non ci appartiene. Quando si è pieni di forza, con tutto il futuro davanti a sé, non si ha paura di nulla, né delle cariche della polizia né di dormire sotto le stelle e tanto meno di disdegnare i compromessi. In questa continua fanciullezza tutto sembra possibile e a portata di mano. Ecco perché non si accetta di dare la vita in pasto ai ragionieri della sopravvivenza. Si ama con passione, si odia con furore. E se pure questa esuberanza, questo orgoglioso amore di sé, ha come conseguenza la messa al bando con la sua solitudine, e sia! Ma poi, col passare degli anni, interviene qualcosa. Le energie si consumano, le provviste si riducono, le munizioni scarseggiano, ci si accorge di avere ben poco in mano con cui affrontare quel che resta dell’avvenire. (more…)

Fuochi d’artificio

24 febbraio. Di fronte al carcere delle Vallette, rumoroso saluto a Fabio, l’ultimo degli antirazzisti di Piazza Rebaudengo ancora in carcere, e a tutti i detenuti.

intimidazione

24 febbraio. Le forze dell’ordine circondano, intorno a mezzogiorno, il mercato abusivo di Via Cottolengo. Non è uno sgombero, solo una intimidazione. Che riesce, perché poco a poco il mercato si svuota e le bancarelle smontano.

Presidio e cartoline antirazziste

23 febbraio. Presidio antirazzista in Piazza Borgo Dora, in solidarietà con Fabio, l’ultimo dei tre antirazzisti arrestati in piazza Rebaudengo ancora in carcere. Distribuite anche delle cartoline da inviare all’arrestato.
Scarica, stampa, ritaglia, affranca e spedisci.

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Casa rioccupata

23 febbraio. Rioccupata la “boccia”, sgomberata con blitz mattiniero delle forze dell’ordine qualche giorno prima.

Inseguimenti

23 febbraio. Due marocchini vengono inseguiti ed arrestati dai carabinieri nel cuore di Porta Palazzo: un po’ come tutti vendevano merce contraffatta. Nessuna significativa reazione in loro difesa da parte dei frequentatori del mercato.

Sicurezza

23 febbraio. La questura “sconsiglia” a Mario Borghezio di sistemare il proprio gazebo proprio questo sabato in piazza Castello. “Per ragioni di sicurezza”, visto che nella stessa piazza sono state già annunciate svolgeranno iniziative “antagoniste”.

Alta tensione

23 febbraio. A Carmagnola compaiono alcune scritte in solidarietà con i tre di piazza Rebaudengo, contro i razzisti e contro l’assessore leghista Fabrizio Ottenga: “Lega m… Fabio libero” e “Ottenga maiale razzista”. Nella notte tra giovedì e venerdì, bloccato il pulsante del citofono di casa dell’assessore.

Turin, Post-Olympique inférieur

Il arrive, dans une ferme aux portes de Turin, que des familles entières soient expulsées et incarcérées pour vol d’électricité. Au fond, elles avaient elles aussi, comme tant d’autres, un problème de pouvoir d’achat. Mais on parle de familles Rom, ça se comprend.
Il arrive ensuite, aux portes de la prison de Turin, qu’un carabinier commente, dans la veine de ce que sont pour lui des plaisanteries : «les prisons explosent ? Plutôt que l’indulto [remise de peine générale], il faudrait rouvrir les fours». Il parle bien sûr de Roms, ceux de
la ferme, ça se comprend.
Tout comme il arrive que dans les banlieues de Turin, certains jeunes traînent tard le soir (et il n’est pas diffi cile d’imaginer ce qu’ils traînent…) pour frapper les étrangers… et les drogués, ou pour incendier ces maudits camps Roms. Fidèles interprètes de notre temps, ils combattent dans la guerre civile entre pauvres qui plait tant aux gendarmes de l’ordre social et sert si bien à leurs patrons.
De temps en temps, il arrive aussi que d’autres jeunes s’organisent pour s’opposer aux racistes : dans les rédactions de leurs journaux, sous le chapiteau d’un marché, en partance pour un voyage organisé. A la guerre civile entre pauvres, ils préfèrent combattre maintenant dans la guerre sociale contre les responsables du désastre dans lequel nous nous précipitons, prêts aussi à prendre le risque lointain d’une révolution, un jour…
Il arrive de temps en temps que la police accomplisse son devoir, et que cinq de ces impudents antiracistes soient mis en examen, deux incarcérés puis libérés avec pointage quotidien et qu’un se trouve toujours en prison. Les racistes, émus, disent merci.
Un maire médiocre déclare : «Ceux qui agissent et pensent comme cela sont indignes de faire partie de la communauté» et sont «opposés aux normes les plus élémentaires de respect et de civilité». Il parle ainsi, et on ne comprend pas de quoi il parle.
Un médiocre juge du parquet de Turin écrit ensuite que ces jeunes «démontrent une totale infl uençabilité et sujétion par rapport à un sens d’appartenance mal interprété, à l’intérieur duquel s’inscrivent des actions délictuelles». Le juge écrit ainsi, et on ne comprend pas de quoi il parle.
Et le même juge écrit encore qu’ «un contact permanent avec les forces de l’ordre peut constituer une sanction adéquate pour éviter la récidive». Ainsi écrit le juge, et on ne comprend pas de quoi il parle.
Mais ses bouts de papier, ceux-là si, on les comprend trop bien. Ce sont ceux qui allument ces fours qui plaisent tant à ses gendarmes, et servent si bien à ses patrons.

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Torino, Post-Olimpico Inferiore