Razzisti di merda
17 febbraio. San Salvario. Sul muro esterno e sulla serranda dell’Ufficio rapporti sociali della Lega Nord del quartiere compaiono due scritte: “Razzisti di merda” e “Via la lega dal quartiere”.
17 febbraio. San Salvario. Sul muro esterno e sulla serranda dell’Ufficio rapporti sociali della Lega Nord del quartiere compaiono due scritte: “Razzisti di merda” e “Via la lega dal quartiere”.
17 febbraio. San Salvario. Nel tardo pomeriggio un presidio mobile fa un giro per le strade del quartiere, in solidarietà con gli antirazzisti arrestati la mattina.
17 febbraio. Piazza Rebaudengo. Alcuni antirazzisti decidono di salutare – a modo loro – un gruppo di leghisti in partenza per una manifestazione. Al primo momento di tensione,
la polizia di scorta salta addosso agli antirazzisti e ne ferma otto. Tre di questi verranno arrestati.
16 febbraio. Era andata a fare le pratiche per il matrimonio, ma in tribunale si accorgono di una vecchia espulsione e così, invece di farle gli auguri, la fanno arrestare.
Due tossici, nel parcheggio di un ospedale.
Uno si sbraccia in direzione di un’auto in arrivo, indica un posto libero, fornisce ad alta voce qualche indicazione supplementare – «sterza… ancora… ora indietro… ancora… stop!». Cortese ed efficiente, ritira la sua moneta e ringrazia.
L’altro se ne sta in disparte, a leggere il giornale. «Hai visto? Alle fine li hanno presi a quelli lì…»
«Quelli lì» sono i famosi “giustizieri di tossic park”. Beh, “giustizieri” forse è una parola grossa. La loro attività si riduceva a saltare addosso – in dieci, in quindici, la notte – ai tossici isolati che si sbagliavano a passare sul lato sinistro di Corso Giulio Cesare, per poi riempirli di mazzate. In giro si dice che qualche bastonata l’abbiano distribuita anche ad alcuni rom di via Vistrorio, aspettandoli alla fontana.
Questi famosi “giustizieri”, in realtà, fuori dal loro quartiere non se li cagava quasi nessuno. Di teste ne hanno spaccate tante, in un anno e mezzo, ma i giornali e la televisione hanno preferito far finta di nulla. Come anche la gente del quartiere che sapeva e vedeva, ma che è stata zitta – tanto spesso soddisfatta del “valore” dei propri ragazzi. I tossici, da parte loro, che dovevano fare? Si son presi un sacco di botte in silenzio. Gli zingari, poi, a campo bruciato hanno cambiato aria.
E tutti gli antifascisti di cui è colma Torino, dov’erano in questo anno e mezzo? E gli antirazzisti? E gli antiautoritari? E gli antiproibizionisti? E… e noi, insomma, tutti noi, dov’eravamo? Avevamo, come al solito, faccende più urgenti da sbrigare.
Così i poliziotti sono rimasti per un po’ alla finestra, e poi – temendo che i “giustizieri” non lasciassero loro neanche più un solo tossico da menare – hanno fatto un giro di avvisi di garanzia.
Dall’auto scende una vecchia compagna. Lascia una moneta al parcheggiatore, quindi si volta agitando un giornale che ha in mano. Indica il titolo e poi commenta «questi qui oggi bastonano i tossici, e domani giù olio di ricino a noi». E già.
15 febbraio. Blitz dei carabinieri a Porta Palazzo. Controllate ottanta persone e venti esercizi commerciali: sette arresti e sei espulsioni.
15 Febbraio. Cinque giovani di Barriera di Milano sono stati denunciati con l’accusa di aver partecipato alle “ronde antidroga” al Parco Stura. Dalla fine del 2006 e fino ad ora, almeno una cinquantina di tossicodipedenti, o presunti tali, sono stati aggrediti con spranghe e bastoni alle fermate del tram. Secondo alcuni giornali, a loro si dovrebbero anche alcune delle aggressioni ai Rom del campo di Via Vistrorio.
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«Sangue italiano».
E non «morto soldato italiano»; neanche «sangue in Afghanistan»; e nemmanco «ucciso un italiano»… No, proprio queste due parole: «sangue» e «italiano». E proprio così abbinate.
Questa l’apertura di Leggo, stamattina.
Leggo – lo sapete – è un giornaletto gratuito, ed è distribuito nelle stazioni, agli incroci, alle fermate dei tram. Dunque, questo titolo – «Sangue italiano» -, stamattina l’hanno adocchiato centinaia di migliaia di persone. Magari non l’hanno letto, il giornale, ma quel titolo sì, quelle due parole lì frulleranno loro nella testa per tutta la giornata.
12 febbraio. Ferdinando Ventriglia, vecchio fascista e ora presidente regionale dei “Circoli della Libertà” lamenta di essersi ritrovato il proprio sito internet oscurato per due giorni per merito di ignoti hacker.
12 febbraio. Un operaio di 44 anni rimane stritolato mentre lavora su di un elevatore in un capannone commerciale in Strada del Francese. È il quattordicesimo morto sul lavoro dall’inizio dell’anno.