Ettore Fusco, leghista, testa pelata e pizzetto, abita ad Opera, vicino a Milano. Qualche tempo fa è stato rinviato a giudizio per “istigazione a delinquere”: la notte del 21 dicembre del 2006 era alla testa dei piromani razzisti che avevano distrutto il locale campo rom in costruzione.
Alle prossime elezioni comunali, sarà lui a correre come aspirante sindaco, a nome di tutto il centrodestra. Così, come se fosse normale.
11 febbraio. Un marocchino è stato arrestato dai Carabinieri di Venaria perché, già espulso, non se ne è andato dall’Italia.
11 febbraio Il capogruppo di An alla quarta circoscrizione, Ettore Puglisi, chiede a gran voce lo sgombero de “La boccia”, appena occupata.
10 febbraio. Nella notte, un’auto riesce a sfondare un posto di blocco dei Carabinieri, a Settimo. Speronata l’auto dei militari.
9 febbraio. Imbrattata una lapide che commemora le leggi razziali del ’38, al “parco della pace” di Via Onorato Vigliani.
9 febbraio. In un parchetto in fondo a corso Venezia, una decina di ragazzi italiani circondano tre rumeni seduti alla panchina e li sprangano, gridando: “stranieri di merda”.
8 febbraio. Un giovane rumeno è stato arrestato con l’accusa di aver rubato oltre 300 euro in monetine dai parcometri comunali. Secondo la Gtt, i furti ai danni dei parcometri sono stati cinquecento soltanto nell’ultimo anno, per un totale di circa trentacinquemila euro.
«No, no, il colore della pelle non fa la differenza.
Siamo nel Ventunesimo secolo, si figuri!
E poi, in una moderna democrazia liberale come la nostra…»
Una piazza. Al centro della piazza c’è un monumento, ai lati ci sono dei portici.
Intorno al monumento si raduna gente, con striscioni e con bandiere. Altra ancora ne arriva. Né pochi né molti, un corteo come tanti.
I portici, invece, sono dipinti di blu. Gli uomini in divisa sono lì, assiepati già da un paio d’ore. Non è che chiudano la piazza, per carità. Non hanno neanche un atteggiamento troppo minaccioso: ma se ne stanno lì, a far colore, fermi, con gli scudi poggiati sui ginocchi.
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In lista lo scampato al rogo della Thyssen?
Antonio Boccuzzi, ex D.S., si sente molto lusingato dall’offerta
e sicuramente, dice, accetterebbe molto volentieri l’eventuale proposta.
Ma sì, Antonio, fai proprio bene! In fondo te la sei vista brutta, in quella maledetta fabbrica. Ti sei rotto la schiena, in quella cazzo di fabbrica. Ora che hai la possibilità di fregarti un sacco di soldi tenendo il culo al caldo, fai solo bene.
Ma sì, pensiamoci, in un mondo in cui una madre è riuscita a diventare senatrice grazie alla fama che gli ha dato il figlio assassinato, il povero Antonio un posto in parlamento se lo stramerita!
Vai Antonio e ascoltami, fottiti un sacco di soldi e quando ne avrai abbastanza non dimenticarti di brindare ai tuoi colleghi che non ci sono più.
7 febbraio. Venti minuti a mezzanotte, tutte le strade tra via Monti, via Tiziano e Via Madama Cristina bloccate dalle pattuglie che fermano ogni macchina con i cani antidroga. Trenta persone fermate, molti finiranno al Cpt in attesa di espulsione, per gli altri scatterà l’arresto.