
La lettura de La Stampa ieri ci ha riservato qualche piccola sorpresa che ci fa piacere condividere con i lettori di questo blog. In un articolo dal titolo “Giudice nel mirino dei gruppi anarchici”, il buon Massimiliano Peggio ci racconta di una serie di azioni in solidarietà ai compagni arrestati il 3 maggio scorso e contro il Gip Arianna Busato del cui operato abbiamo più volte avuto modo di parlare nelle ultime settimane.
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4 luglio. Gli abitanti di Casa Farinelli, struttura comunale che ospita famiglie in stress abitativo, sono scesi in strada fino a tarda notte per protestare contro le condizioni in cui sono costretti a vivere. A esacerbare la situazione è stata la scomparsa di un bimbo di appena due anni, figlio di una delle sei famiglie ospitate presso la struttura, nonostante all’interno delle mura di via Farinelli ci siano operatori addetti alla sorveglianza continua dei temporanei inquilini. Gli ospiti richiedono una condizione abitativa meno precaria, che vengano velocizzati i tempi per l’assegnazione delle case popolari che gli sono state promesse entrando nel progetto, cosicché possano tornare ad essere indipendenti e responsabili di sé stessi e dei propri figli. A visitare il sit-in e a tranquillizzare i protestanti è arrivata Mirella Cerniglia, responsabile della gestione dell’emergenza abitativa in città. È giunta anche la poliza, con i colori d’ordinanza e in abiti borghesi, a invitare a rientrare all’interno della struttura.

È mezzogiorno e chiunque si trovi all’interno del Cpr di corso Brunelleschi può vedere dei nuvoloni di fumo alzarsi verso il cielo. A bruciare sono tre materassi e delle coperte accatastati sulla porta dell’Area Blu. A far montare la rabbia l’atteggiamento delle guardie del Centro che da giorni si rifiutano di portare in ospedale un ragazzo appena maggiorenne che si è rotto il polso giocando a calcio. In poco tempo il fuoco viene spento con gli idranti e i poliziotti provvedono subito a portar fuori dall’area, attraverso la porta annerita dal fuoco, i presunti responsabili dell’incendio: un paio di reclusi vengono picchiati e diversi finiscono invece in isolamento.
Qualche ora dopo, nel cuore della notte tra mercoledì e giovedì, militari, finanzieri e poliziotti fanno irruzione in gran numero in diverse aree per prelevare 13 tunisini, alcuni di loro appena arrivati in Italia via mare e trasferiti da pochi giorni a Torino da Palermo. Nel piazzale del Centro ad attenderli c’è già un autobus pronto a partire per un aereoporto – probabilmente Malpensa – dove nella prima mattinata è in programma un volo per la Tunisia.
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5 luglio. Sull’asfalto davanti alla Lavazza trapela, appenna cancellata, una grossa scritta: “Gip Busato aguzzina – Tutti liberi”.

Ieri, in mezzo alla mattinata, quattro vigili urbani in borghese hanno fatto un giro nello stabile di case popolari in via Aosta 31. Cercavano i nuovi abitanti della palazzina, ovvero chi da venerdì ha occupato alcuni appartamenti vuoti per poterci vivere dentro. Si sono diretti ai primi alloggi, dove hanno incontrato due signore occupanti intente a rassettare; a loro hanno chiesto i documenti per identificarle e poi procedere con la denuncia. La notizia della timida incursione dei civich si è diffusa rapidamente e nel giro di poco una decina di solidali ha raggiunto la palazzina. Gli accorsi hanno così incrociato i vigili urbani andarsene, avevano desistito nella ricerca degli occupanti dopo aver bussato alle porte senza centrare l’obiettivo.
Oggi altri vigili urbani accompagnati da uomini dell’azienda delle case popolari hanno cercato di orientarsi nel condominio e mappare gli appartamenti abusivi. Dapprima hanno provato a bussare, ma al loro “toc- toc” ha risposto solo un’ eco sorda. Poi hanno tentato di aprire le porte con le chiavi in loro possesso, iniziando così a individuare alcuni alloggi occupati. Infine hanno azzardato chiedendo le chiavi direttamente a una signora che si appropinquava verso l’uscio della casa dove vive. La signora ha declinato la richiesta con prontezza.
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4 luglio. L’obiettivo dell’associazione Kaninchen-Haus è mutare lo stabile fatiscente di via La Salle 16 in un condominio-museo e trasformare i 200 attuali abitanti in una comunità: gruppi di artisti vivranno per un periodo di tempo determinato negli appartamenti, dove verranno organizzate mostre, concerti, talk, incontri letterari e poetici, o laboratori dedicati all’artigianato. I responsabili dell’associazione che ha vinto il bando lanciato dalla Siae e dalla Compagnia di San Paolo, ossia i performers Brice Coniglio, ipotizzano che possano essere costruiti portalettere artistici, luci di diverso colore illuminare ogni piano, il cortile trasformarsi in palco per spettacoli aperti al pubblico e “che le persone migliorino le loro relazioni grazie all’arte, capace di produrre un cambiamento estetico, sociale e culturale”. La portineria, ora blindata per evitare l’ingresso di senzatetto, sarà affidata a studenti universitari di sociologia che investigheranno sui sogni e desideri degli abitanti della via.
4 luglio. Dei giovani giapponesi della Shibuya University Onlus hanno visitato le case del quartiere di San Salvario e Barriera di Milano interessati a esperienze di innovazione e rigenerazione urbana e sociale. La Shibuya è una Onlus che promuove stili di vita e valori nuovi. Sakio Yasuaki, presidente della Onlus spiega”Il modello giapponese dei 20-30enni era far carriera in un’azienda, tutta la società guardava al successo economico. Ora non è più così, non per tutti. La visione della vita sta cambiando e guarda a valori completamente diversi“.
4 luglio. Con 3.388 sfratti eseguiti nel 2016 in città e provincia Torino è in cima alla classifica dei capoluoghi di regione italiani con il maggior numero di sfratti. Tra le Regioni il Piemonte conferma questo primato con quasi 7mila provvedimenti di sfratto, oltre 13mila richieste di esecuzione e quasi 5mila interventi eseguiti. Significativo il fatto che rispetto al 2015 gli sfratti eseguiti in regione siano più che raddoppiati a differenza del resto d’Italia dove il numero è invece in calo. Anche nel rapporto tra sfratti e abitanti Torino conferma il suo primato con uno sfratto ogni 241 famiglie mentre la media nazionale si ferma a uno ogni 419 nuclei familiari. I dati sono contenuti in un rapporto del Ministero dell’Interno reso pubblico da poco.

Dopo non pochi dinieghi e ostruzionismi Antonio da oggi sarà trasferito agli arresti domiciliari, manco a dirlo con tutte le restrizioni.
Dal 21 giugno era in sciopero della fame che ora interromperà.
30 giugno. I carabinieri di Olte Dora hanno perquisito 14 veicoli e identicato 52 persone durante un’operazione di monitoraggio del campo rom disposta dalla prefettura.