Solidarietà interregionale

10 giugno. Giorno di sciopero per i lavoratori di H&M dei negozi di via Roma, di Beinasco e dell’Area 12. Molto alta l’adesione per un’iniziativa di protesta contro i licenziamenti collettivi annunciati dall’azienda in tre punti vendita di Lombardia e Veneto. È la prima volta che l’azienda prende una simile iniziativa e non sembra intenzionata a ricollocare nessun lavoratore mentre apre nuovi punti vendita. L’obiettivo sembra essere quello di liberarsi di dipendenti assunti prima dell’introduzione del Jobs act per sostituirli con altri meno tutelati.

Attorno a via Germagnano/2

10 giugno. Un presidio organizzato da Casa Pound e dal comitato Noi di Barriera si è svolto a qualche decina di metri dal campo rom di via Germagnano per chiederne la chiusura. La polizia in assetto antisommossa si è schierata per evitare contatti tra i manifestanti e gli abitanti del campo.

Alcol free

9 giugno. Entra in vigore il divieto di vendere bevande alcoliche da asporto, dalle 20 fino alle 6 del mattino, per gli esercizi commerciali di
piazza Vittorio, San Salvario e Vanchiglia. L’ordinanza terminerà il 30 settembre e prevede la chiusura da 7 a 30 giorni per i trasgressori.

Alcuni No, uno sciopero e degli esami del Dna

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Quando si finisce incastrati nelle maglie della Giustizia capita spesso di dover fare i conti con attese estenuanti dovute a ragioni burocratiche, e del resto la burocrazia altro non è se non l’architettura grazie alla quale è possibile l’esercizio della Legge. Ragioni che per di più vengono tradotte in una lingua tanto difficile da comprendere quanto legnosa.

Ma se anche si impara ad orientarsi in questo ambiente freddo e ostile non è sempre possibile comprendere cosa ci si possa aspettare.

Nel micromondo delle misure cautelari è ad esempio capitato che nelle ultime settimane sia i compagni in carcere che ai domiciliari abbiano fatto delle istanze al giudice. La togata Arianna Busato ha messo all’opera la banalità del suo potere sui ritmi delle vite sottoposte a misure e ha deciso di dire di No a qualsiasi richiesta poiché la Digos non ha fatto i dovuti accertamenti. Per questo, la figlia e la nipotina del compagno che ospita Camille non possono passare da casa e i suoi parenti non possono chiamarla, a Giada è stato negato di andare a sostenere un esame in università e non vengono dati i permessi per parlare telefonicamente con i suoi familiari, e anche a Fabiola è negato l’incontro e qualsiasi comunicazione con i suoi cari.

Per gli stessi motivi i compagni rimangono rinchiusi nel carcere delle Vallette. Una prima istanza al Tribunale del Riesame è stata respinta perché le case presentate per gli arresti domiciliari non erano state ritenute idonee e l’istanza successiva ha poi ottenuto lo stesso risultato perché le abitazioni segnalate non sono state controllate dalla polizia politica. Di conseguenza la Procura ha espresso parere negativo e di conseguenza anche la Dott.ssa Busato ha potuto lavarsene bellamente le mani.

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Italia-Israele

8 giugno. Presentato ieri, al 32esimo piano del grattacielo di Intesa San Paolo, un rapporto della Fondazione Studi Ricerche sul Mezzogiorno che individua nell’agritech e nell’industria portuale i due settori più promettenti di interscambio tra Italia e Israele. Nell’ambito dei rapporti tra i due Paesi la città di Torino svolge un ruolo di primo piano come testimoniano la presenza all’incontro di esponenti del Politecnico, della Camera di Commercio e della Compagnia di San Paolo. Particolarmente attiva naturalmente la banca Intesa che recentemente ha siglato importanti accordi con la Camera di Commercio israeliana, con la banca Leumi e con il centro di innovazione The Flor di Tel Aviv.

In un posto da distruggere

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Deportazioni e rimpatri

Le deportazioni continuano, più veloci che mai. Le celle del Cie torinese, nuovo Cpr, sono sempre piene. Quasi ogni giorno sbirri in borghese, militari o guardie di finanza si presentano nelle stanze e prelevano qualcuno per metterlo su un aereo o su una nave e deportarlo. Poche ore dopo o nei giorni seguenti i letti liberi vengono riempiti da nuove persone catturate per strada o mentre stavano cercando di rinnovare i documenti recandosi a ingannevoli appuntamenti in questura.

Un giorno come tanti

Ieri per esempio. Dall’area blu pare che siano stati portati via per il rimpatrio tre marocchini e quattro pakistani. Dall’area verde un altro ragazzo marocchino è stato prelevato, nonostante vivesse in Italia da vent’anni, con tutta la sua famiglia.

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Prendere spazio

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L’usuale cena benefit dell’Asilo occupato ha trovato ieri spazio in strada, su corso Brescia, fino ad affacciarsi con i tavoli sul largo in cui sorge la nuova sede dirigenziale della Lavazza. Dopo un aperitivo nel cortile a cancelli aperti di via Alessandria 12, con hip hop dal vivo e chiacchiere, si è pensato bene di uscire e stare insieme in strada, occupandola e deviando il traffico che di solito la attraversa.

Non è stata un’idea nata dalla volontà di dare una “location” diversa alla convivialità del martedì, né il tentativo di mimare una movida alternativa: l’intento è quello di spingere un po’ più in alto l’asticella di ciò che è permesso fare nello spazio pubblico, ovvero quello gestito nella pratica quotidiana dalla procura della polizia, quello in cui le regole di attraversamento e stazionamento stanno diventando sempre più restrittive. La nuova legge Minniti-Orlando sulla sicurezza urbana, promulgata l’aprile scorso e raccontata come la formalizzazione legislativa della città-benecomune, aggiunge nuovi strumenti repressivi alla già asfissiante gestione dei contesti urbani, dà la firma del diritto a quell’insieme di norme che già si erano imposte da tempo per agevolare gli interessi dei nuovi padroni delle città. Così, di fatto e di diritto, oggi anche solo per un bivacco in luoghi considerati turistici o di interesse economico si può ricevere un daspo urbano, la cui violazione in alcuni casi porta dritta ad anni di carcerazione.

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Buste in tribunale

7 giugno. Due buste contenenti polvere da sparo, fili elettrici e batterie sono state intercettate nel locale di smistamento della corrispondenza del tribunale di Torino. Indirizzate ai pm Antonio Rinaudo e Roberto Sparagna sono state aperte da agenti del reparto artificieri.

Stiamo in strada

 

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Vi invitiamo martedì 6 giugno dalle ore 18 all’Asilo occupato nel cortile su corso Brescia per un aperitivo e per fare due chiacchiere sulle nuove misure ministeriali, nello specifico sulla legge Minniti-Orlando che, promulgata ad aprile, impone una morsa ancor più stretta alla vita soprattutto nei contesti urbani.

Risulta dunque quanto meno necessario scambiarsi informazioni sulle maggiori difficoltà nel muoversi per la città senza soldi e senza carte in regola, trovare degli spunti per riuscire a prenderci ciò di cui abbiamo bisogno, alla faccia di chi tutto vuole controllare e possedere con l’ausilio del diritto.

Scarica e diffondi il volantino dell’iniziativa qui

Ore 18.00: aperitivo
Ore 19.00: concerto Hip-Hop, Inganno
Ore 20.30: cena benefit detenuti

Deportazioni e Mistral Air

 

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 In un comunicato stampa pubblicato qualche giorno fa dal sito di PosteItaliane la Mistral Air afferma di «non effettuare alcun servizio di trasferimento migranti né rimpatri di cittadini extracomunitari dall’Italia». La compagnia aerea di Posteitaliane, addirittura, ribadisce che «la sua attività consiste nel trasporto aereo di corrispondenza e pacchi oltre a servizio passeggeri a corto e medio raggio e qualsiasi riferimento ad operazioni che esulino da tali servizi è privo di fondamento». Vi accenniamo a questo comunicato per due ragioni, semplici entrambe. La prima è per sottolineare la mirabile faccia di bronzo di chi, dopo aver guadagnato fior di quattrini (venti milioni di euro dal 2013, tanto per fare un esempio, con circa quattrocento voli) trasportando gente incatenata come si trattasse di corrispondenza e pacchi, ora fischietta e fa finta di nulla. La seconda è per segnalarvi che, in effetti, è dal settembre scorso che non abbiam più trovato notizia di voli di espulsione gestiti da questa compagnia, dopo tre mesi durante i quali si erano man mano diradati: potrebbe essere, dunque, che la Mistral Air si sia ritirata dall’affare e che quel comunicato – con qualche aggiustamento di tempi verbali – contenga un fondo di verità.

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