
Dal governo centrale asseriscono che entro luglio saranno messi in funzione sette nuovi Cpr: Brescia per la Lombardia, Gradisca d’Isonzo per il Friuli, Modena per L’Emilia-Romagna, Santa Maria Capua Vetere per la Campania, Palazzo San Gervaso per la Basilicata, Cosenza per la Calabria, Iglesias per la Sardegna. Alcune strutture sono già state in passato prigioni per senza-documenti, danneggiate dalle rivolte dei reclusi fino alla loro chiusura; altre, come il sito sardo e quello lombardo, erano prigioni canoniche o caserme.
Alla macchina delle espulsioni cercano di fornire nuovi ingranaggi ma ci saranno sempre dei nemici pronti a organizzarsi per farli saltare e dei reclusi che non si arrendono alla violenza della privazione della libertà.
Venerdì 19 maggio, ore 18 alle Serrande di corso Giulio Cesare 45: discussione con alcune compagne sulla lotta contro le prigioni per immigrati a Barcellona e contro le frontiere.
Domenica 21 maggio, ore 16 in corso Brunelleschi all’angolo con via Monginevro: presidio in solidarietà ai reclusi del Cpr torinese.
Cie o Cpr, fuoco a tutte le prigioni!
13 maggio. Occupato uno stabile di proprietà del comune all’interno dei Giardini Reali all’angolo con via Rossini. L’edificio era già stato occupato e sgomberato nel 2005 in vista delle Olimpiadi invernali dell’anno successivo.
13 maggio. La polizia politica è arrivata all’una di notte a bussare alle porte di due case, di quattro militanti, per delle perquisizioni. Era alla ricerca di materiale collegabile alle scritte vergate sulle mura del Tribunale. Le scritte sono comparse alla fine di marzo, dopo la sentenza espressa dal giudice Minucci; un volontario della Croce Rossa accusato di violenza sessuale verso una collega è stato assolto poiché, secondo la togata, la donna non avrebbe gridato abbastanza, avrebbe detto solo “basta”. Sono stati requisiti abiti, materiale da decorazione e apparecchi elettronici.
13 maggio. Mentre si preannuncia il boom di arrivi in città per i prossimi eventi culturali, i lavoratori di alcuni musei civici, quello della Montagna, Lombroso e dell’Anatomia umana e della Frutta, del Risorgimento, Diffuso 900 e del Polo universitario, hanno proclamato la loro prima giornata di sciopero. La mancata conferma dell’appalto alle cooperative che gestiscono i servizi museali da parte dell’amministrazione comunale causerà licenziamenti di massa e calo degli orari lavorativi. Hanno partecipato allo sciopero l’80 per cento dei lavoratori, facendo chiudere alcuni musei, lasciandone altri sguarniti di personale; si sono riuniti in presidio, prima sotto il museo del Risorgimento, poi davanti al palazzo del Comune.
Si svolgerà martedì 16 maggio alle ore 10:40 l’udienza del Tribunale del Riesame che deciderà se Giada, Antonio, Fran, Camille, Fabiola e Antonio dovranno restare in carcere. In concomitanza con l’udienza, fuori dal Palazzo di Giustizia si svolgerà un presidio in solidarietà ai nostri compagni.
L’appuntamento è alle 10 davanti all’ingresso del Tribunale.
Approfittiamo per aggiornarvi sulla situazione dei sei compagni in carcere. Dal femminile ci fanno sapere che hanno sentito i botti del presidio di domenica nel pratone, e le urla del saluto di sabato vicino all’ingresso su cui si affaccia il blocco delle donne. Le compagne hanno risposto ai cori che arrivavano da fuori ma il contenuto di alcuni slogan non è piaciuto alle secondine. Per questo Giada e Camille sono state denunciate per oltraggio a pubblico ufficiale e private delle ore di socialità. Riescono comunque a vedersi in cortile durante le ore d’aria.
11 maggio. Nell’ambito di un’operazione di contrasto ai venditori abusivi in centro città, uomini della Polizia e della Municipale identificano sei ambulanti senegalesi e li denunciano a piede libero. Ai sei vengono inoltre sequestrati 500 pezzi tra borse, ombrelli, giubbotti, occhiali etc. e comminate multe per 30mila euro.

Ancora un altro appuntamento per continuare a discutere, a convogliare proposte e idee. Da una parte per organizzare uno strenuo sostegno ai compagni e alle compagne rinchiusi, dall’altra per cogliere delle possibilità di lotta tra le vie di questo quartiere e rintuzzare l’attacco che i cambiamenti urbani stanno portando.
L’appuntamento è all’Asilo occupato in via Alessandria 12, giovedì 11 alle ore 19.
Qui il volantino distribuito in questi ultimi giorni.

Dandovi notizia degli ultimi arresti avevamo accennato alla scomparsa della cassa benefit durante la perquisizione all’Asilo. Ancora oggi, a distanza di qualche giorno, non siamo riusciti a sapere se i soldi sono finiti nelle tasche di qualche poliziotto o carabiniere presente all’operazione, o se invece giacciono insieme ai computer, ai telefoni cellulari e ai vari capi d’abbigliamento portati via, in qualche magazzino di qualche commissariato o caserma torinese regolarmente registrati come oggetti sottoposti a sequestro. Di certo c’è, che in un modo o nell’altro, sono stati presi durante l’operazione di mercoledì scorso e che, in un modo o nell’altro, si tratta di un’iniziativa del tutto inusuale da parte delle forze dell’ordine e cercheremo quindi di capire, e far sapere, quanto prima com’è andata.
Nel frattempo per far fronte alle spese legate alla detenzione dei sei compagni abbiamo attivato un conto corrente di cui vi indichiamo gli estremi:
IBAN: IT67T0316901600CC0011061808
BIC/SWIFT: CIPBITMMXXX.
Intestato a: Giulia Merlini
Per i versamenti dall’estero potrebbe essere necessario anche l’indirizzo della banca: Istituto Centrale Banche Popolari Italiane, c.so Europa 18 Milano -20122
Da mercoledì scorso, ci sono state diverse le iniziative in solidarietà con Antonio, Giada, Fabiola, Camille, Fran e Antonio.
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Una nuvola galleggiante di palloncini rossi indica il ritrovo di un presidio itinerante, si tratta di “Un’invasione di fotografi che catturerà il quartiere Aurora con uno sguardo pop” – recita l’indizione dell’iniziativa. Comincia così il Festival della cultura dal basso, che durerà fino al 14 di maggio, con l’obiettivo di far diventare le zone di Aurora, Porta Palazzo e Borgo Dora un distretto della cultura. Una serie di iniziative in programma o demandate all’intraprendenza di improvvisati “attivisti culturali”, che avrebbe lo scopo di promuovere i luoghi di questo quartiere in trasformazione. Un modus operandi non nuovo delle politiche urbane per rendere i quartieri appetibili e desiderabili ai nuovi investitori e abitanti venturi, ripulendo l’immaginario con pagliacciate apparentemente innocue, come un tour fotografico, dal conflitto e dalla violenza latente che questi processi di trasformazione portano con loro. Un quartiere bello, pacificato e come essi stessi ci suggeriscono da invadere.
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