16 febbraio. Presidio davanti alla sede dell’Atc di corso Dante 14. Oggetto della protesta i conguagli dell’acqua particolarmente elevati ricevuti da diversi inquilini delle case popolari. Dopo l’uscita di una delegazione di manifestanti dalla sede Atc ci sono stati alcuni momenti di tensione con le forze dell’ordine che hanno tentato di spostare il banchetto informativo del gruppo.
15 febbraio. Dopo più di un anno e mezzo dalla sospensione della normale procedura, una famiglia viene sfrattata a sorpresa in via Cigna. Per eseguire il provvedimento vengono utilizzate quattro camionette di poliziotti antisommossa e una macchina di agenti in borghese.

Poche settimane fa è stata notificata a Chiara una nuova richiesta di applicazione della Sorveglianza Speciale, l’udienza sarà mercoledì 22 febbraio presso il Tribunale di Torino. Già nell’autunno del 2015 la Questura di Teramo aveva ottenuto in primo grado l’applicazione della misura di prevenzione, salvo poi vedersi rispedire tutto al mittente alcuni mesi dopo quando la Corte d’Appello aveva archiviato il procedimento per “incompetenza territoriale”.
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13 febbraio. Presidio davanti al Comune indetto dall’Assemblea 21 gennaio. I manifestanti chiedono un incontro con la giunta Appendino per discutere dell’emergenza abitativa in città e più in generale per avere voce in capitolo sul bilancio comunale.
12 febbraio. I comitati di Aurora rilanciano la protesta contro lo spostamento del suq nell’area Ponte Mosca promuovendo l’esposizione di striscioni dai balconi. “Partecipazione = zero” , “Basta degrado” e “No all’abusivismo” sono alcuni degli slogan che si possono leggere sulle lenzuola appese alle finestre. Lo spostamento del suq è già stato rinviato di trenta giorni dopo che l’associazione che gestisce il mercato ha presentato un documento tecnico nel quale si evidenziano le criticità dell’area, una su tutte la ridotta disponibilità di spazio che non permette di accogliere tutti i venditori.
12 febbraio. Il Politecnico di Torino ha stipulato un accordo con il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, l’organo che coordina i servizi segreti italiani. Una prima intesa era già stato sottoscritta tre anni fa ma ora si fa qualche passo in più. Nonostante gran parte dell’accordo sia tenuto segreto, la cooperazione dovrebbe vertere sulla formazione professionale dei tecnici del “Dis” da parte di docenti e ricercatori dell’università e sulla sperimentazione sul campo delle innovazioni realizzate al Politecnico; coinvolgerà il gruppo di ricerca sulla cybersecurity guidato da Antonio Lioy, quello sull’analisi del traffico della rete tenuto da Marco Mellia e quello sui “big data di Elena Baralis.

Giovedì 9 febbraio, a partire dalle ore 18:30, si terrà un’iniziativa di discussione alle serrande di corso Giulio Cesare 45. Sarà innanzitutto l’occasione per organizzare insieme il presidio di domenica 19 febbraio sotto le mura del Cie, per portare solidarietà ai reclusi che in queste ultime settimane hanno protestato, anche animatamente, contro le condizioni di detenzione. Si vorrebbe poi discutere di Gepsa e del suo ruolo all’interno del sistema di reclusione dei senza-documenti. L’azienda multiservizi è già un colosso della carcerazione privatizzata in Francia e da diversi anni, in Italia, si sta specializzando anche nella gestione dell’immigrazione, amministrando il Cie di Torino e quello di Roma e partecipando al funzionamento del Cara di Milano.
Per prepararsi meglio all’incontro vi segnaliamo qui una raccolta testi di cui vi proponiamo l’introduzione sotto. Invece qui potete trovare il manifesto contro Gepsa da stampare e diffondere e qui il manifesto dell’iniziativa e del presidio.
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È inaspettato il momento in cui, nonostante la calma apparente che striscia in superficie, si manifesta la rabbia di chi è rinchiuso dentro a una prigione per senza-documenti. Dopo qualche mese più o meno quieto, ieri dentro al Centro di corso Brunelleschi è stato appiccato un piccolo incendio a una stanza dell’isolamento utilizzando coperte, carta e asciugamano.
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Continuano le audio-passeggiate de Il Marconista sui sentieri dello scenario montano che, sbirciando tra gli scorci di borghi disabitati e spazi in disuso, questa volta si imbatte nei progetti di chi vorrebbe creare nuove forme e strutture funzionali alla detenzione. Non più il maxicarcere che, oramai da quarant’anni, regna sull’architettura della reclusione, ma forme più piccole e diffuse, a minore impatto economico, in grado di integrare detenzione, lavoro “utile” sottopagato e riutilizzo di borghi montani abbandonati.
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2 febbraio. Sono apparsi centinaia di manifesti di CasaPound che portano solidarietà ai dipendenti Carrefour a rischio licenziamento. Il più grande gruppo di vendita al dettaglio a livello europeo ha annunciato 500 esuberi nel torinese. CasaPound offre consulenza legale gratuita ai lavoratori e Marco Racca, responsabile regionale del partito, spiega “Rischio chiusure Carrefour: CasaPound Italia offre consulenza legale gratuita
„Il lavoro degli italiani deve essere difeso, se necessario anche mediante carte bollate e ricorsi in Tribunale”.“
