Interruzione

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6 dicembre. Questa mattina gli uffici della Circoscrizione sette, al numero 15 di corso Vercelli, hanno aperto al pubblico in ritardo poichè l’entrata principale era chiusa da un cavo di metallo e un lucchetto. Sono stati trovati dei cartelli che annunciavano l’interruzione dei servizi e avvisavano che dentro gli spazi della circoscrizione “si ritrova un gruppo di persone deciso a fare la guerra ai poveri, cacciandoli dalle strade, dai mercati e dalle case in cui abitano”, tra i quali ” c’è un buon numero di fascisti vecchi e nuovi a cui è arrivata l’ora di chiudere la bocca”. Condannano il gesto alcuni politici cittadini.

Un altro tragico evento?

6 dicembre. Oggi hanno scioperato gli operai dell’azienda Ok Gol, che si occupano della manutenzione dell’autostrada del Frejus, dopo aver visto un loro collega essere travolto e ucciso da un’auto durante un intervento all’interno della galleria di Cels. Gli operai dell’azienda hanno presidiato la sede di Sitaf, società che controlla Ok Gol, chiedendo maggior sicurezza durante il lavoro, un miglioramento delle condizione generiche e il rinnovo del contratto di filiera.

Il lavoro d’emergenza

6 dicembre. Dopo l’arresto per una manciata di rapine un uomo di mezz’età ha raccontato di aver scelto di recuperare denaro minacciando commessi o passanti poichè costretto dal licenziamento subito. Era solito calmare le persone dicendo «Non vi farò del male, ma ho bisogno di soldi». Ritrovata un’attività lavorativa regolare aveva abbandonato il temporaneo mestiere di rapinatore.

Vernice all’acqua

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Questa mattina un passante ha notato che la facciata della sede della Smat di corso XI Febbraio, azienda responsabile della fornitura di acqua della città di Torino, era ampiamente ricoperta di macchie di vernice come se qualcuno le avesse volutamente fatto uno scherzetto. Tempo che il passaparola ha diffuso la notizia qualcuno ha deciso di accorrere sul posto per testimoniare con una foto questo divertente quadretto, ma ha trovato l’edificio in gran parte ripulito, intravedendo solo gli aloni lasciati dalle macchie, e la squadra di pulizie ancora sul posto intenta a terminare il lavoro. A quanto pare ci hanno messo un’intera giornata prima di ripristinare la facciata.

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L’inverno dei poveri

4 dicembre. In via Malone due ragazzini hanno perso conoscenza mentre facevano la doccia per colpa delle esalazioni di un bracere alimentato a carbonella utilizzato per riscaldare il bagno.

Ultime e non ultime

L’eco del presidio sotto le mura del carcere probabilmente è stato sentito solo da Antonio, Silvia e Stefano poichè Daniele, dopo l’interrogatorio di garanzia, è uscito ai domiciliari. Non capiamo bene i colpi di testa della dottoressa Bianco, la stessa che ha ordinato l’arresto per i quattro compagni dopo pochi giorni si è resa disponibile a cambiare le misure. Così appena sarà completata e consegnata la documentazione delle case idonee anche gli altri tre compagni dovrebbero uscire dal carcere per essere rinchiusi ai domiciliari.

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Tutt’attorno

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Recentemente attraverso i proclami della Circoscrizione 7 per una Aurora più smart, abbiamo visto come quest’ultima inchiesta repressiva che ha colpito 13 compagni sottenda una volontà che va oltre l’attacco a una lotta specifica e alle sue pratiche: impedire l’esistenza stessa di un certo tipo di persone all’interno di uno spazio urbano in via di trasformazione.

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Sciagura?

3 dicembre. Nei laboratori de La Torinese, storica ditta di panettoni sita in via Avellino, durante il turno notturno un ragazzo di 23 anni è stato agganciato da una pinza adibita al sollevamento dei prodotti, rimanendo incastrato con la parte superiore del corpo e morendo sul colpo. Il ragazzo aveva iniziato a lavorare nell’azienda da ottobre con un contratto stagionale che sarebbe scaduto tra due settimane.

Da Lu100 e Vallette

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2 dicembre. Nei quartieri di Lucento e Vallette sono comparse nella notte alcune scritte e uno striscione appeso a un cavalcavia in solidarietà con i compagni colpiti dalle ultime misure repressive.