Lungo la Stura

24 luglio. Alcuni ragazzi in attesa dell’esito della richiesta d’asilo hanno allestito tende e cucine nello spazio lungo la Stura sgomberato nel giro degli ultimi due anni dalle baracche dei rom. I nuovi occupanti fino a qualche tempo fa dormivano accampati nei giardini vicino alle Porte Palatine.

Violando…violando

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Lo stillicidio di misure cautelari contro chi decide di portare avanti iniziative di lotta è oramai routine, eppure sembra che stia diventando altrettanto consueta la coraggiosa scelta da parte di numerosi imputati e imputate di non sottostare ai divieti e agli obblighi imposti. È infatti di poche ore fa la decisione di alcuni dei colpiti da un doppio obbligo di firma giornaliero per una contestazione alla Turkish Airlines di non rispettare la misura, col sostegno e la forza di tutti gli altri imputati. Ancora una volta una misura minore, ossia non detentiva ma comunque funzionale all’allontanamento dai percorsi conflittuali, oltre che costringere a una vita estremamente sotto pressione e con grossi limiti di movimento. La creatività del nemico non smette di stupire.

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Dieci obblighi di firme

21 luglio. Il Gip del Tribunale di Torino Silvia Carosio ha comminato dieci obblighi di presentazione alla Polizia due volte al giorno. Viene contestata ai destinatari della misura un’irruzione negli uffici della Turkish Airlines all’aeroporto di Caselle avvenuta nel settembre scorso, per protestare contro il governo turco di Erdogan ed esprimere solidarietà al popolo curdo. Le accuse per tutti sono di violenza privata e violazione di domicilio, e per alcuni anche resistenza a pubblico ufficiale.

Presidio ai cancelli

20 luglio. Il presidio dei lavoratori dell’azienda Sandretto sita a Pont Canavese, che si occupa della produzione di presse per lo stampaggio di plastica, ha tentato di bloccare lo smantellamento dei macchinari della fabbrica ormai in totale liquidazione. Sono così intervenuti i carabinieri della stessa cittadina e quelli arrivati dalla vicina Cuorgnè per disincentivare gli operai che tentavano il blocco. La ditta a tre anni dal passaggio dal gruppo brasiliano Romi alla holding finanziaria Photonike, nel mese di settembre non garantirà più la cassa integrazione straordinaria agli operai e sta organizzando lo smantellamento della struttura. I lavoratori hanno deciso di presidiare notte e giorno la fabbrica per cercare di non far portare via l’attrezzatura. Ciò che chiedono è il ritorno alla produzione.

A sole alto

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Qualche giorno fa l’ufficiale giudiziario, insieme al padrone di casa e a una volante di poliziotti, è arrivato in via Stradella per eseguire uno sfratto. È già metà mattina e la signora che vive quotidianamente con l’angoscia dello sfratto sospeso da ormai due mesi non si aspettava visite spiacevoli a sole alto.

Nonostante la sorpresa non si è scoraggiata, è rimasta ben chiusa in casa e ha fatto un giro di chiamate così da contattare tutte le persone con cui da mesi si organizza per non perdere il tetto da sopra la testa. Nel giro di poco tempo, infatti, una decina di amici e solidali raggiungono Madonna di Campagna per darle manforte. Salite di corsa le scale, il gruppetto di solidali si trova davanti alla porta insieme ai due agenti e l’ufficiale intenti a convincerla della necessità di lasciare l’alloggio. Tuttavia, vuoi la caparbietà della sfrattanda, vuoi il sostegno ricevuto, vuoi la presenza esigua della polizia, alla fine si riesce a strappare un rinvio con la proprietà, sebbene  informale, che dà un po’ di respiro fino all’autunno.

Nel cuore dell’estate si pensa che gli sfratti non vengano eseguiti ma a quanto pare non è mai il caso di abbassare la guardia, anche perché una reazione pronta e una chiamata veloce possono fare la differenza.

La cacca al Tribunale

18 luglio. Nella notte ignoti spiritosi hanno tolto la lettera “i” al cognome di Bruno Caccia sulla targa che dà il nome al Tribunale torinese. Il risultato del vandalismo farà sorridere i più e la Procura, per evitarlo e salvare così il magistrato dallo sfottò, ha fatto rimuovere tutte le lettere del cognome in attesa di ripristinarlo per intero.

Sciopero al museo

17 luglio. La Reggia di Venaria apre per metà a causa dello sciopero di 24 ore dei lavoratori che protestano contro le nuove condizioni contrattuali imposte. Dal 1° agosto Coopculture dovrebbe subentrare all’uscente cooperativa e ha in previsione alcuni cambiamenti tra cui il taglio del personale del 20% sul monte ore esistente e la non applicazione del contratto nazionale di Federculture.

I lavoratori, sostenuti dal sindacato Usb, bloccano la strada verso la Reggia per un paio di ore costringendo i turisti a qualche metro in più a piedi mentre del polo museale resta aperto solo il primo piano.

Da Ferguson a Dallas, e oltre: nuovi fuochi di protesta negli Stati Uniti

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Gli ennesimi omicidi di afroamericani per mano della polizia, il riaffiorare delle proteste di massa nelle strade statunitensi, l’attacco di Dallas contro poliziotti bianchi, riportano alla luce ancora una volta i nodi razziali e di classe su cui si fonda la struttura sociale americana.

Uno sguardo sugli ultimi due anni di lotte negli USA, fra forme inedite di protesta e vecchie suggestioni.

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3 Luglio 1969

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La giornata in cui prese forma la rivolta di corso Traiano e delle vie attigue non venne fuori dal nulla. Ai confini sud di Torino, non solo a Mirafiori, la lotta era già iniziata: all’interno della fabbrica, nei complessi di case popolari, nell’incontro tra operai e studenti.

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Maestrale

 

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Qualche giorno di clamore, poi di nuovo il silenzio: nulla di male per carità, certe attenzioni pelose dei giornalisti non sono più che un fastidio.

A inizio giugno sono state ritrovate tre taniche di benzina collegate a un timer di fronte ad altrettanti postamat di alcuni uffici postali a Bologna, Genova e Torino. Tentavi falliti con ogni probabilità per problemi tecnici ricollegati dagli inquirenti alla lotta contro Cie e le deportazioni.

Qualche articolista con una passione non tanto celata per Jessica Fletcher o avendo ricevuto qualche buona imboccata, ha persino tratto le prime considerazioni inquisitorie: atti di terrorismo con un mandante preciso.

Si sa che da un po’ di tempo Poste Italiane si è conquistata molte inimicizie, e non solo per le interminabili code allo sportello i primi del mese, ma per il ruolo che la compagnia aerea Mistral Air,  di cui e proprietaria dal 2005, ha nelle espulsione dei senza-documenti. La società, fondata nel 1981 dal fu intraprendente Bud Spencer, ereditata dalla TNT per poi passare di mano all’agenzia di missive nazionale, ha conquistato nel 2011 l’appalto da parte del Ministero degli Interni per lo spostamento e il rimpatrio degli stranieri irregolari. Un’attività che è andata crescendo fino a diventare una vera e propria specializzazione. Mistral Air che fino al 2011 portava pacchi e occasionalmente pellegrini cattolici in giro per luoghi di culto, poi, ondata migratoria su ondata migratoria, ha ristretto il campo d’intervento e allargato il profitto. Dalla cosiddetta emergenza “arrivi” a seguito delle rivolte nei paesi nordafricani fino all’ultima che nel bel paese si catalizza a Ventimiglia la compagnia aerea ha avuto un bel da fare.

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