
La Francia è scossa dalle mobilitazioni contro la Loi Travail; a Parigi ma non solo in centinaia di migliaia hanno scioperato il lavoro, disertato le scuole e riempito le piazze. La componente più agguerrita sembra essere quella degli studenti medi che in queste settimane hanno dato vita a numerosissimi blocchi dei licei e a cortei selvaggi, finiti spesso in scontri con la polizia. Dal 31 marzo poi a Parigi ogni sera centinaia di persone occupano Place de la Republique per discutere e organizzarsi. Questo neonato movimento, chiamato Nuit Debout, trova le sue radici nei cortei e nelle mobilitazioni contro la Loi Travail. Presto però le istanze contro la ristrutturazione del mondo del lavoro si sono allargate andando a sfumare in critiche tanto generiche quanto evanescenti, richiamando alla mente quei movimenti di occupazione di piazze che negli ultimi anni sono sbocciati e morti in diversi paesi d’Europa. (more…)
21 aprile. Nella notte compare una scritta su un muro in via Bardonecchia. “Merde padane nelle foibe con le palle mozzate”, questo vergano gli anonimi scrittori e lasciano in basso a destra una stella di Davide e la firma “potere ebraico”. Il deputato della Lega Nord Allasia condanna il gesto e ne approfitta per screditare l’amministrazione Fassino e il Pd, che solidarizza invece con i colleghi per bocca del capogruppo in Sala Rossa Michele Paolino.

Che fosse in atto una ristrutturazione nella gestione dei mercati torinesi è chiaro da tempo. Stavolta non ci riferiamo a quello un tempo irregolare della domenica, in continua diaspora nelle zone dismesse a nord della città dopo la cacciata manu militari da Porta Palazzo, né alla nuova gestione del Balon, diventato grazie a un continuativo lavoro di marketing una delle immagini principali della città estetica, dispositivo per attirare investimenti nel tessuto urbano.
All’attenzione dei governanti sono da tempo anche i quarantadue mercati rionali e quotidiani, frutto nei decenni delle trasformazioni demografiche della città, dell’esigenza capillare di distribuzione di generi di prima necessità nella città industriale che fu. Ma se un tempo la funzionalità economica del mercato era quella di offrire vettovaglie e capi d’abbigliamento alla portata delle magre tasche operaie, oggi non è più così. Qualcuno nel corso degli ultimi anni è stato soppresso come quello di via Plava a Mirafiori Sud, altri ridotti a qualche banco due giorni alla settimana come nel caso di piazza Crispi, mentre altri ancora sono oggetto di progettualità più elaborate come il rifacimento della piazza gestito da Urban Barriera nel caso del mercato Foroni. In questo ridimensionamento generale spicca invece la nascita del Mercato Metropolitano nella vecchia Porta Susa, trasformata in piattaforma commerciale e chic di prodotti la cui eccellenza sbandierata è nettamente superata dagli esosi prezzi.
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13 aprile. Diverse camionette di polizia, finanza e carabinieri bloccano l’accesso al centro dai Giardini Reali fino a via Po, piazza Castello è completamente transennata e chiusa al pubblico mentre vigili e agenti in borghese a ogni angolo danno indicazioni ai passanti sui percorsi alternativi. Nel pomeriggio era prevista la visita nella città sabauda del presidente della Repubblica Mattarella e del suo collega tedesco Joachim Gauck. Il presidente italiano dopo aver fatto un salto in prefettura si è incontrato al Teatro Regio per la sessione conclusiva dell’Italian-German High Level Dialogue.
11 aprile. Dalle prime ore del mattino fino alle 12,30 circa duecento lavoratori dell’interporto di Rivalta Scrivia scioperano e bloccano le merci in entrata e in uscita dai cancelli. Protestano contro un piano di ristrutturazione dell’azienda che prevede un centinaio di esuberi. Il blocco ottiene un tavolo di trattativa con la proprietà che si dice disposta a rivedere le carte in tavola.

Sotto un sole primaverile si è svolto ieri il presidio mensile in solidarietà con i reclusi del Cie torinese: un centinaio di persone per oltre due ore hanno occupato il prato fuori dalle mura del Centro e con urla, interventi e musica hanno tenuto compagnia a chi è rinchiuso.
La polizia, che ultimamente si era fatta più pressante, stavolta deve arretrare e tornare lungo il perimetro della struttura lasciando ai solidali tutto il prato per muoversi. Ma se stavolta i rapporti di forza sono a loro sfavorevoli, l’atteggiamento non sembra essere cambiato e se il presidio si svolge deciso e senza problemi, qualche solidale quando tutto è stato ormai smobilitato incappa in un controllo non previsto. In due si erano infatti attardati in zona, in attesa di cenare e sostavano ancora su una panchina sotto le mura del Cie, chiacchierando tranquillamente, quando da dentro hanno sentito delle urla alle quali hanno risposto intonando “Libertà!”. La reazione della solita pattuglia fissa, che aveva già preso il posto delle numerose camionette mobilitate per il presidio, è piuttosto agitata e i due pensan bene di togliersi dalla vista e andar quindi a consumar la cena in un ristorante cinese lì vicino. E già stavano per ordinare quando la polizia si presenta al tavolo chiedendo di fornire i documenti. I due sono stati poi portati all’interno del Cie per essere perquisiti e sono stati rilasciati solo qualche ora dopo.
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Retro dei palazzi di via Carlo Noè negli anni settanta
Giovedì scorso la mattinata per Aurora non è stata caratterizzata solo dal viavai consueto per le vie intorno alla piazza del mercato di Porta Palazzo e dallo sferragliare continuo del tram. Infatti chi passava in corso Giulio Cesare si è ritrovato davanti camionette e celerini a bloccare interamente via Carlo Noè. Non che la presenza anche massiccia della polizia desti stupore da queste parti, ma senza un apparente disordine per la strada, è venuto subito spontaneo pensare che il loro problema dovesse riguardare qualche “irregolarità abitativa”.
Di primo acchito questa scena di poliziotti poteva suggerire a un occhio avvezzo alle dinamiche repressive di questo quartiere l’esecuzione di uno sfratto a sorpresa, la conclusione cioè dell’incidente di esecuzione previsto dall’art. 610. E invece no. Dalle chiacchiere con conoscenti della zona prima, da qualche trafiletto giornalistico poi, è emerso che cotanto dispiego di forze dell’ordine riguardava un’operazione a cura del commissariato Dora-Vanchiglia in combutta con gli agenti del Reparto Prevenzione Crimine, del resto come già successe nel 2009. L’obiettivo ufficiale? Controllare quante fossero le inadempienze alle norme abitative in un comprensorio di quarantatré appartamenti e due esercizi commerciali.
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Da quando la struttura in corso Brunelleschi ha aperto migliaia di persone sono state rinchiuse tra quelle mura. Negli anni le leggi sull’immigrazione sono cambiate così come pure la funzione che certi luoghi detentivi dovevano avere all’interno del sistema di gestione dei flussi migratori. Nonostante l’evolversi della legislazione sulla detenzione amministrativa, per chi nei Cie ci è finito, anche quando ancora venivano chiamati Cpt, la violenza della carcerazione è sempre stata la stessa.
Proprio per questo, negli anni, i reclusi hanno tentato di ribellarsi sempre più spesso. Le pessime condizioni di detenzione, i soprusi della polizia e degli operatori, la rabbia per essere rinchiusi solo per non avere i documenti in tasca hanno dato ai reclusi la spinta per lottare: a volte come potevano con scioperi della fame, atti di autolesionismo, rifiuto del vitto; in altre, con maggior forza e organizzandosi insieme, hanno dato vita a evasioni, resistenze alle espulsioni, rivolte e incendi. In tanti o in pochi, organizzati o meno, la voglia di farla finita con i Cie ha sempre animato le persone rinchiuse.
La realtà, del resto, parla da sé. Basti pensare che i pochi Cie in funzione al momento in Italia versano in pessime condizioni e da Crotone a Torino passando per Roma e Bari, i reclusi si rivoltano di continuo danneggiando e bruciando le gabbie in cui sono costretti.
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3 aprile. Nella mattina domenicale alcuni dipendenti comunali ritinteggiano solertemente alcune delle scritte recentemente comparse in piazza Don Albera. Le frasi vergate sui muri riguardano la responsabilità che Ilda Curti ha nell’inasprimento delle condizioni di vita della fascia di popolazione più povera nei quartieri nord di Torino. L’assessora alla Rigenerazione Urbana, infatti, nel pomeriggio ha tagliato il nastro d’inaugurazione della piazza-parcheggio da poco ristrutturata.
1 aprile. Due persone col volto coperto da un casco integrale entrano intorno all’orario di chiusura all’ufficio postale di Via Bruino e si fanno consegnare tutti i contanti dalle casse. Una volta usciti, lo scooter col quale erano arrivati non parte. Sottraggono allora il mezzo a un automobilista di passaggio e si dileguano. Il motorino non funzionante e lasciato sul posto risulta rubato.