Fermenti

agitazione.png

Mentre il Cie di Bari ha momentaneamente chiuso i battenti, al Cie di Torino continuano gli episodi di ribellione e resistenza.
La settimana scorsa  un ragazzo tunisino, preso durante una retata a San Salvario, è stato portato all’interno del Cie, per la seconda volta negli ultimi 6 mesi. Una volta condotto nell’isolamento, fra sabato e domenica ha bruciato la cella da due in cui era recluso, rendendola inagibile. Il motivo del gesto è legato alla protesta contro il suo imminente rimpatrio.
A Malpensa, lunedì scorso, un ragazzo proveniente dal Cie di Torino ha resistito all’espulsione. Il volo che avrebbe dovuto, contro la sua volontà, portarlo in Senegal era un volo di linea, con altri passeggeri, molti dei quali probabilmente senegalesi, che potevano forse comprendere la sua situazione. Dopo aver minacciato più volte di urlare e provare a resistere una volta salito a bordo, gli agenti e il personale preposto al rimpatrio coatto hanno preferito riportare il ragazzo al Centro.
(more…)

Fuoco a Bari, il Cie chiude

119incendi_caraboss2.jpg

Dopo Torino brucia anche il Cie di Bari; a qualche giorno dagli ultimi incendi appiccati dai reclusi all’interno della struttura pugliese vi proponiamo un testo pubblicato sul blog Hurriya che dà alcuni aggiornamenti su ciò che è successo nel Centro prima e dopo le proteste e i materassi in fiamme. Ultima tra le novità, ma non certo per importanza, quella che attraverso la voce di un recluso ci dice che il Cie di Bari ha chiuso a causa degli ultimi danneggiamenti e buona parte dei reclusi è stata liberata con un decreto di espulsione, mentre circa una decina di persone sarebbero state trasferite a Brindisi Restinco. La notizia è fresca fresca e quindi risulta difficile capire se la chiusura sarà di breve durata, giusto il tempo di riparare i danni e dare una mano di vernice ai muri anneriti, oppure se si prospetta un periodo più lungo.

CIE Brindisi-Restinco : qualche aggiornamento dopo il presidio del 20 febbraio.

A cinque mesi dalla sua attività, anche il CIE di Brindisi-Restinco continua a confermarsi come luogo di rabbia e protesta, oltre che di detenzione e umiliazione. Il caloroso presidio davanti alla struttura è stato un momento di rottura dell’isolamento, tra urla, musica, battiture, messaggi di lotta e solidarietà. Tuttavia è importante conoscere alcuni fatti avvenuti in seguito, qui spiegati in ordine di tempo.

(more…)

Senza soldi senza fondo

2 marzo. A Settimo l’avviso di sfratto arriva nelle buche delle lettere di parecchi abitanti delle case Atc. L’8% degli inquilini non paga e si sono così accumulati un milione di euro di debito verso l’agenzia che gestisce le case popolari. Da una parte il comitato spontaneo degli abitanti richiama l’attenzione delle istituzioni richiedendo controlli più serrati contro chi occupa gli alloggi senza averne più diritto. Dall’altra, chi ha ricevuto l’avviso di sfratto lamenta l’impossibilità di fruire del fondo sociale perché non può pagare 480 euro, requisito minimo che permette di accedere al servizio.

Presidio

manifestonuovo.JPG Domenica 6 marzo ci troviamo per un presidio sotto le mura del Cie di corso Brunelleschi alle ore 16 per portare solidarietà ai reclusi.

Scarica e diffondi il manifesto

Carretti e bastioni

29 febbraio. Lo sgombero dello spazio coperto sotto i bastioni che si affacciano su Corso Regina, a fianco delle Porte Palatine, è stato rinviato dopo una trattativa concitata con le istituzioni. All’oggi è l’unico posto dove gratuitamente parecchi commercianti del mercato di Piazza della Repubblica sistemano i loro carretti. Il Comune vorrebbe riprendere possesso dei bastioni poiché è interessato a lanciare un bando per l’utilizzo del posto. Si tratterebbe dell’apertura di locali ristorativi e commerciali.

Attorno a una stazione

railway-stations-and-metros-rebaudengo-italy-astral-led-schreder-dsc_0227-001.jpg

Un racconto sul progetto urbanistico della Variante 200 che corre su un doppio binario: da una parte la percezione, quasi da flânerie contemporanea, che lo spazio costrittivo intorno alla stazione Rebaudengo-Fossata suggerisce; dall’altra, l’analisi che i promotori della città propongono sull’importanza degli snodi ferroviari all’interno delle politiche di rigenerazione urbana.
(more…)

Il Marconista

 

acustic1.jpg

Uno strumento comunicativo tende a semplificare la realtà con l’intento di comprenderla e creare dei discorso specifici, un procedimento per nulla neutrale.


Questo blog, in particolare, è sì uno strumento informativo ma vuole soprattutto raccontare alcuni percorsi di lotta che attraversano Torino e così facendo mettere a fuoco la progettualità pratica che sottendono, ossia la direzione e il modo in cui puntano a sovvertire i pezzi di realtà in cui s’inseriscono. Proprio per questo le narrazioni che trovate, spesso, partono dalle esigenze immediate della lotta ma non si esauriscono lì e puntano ad andare oltre. Infatti lo spazio qui dedicato negli anni alla lotta contro i Cie o a quella per la casa, per esempio, non è solo l’occasione di raccontare come si cerca di abbattere gli intrecciati meccanismi di sfruttamento della contemporaneità, ma è anche quello che permette di buttare l’occhio ben oltre la contingenza di questi tentativi per provare a descriverne i corrispondenti obiettivi, metodi e contesti sociali.

Tuttavia non basta cercare di avere uno sguardo quanto più ampio possibile lungo le direttrici di determinati percorsi di lotta,  ma è anche necessario tenere sempre all’erta altri strumenti a disposizione, l’orecchio in primis. Per questo ci è venuta in mente l’idea de Il Marconista, una colonnina in cui vi proporremo alcuni contributi audio che ci sono sembrati interessanti ma che non sempre seguiranno il filo dei discorsi di queste pagine virtuali. L’intento è quello di uscire dalla specificità dei discorsi scritti nero su bianco per provare a offrire un maggior respiro attraverso un diverso strumento di partenza. Approfondimenti da ascoltare, non solo sulle nostre questioni usuali ma anche su quelle che non siamo soliti affrontare, racconti di vicende più o meno distanti nel tempo e nello spazio e rapidi sguardi su piccoli pezzi della realtà che ci circonda.

Come la figura dell’addetto alle comunicazioni radio suggerisce, vorremmo non solo condividere dei contenuti audio alla cui elaborazione abbiamo contribuito direttamente o che sentiamo come strettamente affini, ma anche “trasmetterne” altri che non riteniamo necessariamente condivisibili in tutte le valutazioni che propongono o nelle suggestioni che possono suscitare. A fianco di questi realizzati da compagni e frutto di visioni critiche, troverete anche le voci di analisti, studiosi o giornalisti al soldo di qualche ente o azienda. Anche voci del nemico, insomma, che hanno tutto l’interesse a far funzionare questa società organizzata sullo sfruttamento e l’oppressione.

Questa scelta deriva dalla considerazione che dal mare magnum informativo che inonda la nostra quotidianità, Il Marconista possa selezionare delle voci che possono fornire spunti, punti di vista o anche semplici informazioni importanti per chi lotta.


Di un’associazione e dei suoi dintorni

lotta-per-la-casa-home-380x2401.png

La lotta per la casa si è imposta come uno dei fronti sociali più caldi di questi ultimi anni concretizzandosi attraverso numerosi tentativi di occupazioni a scopo abitativo, molti dei quali andati a buon fine, decine e decine di picchetti davanti ai portoni per resistere agli sfratti, cortei e iniziative di disturbo un po’ in tutta Italia. A ergersi contro chi lotta e a difesa della proprietà e dell’ordine pubblico Questure e Procure che non smettono mai di elaborare ed affinare strategie per fiaccare e affossare le lotte. E da Padova arriva l’ennesimo tentativo in questo senso. Un’accusa di associazione a delinquere che distribuisce 11 misure cautelari ad altrettanti compagni e mette sotto sequestro i locali e l’attrezzatura di RadiAzione, colpevole di dare voce alla lotta. A essere contestati sono i numerosi picchetti a cui i compagni hanno partecipato e alcune occupazioni. Pratiche di cui una lotta come questa non può privarsi, a meno di non accontentarsi di sterili lamentele. (more…)

Dentro e fuori (AGGIORNAMENTO)

Aggiornamento: il presidio davanti al Cie di corso Brunelleschi previsto per domenica 28 febbraio è spostato causa maltempo a domenica prossima 6 marzo alle ore 16.


Ancora qualche informazione dal Centro detentivo di corso Brunelleschi dopo gli incendi del 12 febbraio.

Vi avevamo anticipato che con molta probabilità dopo quella sera due ragazzi tunisini erano stati portati alle Vallette. La notizia è confermata e i due, dopo un processo per direttissima e una conseguente condanna a un anno e qualche mese, sono stati riportati entrambi al Cie. Del resto anche per altri dieci detenuti, tutti di origine nordafricana, tira un’aria peggiore del solito: da circa una settimana sono in isolamento e a uno di loro è stato sottratto persino il telefono. Accusati di aver partecipato alla piccola rivolta, fino a sabato non potevano neppure uscire al campetto per un po’ d’aria.  È stato questo il motivo per il quale alcuni compagni di detenzione, dalle stanze, hanno inscenato diversi episodi di protesta con urla e lancio di cibo.

(more…)

Obbligo di dimora per Lucio, Francesco e Graziano

Ieri sono stati revocati gli arresti domiciliari anche a Lucio, Francesco e Graziano, come già nei giorni passati era accaduto a Mattia, Claudio e Niccolò. Se questi ultimi però non hanno altre misure cautelari che ne limitano la libertà, ai primi tre i giudici della Corte d’Appello hanno deciso di comminare degli obblighi di dimora nei Comuni in cui si trovavano ai domiciliari. I tre compagni possono quindi finalmente uscire di casa, dopo più di diciannove mesi passati tra carcere e domiciliari,  ma non dai Comuni in cui vivono.