Un invito

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Mercoledì 13 gennaio, dalle 19 in poi, alcuni compagni belgi saranno all’Asilo Occupato per discutere dell’esperienza di lotta (in corso) contro la costruzione di una maxi prigione a Bruxelles.

Lo Stato belga ha infatti in programma di costruire una decina di nuove prigioni sul suo territorio, la più grande a Bruxelles. Questo maxi carcere, di 1200 posti, ospiterà un tribunale, un complesso psichiatrico, un reparto per minori, uno per donne con i loro figli, varie sezioni maschili differenziate tra lunghe e brevi condanne.
Negli ultimi tre anni è nata una lotta contro questo progetto, in diversi quartieri della città. Una lotta che attraverso l’autorganizzazione e l’azione diretta tenta di mettere i bastoni tra le ruote a tutto ciò che partecipa alla costruzione di questo carcere, e di infrangere la rassegnazione quotidiana.

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A volte ritornano

9 gennaio. Nelle vie di Borgo Dora, con i banchi ancora in allestimento, fa capolino Mario Borghezio. Non è solo, ma accompagnato da due guardie del corpo che gli coprono le spalle viste tutte le volte in cui in questo quartiere è stato insultato, deriso e persin malmenato. Anche stavolta, non passando inosservato tra gli avventori soliti e gli ammennicoli del Balon, è costretto in un primo momento ad allontanarsi perché diversi gruppetti di persone lo scherniscono più volte, provocando il suo fastidio e attirando l’attenzione dei passanti su di lui. Solo un po’ più tardi e ben protetto da agenti in borghese può finire la passeggiata. Tuttavia piuttosto velocemente.

Spaccata in Corso Dante

8 gennaio. Intorno alle 2 del mattino, a San Salvario, una Lancia Ypsilon sradica la serranda di un negozio Tim, spaccandone successivamente la vetrina. I ladri riescono a fare man bassa di iPhone e iPad, prima di darsi alla fuga e a seminare la gazzella dei Carabinieri che si lancia al loro inseguimento. Ai Carabinieri rimarrà solo l’utilitaria, abbandonata in Vanchiglietta.

Ennesima aggressione

7 gennaio. Intorno alle 8 del mattino, due controllori Gtt salgono sul tram 3, all’altezza di Porta Palazzo. Una signora, sprovvista di biglietto, alla vista dei due uomini, comincia a dare in escandescenze, tentando di scendere dal mezzo. Quando cominciano a compilare il verbale, la donna li aggredisce — secondo il racconto dei due — con calci e pugni, per poi allontanarsi. Una pattuglia però la intercetta, bloccandone la fuga, mentre i controllori se la cavano con qualche giorno di prognosi.

Punti di vista

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4 gennaio. Nella notte sulle vetrine del Tartifla Bistrot, locale appena aperto in via borgo Dora, compare vergata in rosso la scritta: “Ma che c’hai gli Swarovski nel puré? La riqualificazione ha un prezzo”, prontamente cancellata dalle proprietarie che sui social network lamentano: “Non tutti amano il nostro borgo come lo amiamo noi, che ci viviamo da quarant’anni”.

Un anno contro

Vi riportiamo volentieri un contributo pubblicato sul blog Hurriya che imbastisce un resoconto sulle proteste all’interno del sistema cosiddetto dell’accoglienza in quest’anno appena passato. Che non passi inosservata la cartina dell’Italia di metà articolo che rimanda a delle notizie in breve sui numerosi momenti di lotta contro e intorno ai vari Centri predisposti, ognuno alla maniera sua, alla gestione e al controllo del flusso di immigrati in tutto il territorio nazionale.

Un anno di lotte contro il sistema di controllo tra accoglienza e detenzione

E’ appena terminato un anno che ha visto centinaia di proteste e lotte portate avanti da migliaia di migranti nelle varie strutture presenti in Italia.
I diversi acronimi ufficiali (CPSA – Centri di primo soccorso e Accoglienza, CDA – Centri di accoglienza, SPRAR – Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, CARA – Centri di accoglienza per Richiedenti Asilo, CIE centri di identificazione ed espulsione, Hotspot ) di queste strutture istituzionali non nascondono, per chi ci vive e per chi vuole vedere, un sistema integrato di isolamento, segregazione, controllo e selezione tra le persone arrivate in Italia.

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Rogo alle popolari

03 gennaio. Grave incendio in alcuni appartamenti Atc in via Sospello, Borgo Vittoria: tre piani sono andati a fuoco probabilmente a causa di un cortocircuito. Il palazzo è stato sfollato, alcune famiglie ospitate a spese dell’ente in un hotel e gli intossicati ricoverati in ospedale

San Silvestro

31 dicembre. Verso le 18 una quarantina di solidali con i reclusi si trova in corso Brunelleschi per un augurio di libertà da accompagnare all’arrivo dell’anno nuovo. Fuori dalle mura un quarto d’ora di botti, slogan e fuochi d’artificio che illuminano la mesta atmosfera vicino alle recinzioni del Cie. Da dentro si sente la risposta calorosa dei ragazzi. Verso mezzanotte un salto alla galera cittadina, presidiata da qualche borghese e due camionette di celere, per portar anche a Le Vallette luci pirotecniche e grida che per l’anno nuovo reclamano ancora la libertà di tutti e tutte.

Capodanno

31 dicembre. Giaglione. Dopo la cena al presidio di Venaus, alcune decine di no tav  si dirige al cantiere di Chiomonte per salutare l’anno nuovo con slogan e una battitura alle recinzioni. Le forze dell’ordine rispondono con i gas lacrimogeni.

Corso Grosseto

29 dicembre. Dei residenti del corso a nord di Torino scendono in strada infuriati contro un giovane agente in borghese che, a bordo di una punto grigia civetta, ha investito e ucciso un ragazzo della zona. A sentir le ricostruzioni della polizia la vittima avrebbe attraversato improvvisamente le corsie. Tuttavia per riportare la calma tra le persone scese di casa è stato necessario chiamare il rinforzo di più volanti.