
Sono davvero molti i solidali che questa mattina si sono incontrati nel piazzale antistante l’Aula Bunker per salutare Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò e mostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, la propria solidarietà a chi ha compiuto il sabotaggio al cantiere di Chiomonte del maggio 2013.
Su richiesta della difesa, il processo di secondo grado è stato rinviato in attesa che vengano depositate e rese pubbliche le motivazioni per cui la Cassazione non ha ritenuto valida l’accusa di terrorismo contro Lucio, Francesco e Graziano.
La prossima udienza è fissata quindi per il 30 novembre quando i giudici decideranno se riaprire o meno l’istruttoria dibattimentale, come richiesto dalla Procura. Le altre date messe in calendario, anche se non è detto che vengano utlizzate tutte, sono invece l’1, l’11, il 14, 16, 18, 21, 22 e 23 dicembre. Già che vi stiam parlando di date e di tribunali, ne approfittiamo per comunicarvi che l’udienza nella quale si doveva decidere della Sorveglianza speciale per sette compagni di Torino, in programma pure per oggi, si è aperta e subito chiusa con un ulteriore rinvio al 10 dicembre.
14 ottobre. Trento. Il Frecciargento delle 17.43 è costretto a rimanere un po’ più del previsto fermo sui binari a Trento. Viaggerà con qualche minuto di ritardo e portando fino a Roma le scritte “No Tav” e “Terrorista è lo Stato”, lasciate su motrice e fiancata del treno.

Proponiamo ai lettori la puntata del 13 ottobre 2015 di Cattivi Pensieri, trasmissione in onda su Radio Blackout, dove i conduttori del programma intrecciano le proprie voci con quelle di tre dei quattro compagni che tra poche ore affronteranno la prima udienza del processo d’appello per un attacco al cantiere della linea ad Alta Velocità in Valsusa.
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/CattiviPensieri_131015.mp3]
12 ottobre. Al Campus Luigi Einaudi sul Lungo Dora Siena un picchetto di studenti e lavoratori blocca l’ingresso del bar annesso alla struttura universitaria. I dipendenti della cooperativa che vi lavoravano sono stati licenziati in tronco perché la Industrial Food Mense spa, vincintrice dell’appalto di gestione, ha deciso di affidare il subappalto ad un’altra cooperativa.
12 ottobre. “Contro sgomberi e sfratti, casa per tutti e tutte“: questo recita lo striscione dietro al quale sfilano un centinaio di persone per lo più provenienti dal campo di lungo Stura Lazio. Il corteo protesta contro il progetto “La città possibile” che prevede lo smantellamento del campo di Lungo Stura entro qualche mese e contro le minacce di sfratto che gli ex abitanti del campo hanno ricevuto dalle nuove sistemazione nel social housing di corso Vigevano. Il consigliere comunale di Fd’I Marrone non può esimersi dal mostrare di che pasta è fatto – e di farsi al contempo un po’ di pubblicità – e mentre il corteo sfila sotto il Comune, getta dalla finestra numerosi volantini con stampato sopra gli orari dei pullman… dalla Romania all’Italia. Un vigile lo nota e lo multa per abbandono di rifiuti.

Il Suq della domenica, quel “mercato del libero scambio” da anni contestatissimo e oggetto di ogni tipo di intervento e attenzione da parte di amministratori e politici cittadini, torna di nuovo a far parlare di sé. Solo qualche settimana fa è stata la Lega Nord a voler dire la sua e tentare, come altri partiti di diverso e ugual colore hanno fatto nei mesi passati, di cavalcare il malcontento dei residenti e dei commercianti di via Monteverdi spaventati dalla notizia paventata di vedersi sbarcare il Suq sotto casa. Malcontento che migra da un posto all’altro, ma sempre tra i confini di Barriera di Milano e Aurora, ogni volta che si vocifera dello spostamento del mercato.
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Ancora proteste a Lampedusa e proprio nel giorno della visita sull’isola di Avramopoulos, Commissario europeo all’immigrazione. Fonti di giornale dicono che per il terzo giorno di fila una cinquantina di eritrei sono scesi in strada chiedendo di andarsene dall’isola. Al posto che piazzarsi sotto la chiesa, come successo l’altro giorno, questa volta hanno sfilato per le strade intonando slogan per la libertà e contro l’obbligo di fornire le impronte.
Altre fonti di giornale, e ben più in sordina, danno invece la notizia di una numerosa fuga dal Cie di Trapani Milo avvenuta alla fine di settembre.
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9 ottobre. Chiomonte. Alcuni chiodi a 4 punte sono stati messi sulla via dell’Avanà, all’interno del cantiere del Tav, danneggiando gli pneumatici di alcuni mezzi da lavoro e delle forze dell’ordine.

Ad alcuni giorni dalle proteste che hanno animato il fu Cpsa di Lampedusa, da poco riconvertito in Hotspot, ci arriva questa chiara ricostruzione di quelle giornate. Tra voglia di partire, decisi rifiuti di fornire le proprie impronte, partenze annunciate, promesse e poi smentite, un piccolo racconto che illumina un po’ meglio il funzionamento di quella confusa e ancora poco organizzata realtà chiamata – e neanche sul nome c’è ancora accordo – Hotspot.
[audio:http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/lampedusa.mp3]
Intanto i giornali danno la notizia di nuove proteste ieri a Lampedusa. Circa una cinquantina di eritrei si sarebbe infatti allontanata dal Centro per andare a piazzarsi di fronte alla chiesa, chiedendo di poter lasciare l’isola senza fornire le proprie impronte digitali. Solo dopo aver avuto garanzie dal sindaco che non sarebbero stati identificati tramite impronte il gruppo è ritornato verso l‘Hotspot.
7 ottobre. Un uomo riceve sul pianerottolo di casa in un appartamento di via Lagrange la visita della psichiatra, che lo ha in cura da tempo, e di alcuni infermieri venuti a valutare l’ipotesi di un T.S.O. Per tutta risposta l’uomo ferisce con un coltello psichiatra e infermiere e si barrica in casa. Intervengono ambulanze e pattuglie, l’uomo alla fine desiste, viene portato in ospedale, sottoposto a T.S.O. e arrestato con l’accusa di duplice tentato omicidio; viene tradotto, infine, alle Vallette. Anche i feriti finiscono in ospedale; la psichiatra se la cava con dodici giorni di prognosi, l’infermiere, più grave, è stato operato ma non è in pericolo di vita.