7 ottobre. Un operaio di 45 anni cade dall’impalcatura del nuovo centro direzionale Lavazza di via Bologna, attualmente in costruzione. L’uomo dopo un volo di oltre sei metri viene ricoverato in gravi condizioni al Cto. Sono ancora da chiarire le dinamiche dell’incidente e le possibili responsabilità. I lavori al cantiere sono proseguiti nonostante il grave infortunio senza commenti da parte della direzione della multinazionale torinese.
6 ottobre. Un gruppetto di militanti di Forza Nuova improvvisa verso le 22 un presidio nelle vicinanze di via Aquila. Intonano slogan pro italiani e contro il centro per rifugiati che si trova lì a pochi passi, nel quale il giorno prima gli “ospiti” hanno protestato contro il cibo scadente e le carenze della struttura. Sentendo il baccano sotto casa, due ragazzi del quartiere decidono di scendere in strada e urlare decisi al blocco tricolorito di andarsene. In pochi minuti, si forma un gruppetto di una quindicina di persone, tra chi urla ai forzanovisti di allontanarsi e chi semplicemente, incuriosito, sta vicino ai ragazzi, mentre la Polizia, con quattro camionette, monitora la situazione.

5 ottobre. I richiedenti asilo ospitati nel centro di accoglienza di Via Aquila, gestito dalla cooperativa Isola di Ariel, hanno buttato in strada i pasti forniti nella struttura perchè “immangiabili”. La polizia è intervenuta bloccando la circolazione della via e placando gli animi. Oltre alla scarsa qualità del cibo, pare che la struttura non abbia abbastanza posti letto per tutti.

3 ottobre. Nella notte ignoti imbrattano con scritte e vernice le sedi del Pd di via Cervino e via Colautti. “Solidarietà con gli sgomberati di Ventimiglia” e “Pd Merde“; queste alcune delle frasi lasciate dagli imbrattatori notturni. Il segretario dei Democratici di Torino, Fabrizio Morri, chiede a polizia e magistratura un intervento risolutivo contro i continui attacchi alle sedi del partito di governo.

Come avevamo già fatto ai tempi delle sommosse di Londra, vi offriamo un’occasione, tanto estemporanea quanto interessante, per leggere qualcosa su eventi d’oltremare. Si tratta di una traduzione, curata da alcuni redattori di //Macerie e storie di Torino//, di un testo sui fatti di Ferguson. Il testo in lingua originale lo potete trovare qui.
Lo proponiamo perché, a nostro parere, non solo è in grado di presentare in maniera vivida, sincera e a volte naïf un racconto dei giorni della sommossa che ha scosso il Midwest nordamericano, ma offre anche, sotto diversi punti di vista, alcuni dei problemi che si incontrano nei momenti di rottura, nei momenti in cui la lotta tracima al di là di ogni previsione (di coloro i quali vi partecipano, di coloro i quali da tali dinamiche sono ossessionati, di coloro i quali hanno tutto l’interesse a reprimerle). Insomma, ci pare di avervi trovato alcuni dei problemi relativi alle fasi insurrezionali. Problemi che chiunque abbia impattato con le difficoltà delle lotte reali, pur di dimensioni ridotte e circoscritte, ha incontrato, incontra e incontrerà.
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Riceviamo direttamente da Parigi e pubblichiamo questo breve testo intorno ad un processo che si aprirà tra qualche giorno contro quattro compagni e, soprattutto, intorno al business umanitario che, soprattutto di questi tempi, funziona a pieno regime da un lato e dall’altro delle frontiere.
Per Emmaus la repressione è più forte della solidarietà
Sugli arresti dei nostri 4 compagni e il dispositivo di accoglienza per i/le migranti
Martedì 11 agosto 2015, molti migranti alloggiati in un centro d’accoglienza Emmaus [nome di una nota associazione che gestice l’accoglienza in Francia ma che esiste anche in Italia, NDT] nel quattordicesimo arrondissement, hanno iniziato uno sciopero della fame. Alloggiati nel centro dal 28 luglio, giorno di un ennesimo sgombero dell’accampamento di lotta della halle Pajol, rivendicano migliori condizioni d’accoglienza e un’accelerazione delle pratiche d’asilo.
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Cominciano a scaldare i motori i nemici della lotta contro il treno veloce, in vista dell’inizio del processo d’Appello contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò previsto per il 15 di ottobre.
Prima le dichiarazioni rilasciate a La Repubblica dal Procuratore Generale Maddalena, pronto a utilizzare tutto il peso politico e il prestigio che gli garantiscono i tanti anni di onorata carriera al soldo dello Stato, per tentar di ridare una qualche credibilità a un’accusa di terrorismo che non ha trovato finora molti sostenitori neanche nelle aule di tribunale. Quindi le parole di Carlo Federico Grosso, pezzo grosso della Giustizia nostrana con trascorsi politici in orbita Pci, che sulle pagine dello stesso quotidiano nell’elogiare l’operato della Procura nel procedimento in questione ribadisce con fermezza che costi quel che costi la Torino-Lione s’ha da fare. (more…)
29 settembre. Durante le operazioni di sgombero del campo nomadi – in via di smantellamento – di Lungo Stura Lazio, uno degli abitanti si è scagliato contro i vigili che contestavano alla madre di aver occupato una baracca sottoposta a sequestro. I tre agenti della municipale sono ricorsi a cure ospedaliere per lesioni giudicate guaribili in una settimana, mentre il giovane è stato portato al carcere delle Vallette.

Nell’attesa che Governo e Accademia della Crusca si mettano d’accordo se sia più confacente battezzare Hotspot o Centri d’identificazione le nuove strutture dove vengon ammassati i migranti che raggiungono le nostre coste, vi invitiamo a leggere con attenzione questo opuscolo che, in poche pagine, riesce a fare un buon quadro d’insieme delle novità del panorama concentrazionario italiano: intanto e soprattutto la rinascita dei Cie, che risorgono dalle proprie ceneri come fenici vergognose, ma anche i pericoli che comporta l’istituzione degli Hotspot. Un opuscolo che tornerà utile non soltanto a chi vuol vedere cosa si nasconde sotto vecchie e nuove etichette, ma soprattutto a chi vuol continuare a lottare contro i Cie e contro il sistema della detenzione amministrativa in Italia.
Leggi “Considerazioni sulla detenzione amministrativa in Italia” in versione web, oppure scarica il file impaginato in formato opuscolo pronto per la stampa, fotocopialo e diffondilo.