Cie, si intensificano le fughe. E il governo annuncia nuovi centri
Posted by macerie on August 19, 2010
Roma, 19 agosto 2010 – In 31 fuggono dal «Serraino-Vulpitta»: due feriti, sette sono stati ripresi. Un tentativo, fallito, anche a Cagliari
. Hanno segato le sbarre come nella più classica delle fughe, e poi si sono calati dalla finestra. Due di loro sono caduti ferendosi e sono stati ripresi. Altri 29 sono però si sono dileguati nella notte, anche se una decina sono stati rintracciati e di nuovo fermati dalle forze dell’ordine. Fuga dal Cie. L’ennesima. Questa volta è successo al Centro di identificazione e espulsione Serraino-Vulpitta di Trapani. Un altro tentativo di fuga è avvenuto invece al centro di prima accoglienza di Cagliari. Gli immigrati hanno forzato una finestra al primo piano della struttura, ma l’intervento delle forze dell’ordine li ha costretti a desistere.
Resta alta la tensione nei Cie italiani e questo mentre il governo, per bocca del sottosegretario agli interni Alfredo Mantovano, annuncia per l’ennesima volta l’intenzione di aprire nuovi Cie in Campania, Veneto, Toscana e Piemonte. Un annuncio che certo no contribuirà a far tonare la calma visto che i nuovi centri serviranno ben poco a risolvere le motivazioni che spesso sono alle origini delle rivolte. Due le cause principali delle agitazioni di questi giorni: il sovraffollamento dei centri e le disposizioni – in vigore ormai da un anno – inserite nell’ordinamento dal cosiddetto pacchetto di sicurezza che allunga fino da 2 a sei mesi i tempi in cui un immigrato può essere detenuto. Se si considera che nella maggior parte dei casi si tratta di persone la cui unica colpa è quella di non possedere un permesso di soggiorno, si capisce come, vedendosi negare la libertà, possano scoppiare le rivolte. Chi lavora nei Cie lamenta inoltre anche una scarsa assistenza e informazione agli immigrati, degrado o inadeguatezza delle strutture, insieme a uno stato di «costrizione » e una convivenza forzata tra pregiudicati e incensurati e tra persone provenienti da Paesi diversi.
In queste condizioni, è chiaro che possano ripetersi tentativi di fuga. Come è successo nei giorni scorsi in altri Cie della penisola. Prima di ieri, infatti, altre evasioni si sono avute nel centro di via Corelli a Milano, in quello pugliese di Restinco, a Brindisi, e a Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia.
Contro la politica del governo sull’immigrazione, fatta solo di annunci di nuovi Cie ed espulsioni, ha polemizzato ieri Livia Turco. «Siamo ai soliti annunci, non è la prima volta che si parla di costruire nuovi Cie e poi nulla», ha detto l’esponente del Pd. «Piuttosto, colpisce quello che il governo non dice più: cioè a che punto sono gli accordi bilaterali con gli altri paesi e la programmazione dei flussi». L’annuncio dell’apertura di nuovi Cie è definito «pura propaganda» anche dal parlamentare dell’IdV Fabio Evangelisti. «L’apertura dei Cie non è la risposta più efficace contro l’immigrazione clandestina», ha detto Evangeslisti. «Sarebbe urgente, piuttosto, andare a colpire le grandi organizzazioni criminali che la gestiscono».
(il Manifesto)
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Cibo, igiene, strutture Maroni si interessi della vita nei centri