Category: Diario
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Una nuova rivolta ha scaldato questa mattina le stanze del Cie di Gradisca d’Isonzo. In cinque stanze, a quanto dicono i reclusi, sono stati bruciati materassi e altre masserizie e la polizia ha reagito picchiando una decina di rivoltosi. Il tutto si è svolto tra le dieci e mezza del mattino, quando hanno cominciato a
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Roma, 22 febbraio 2011 –Il piano di emergenza che in queste ore viene messo a punto al Viminale è quello che prevede lo scenario peggiore. Perché in Libia vivono da tempo oltre un milione di clandestini provenienti da altri Paesi della regione e il crollo del regime di Gheddafi potrebbe spingere molti di loro a
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Ma chi ha venduto al governo di Gheddafi le armi che, proprio in questo momento, stanno facendo fuoco sugli insorti? La risposta, ovviamente è scontata.
Ieri sera, finalmente, Arturo e Guido sono stati liberati. Ascoltate il piccolo saluto di Arturo ai redattori dell’informazione di Radio Blackout di questa mattina: nelle sue parole, l’importanza del sostegno ai prigionieri, delle iniziative esterne e, soprattutto, la consapevolezza di aver contribuito ad un momento importante della lotta, che sta nascendo, al ritorno del nucleare
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«Mimmo dentro la camera mortuaria del civio di Palermo a vedere Noureddine non c’è voluto andare. Perché ha avuto paura di vedergli il volto carbonizzato dalle fiamme. Paura che quelle immagini di morte si sovrapponessero per sempre nei suoi ricordi alle immagini dei sorrisi di Noureddine e dei suoi occhi pieni di vita e di
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In Belgio una protesta è scoppiata in un centro di permanenza per richiedenti asilo, che hanno appiccato un incendio, e alcuni dei quali minacciano di impiccarsi in segno di protesta per le condizioni di detenzione e per presunti soprusi delle guardie da loro denunciati.
«Siamo alle solite. Quello che sto subendo è stalking. Minacce pesanti che continuano da troppo tempo senza che nessuno venga punito. Perché questi individui non vengono fermati e condannati?». Daniele Giovanardi, presidente della Misericordia modenese 20 febbraio 2011
«Un nutrito gruppo di solidali con i reclusi nei Cie ha dato vita oggi pomeriggio ad un presidio con blocchi a singhiozzo del traffico in via Mattei.
«Se non fosse stato per l’incendio che nell’ottobre scorso ha distrutto il primo e secondo piano, almeno duecento tra le migliaia di tunisini che in questi giorni approdano a Lampedusa sarebbero stati trasferiti al Centro di primo soccorso e accoglienza di Elmas. Ma i posti residui sono 50 (su 220) ed è difficile che il
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