Category: Diritto e rovescio
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16 giugno. Due anni per aver rubato un cellulare e qualche spicciolo. È successo ad un pregiudicato torinese, che ha fatto l’errore di andarseli a prendere dentro al Cottolengo. Tre suore, insospettite per la sua presenza ai piani alti, l’hanno inseguito e trattenuto. Lui ha provato a fare resistenza e a scappare, ma col solo
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16 giugno. Alla notizia che a fine anno la fabbrica sposterà gli impianti verso paesi dove il lavoro è ancora più insicuro e malpagato che da noi, gli operai della Cabind di Chiusa San Michele bloccano la produzione e presidiano gli ingressi. Sono in 76, invitano tutti ad andarli a trovare e si dicono dispostissimi
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15 giugno. Sul far della sera un piccolo gruppo di antirazzisti inscena un presidio-lampo sotto al Cpt. Musica, mortaretti, fischietti e battiture fino all’arrivo dei Carabinieri. Da dentro, come sempre, una buona risposta: fischi ed urla. Si scopre però che, in mattinata, ci sono stati altri due rimpatri, anche questa volta eseguiti grazie ad un
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13 giugno. Nella mattinata di ieri, tre detenuti della sezione in cui è morto Hassan sono stati presi dalla polizia e portati fuori dal centro. “Per interrogarli”, hanno detto le guardie. In effetti, a venti giorni di distanza dalla morte di Hassan, non esiste ancora alcuna versione ufficiale dei fatti, non si sanno i risultati
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13 giugno. Anche i sindacati di polizia non vedono bene l’emendamento del “pacchetto sicurezza” che prevede ronde di soldati in città. Preferirebbero che i militari del reggimento di Cavalleria di Pinerolo – sarebbero loro a dover calare su Torino – stazionassero di fronte agli obiettivi sensibili, senza pattugliare la città. “Non hanno la stessa nostra
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13 giugno. Non ricevono lo stipendio da tre mesi, e in 66 occupano la fabbrica, la Tecumseh di strada delle Cacce.
13 giugno. Un parcheggiatore abusivo è stato fermato in un parcheggio di Ciriè e trasferito al Cpt mentre un altro clandestino è stato arrestato al mercato perché irregolare.
13 giugno. Due giorni di controlli nei cantieri edili della zona di Mappano e Leinì. Ovunque la situazione è la stessa: i lavoratori sono quasi tutti stranieri, e tutti lavorano fuori norma e con attrezzature pericolose.
12 giugno. In serata un gruppo di una decina di personaggi nerboruti parcheggia le proprie auto di fronte alle baracche di via Germagnano, dove risiedono centinaia di rumeni, non solo Rom. Se la prendono con il primo che incontrano, malmenandolo, minacciano di bruciare il campo, poi riprendono le auto e se ne vanno.
12 giugno. Parcheggia la macchina ostruendo un passo carrabile e se ne va in pizzeria. Quando arrivano i vigili è già abbastanza ubriaco da prenderli a calci, pugni e – a quanto pare – a morsi.