Category: La miglior difesa

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Murales

8 febbraio. Milano. Dopo un’iniziativa nel nord della città, un murales in solidarietà agli arrestati del 9 dicembre si staglia ora su un muro vicino a un parchetto.

Il terrorismo…

8 febbraio. Tolosa, Francia meridionale, uno striscione da un cavalcavia: «Libertà per i prigionieri della Tav, il terrorismo è lo Stato!».

Autobus e cavalcavia

7 febbraio. Milano. Armati di scopa, secchio e colla alcuni compagni affiggono sugli autobus striscioni di carta con scritte No Tav. Diverse le linee prese di mira così che le scritte girino un po’ in tutta la città. Striscioni di stoffa sono invece apparsi su vari cavalcavia.

Ipotesi

7 febbraio. Piacenza. Imbrattata con scritte No Tav la sede dei Pd di Piacenza. I giornali locali ipotizzano che le scritte siano legate in qualche modo alla vicenda del cantiere dell’alta velocità in Val di Susa.

Mandanti morali

6 febbraio. Piacenza. Imbrattata una sede del Pd con scritte in solidarietà alla lotta No Tav e a Claudio, Niccolò, Mattia e Chiara.

Blocchi romagnoli

5 febbraio. Cesena e Forlì. Intorno alle otto di mattina, due strade vengono bloccate con catene, fumogeni e striscioni con scritto «Solidarietà No Tav».

Striscione

4 febbraio. Crema. Nella notte viene appeso uno striscione nei pressi del Tribunale «NO TAV Liberi Subito».

Contestato Romano Prodi

4 febbraio. Trento. Un gruppo di anarchici interrompe l’intervento dell’ex primo ministro Romano Prodi durante una conferenza all’Università, scandendo slogan contro l’Alta Velocità e per la liberazione dei quattro accusati di terrorismo.

Merda

3 febbraio. Torino. Nella notte, mentre la sala bancomat della filiale Intesa San Paolo di via Milano viene riempita di merda, fuori compaiono le scritte «San Paolo specula sul TAV – sabotiamola» e «Chiara Claudio Mattia Nicco liberi»

Citofoni

3 febbraio. Torino. Il postino che avrebbe voluto consegnare una raccomandata all’Osservatorio sulla nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Lione scopre che qualcuno nel weekend ha staccato le targhette dalla pulsantiera. «Un modo come un altro per farci sapere che sanno dove siamo» ha commentato il presidente dell’Osservatorio Mario Virano, comodamente seduto nel suo ufficio
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