Items tagged: fascismo montante
28 marzo. Proprio mentre una bella fetta degli attivisti antirazzisti faceva baccano sotto le mura del Centro di corso Brunelleschi in solidarietà con i senzadocumenti reclusi, la polizia concentrava le proprie forze nei quartieri di Aurora, Madonna di Campagna e San Donato rastrellando le strade, irrompendo nei bar, nei phone center e nei negozi “etnici”.
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Giovedì 12 marzo, a macerie su macerie, abbiamo telefonato ad alcuni dei centri con cui siamo in contatto, per farci e farvi raccontare le storie, i problemi, la vita dei reclusi, la loro disperazione e la loro voglia di libertà. Nessuno può rimanere indifferente. “È la quinta volta che finisco in un centro”. Ascolta una
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6 marzo. Protestano gli imbianchini comunali. Inviati in tutta fretta a cancellare le scritte contro la Lega Nord (assai colorite, d’abitudine, quando sono dedicate al consigliere Carossa e all’eurodeputato Borghezio) che compaiono periodicamente sui muri di Porta Palazzo, si chiedono perché nessuno li mandi mai a coprire le scritte contro il 25 aprile, oppure quelle
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25 febbraio. Va a fuoco nella notte la serranda di una gastronomia rumena. Secondo molti si tratta di un attentato razzista: in effetti, sul marciapiede sono rimasti disegnati una croce celtica e, in questa sequenza, le lettere D, U, C ed E.
18 febbraio. Quattordici militanti di Azione Giovani, in fila per due ed ordinati per altezza sfilano per le strade di Borgo Dora e Porta Palazzo insieme ad un cane (lupo) e ad un centinaio di poliziotti di scorta. Così acconciati – baschetto e giubbottino catarifrangente, modello tamponamento in tangenziale – non sembrano neanche dei giovani
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12 febbraio. Retata notturna di fronte a Porta Nuova, tra piazza Carlo Felice e via Lagrange. Centrotrenta persone controllate, dieci fermate, un arresto. Come al solito, la colpa dell’arrestato è quella di non avere il permesso di soggiorno.
Perché siamo ferocemente contrari al pacchetto sicurezza?
9 febbraio. «Contro il golpe fascio-clericale la resistenza sarà globale». I fascisti di An lamentano la comparsa di questa scritta – lunga quindici metri – sui muri della propria sede in corso Francia.
26 novembre. Un cassonetto in fiamme, in via Ceresole, e poi anche due auto parcheggiate lì affianco. Mentre c’è chi dà la colpa allo sconosciuto nottambulo che di cassonetti in Barriera negli ultimi tempi ne ha bruciati parecchi, l’infaticabile Stefano Tamagnone – una delle penne più fantasiose di Torino CronacaQui – costruisce una storia da
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26 novembre. Pare sia stato il questore Faraoni in persona ad organizzare i rastrellamenti in due palazzi di corso Regina, giusto al fianco di piazza della Repubblica. Agli ordini del dirigente del commissariato Dora-Vanchiglia Gianmaria Sertorio, una dozzina di pompieri hanno cominciato all’alba a sfondare porte e lucchetti, aprendo la strada ad 80 poliziotti e
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