Items tagged: guerra ai proletari
Negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli attacchi a sfondo razziale. Insulti e aggressioni ai danni di stranieri stanno diventando episodi comuni nel paesaggio cittadino. Un giorno semplici minacce, il giorno dopo una testa rotta, e poi ancora il rogo di un campo Rom: così, come se fosse normale. La propaganda dei gruppi leghisti o
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19 febbraio. Anche a Leinì i carabinieri amano la caccia. In un giorno solo hanno arrestato cinque stranieri – quattro accusati di vendere merce falsa al mercato, uno per problemi con il permesso di soggiorno.
19 febbraio. I carabinieri sgomberano la cascina Continassa, occupata abusivamente da un gruppo di rumeni. In diciannove vengono arrestati per “furto aggravato e continuato di energia elettrica”, per essersi allacciati abusivamente ad un palo dell’illuminazione pubblica.
«Dopo una lunga indagine» – come si dice sempre – i Carabinieri arrestano due gabonesi, presunti spacciatori. «I più attivi della zona di Porta Nuova»: pensa un po’ che indagine. Su “la Repubblica”, l’immagine di due carabinieri in borghese che – in piedi e soddisfatti – tengono una mano sugli arrestati inginocchiati, mimando la posa
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16 febbraio. Era andata a fare le pratiche per il matrimonio, ma in tribunale si accorgono di una vecchia espulsione e così, invece di farle gli auguri, la fanno arrestare.
Due tossici, nel parcheggio di un ospedale. Uno si sbraccia in direzione di un’auto in arrivo, indica un posto libero, fornisce ad alta voce qualche indicazione supplementare – «sterza… ancora… ora indietro… ancora… stop!». Cortese ed efficiente, ritira la sua moneta e ringrazia. L’altro se ne sta in disparte, a leggere il giornale. «Hai visto?
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Viviamo tempi terribili. Tempi segnati dal silenzio e dalla ferocia. Torino, dove si lavora e si muore come nell’800. Torino, luci d’artista e sbornia post olimpica, dove si progettano scintillanti grattacieli e devastanti TAV, dove c’è chi all’una di notte, quando in cento locali scorre la movida, crepa orrendamente. Il fatto è che non è
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Trăim vremuri îngrozitoare. Vremuri marcate de tăcere şi ferocitate. Torino, unde se lucră şi se moare ca în ’800. Torino, lumini artistice şi beţia post olimpică, unde se plănuiesc zgârie nori strălucitori şi devastante TAV, unde există cineva la unu noaptea, când sutele de localuri încurajează mişcarea, plezneşte îngrozitor. Faptul e că nu e singur,
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Nous vivons des temps terribles. Des temps marqués par le silence et la férocité. Turin, où on travaille et meurt comme au 19e siècle. Turin, lumières d’artistes et cuite post-olympique, où on projette de construire des gratte-ciel scintillants et des TAV dévastateurs, où vers une heure du matin, quand court la movida dans des centaines
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Un mulo, carico di sacchi e di bisacce, carico fino a schiantarsi. Dietro di lui il padrone che gli urla di muoversi. Ma lui sta lì, testardo e immobile. Apprendiamo solo oggi che in Romania non ci sono più rumeni. O meglio, in Romania sono rimasti solo vecchi e bambini e la gente in età
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